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Lavoro in Italia: benessere, stress e cambiamenti nel primo Global Talent Barometer di ManpowerGroup

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Il mondo del lavoro in Italia presenta un quadro complesso, in cui benessere, soddisfazione e fiducia si intrecciano con stress e incertezza. È quanto emerge dal primo Global Talent Barometer di ManpowerGroup, un’indagine condotta in 16 Paesi su oltre 12.000 lavoratori e lavoratrici, che offre una visione globale del rapporto tra persone e lavoro.

In Italia, il 63% dei lavoratori ha una percezione positiva del proprio impiego, ma il 53% si sente stressato e oltre uno su tre (36%) pianifica di lasciare il lavoro nei prossimi sei mesi.


Benessere: un equilibrio precario tra scopo e stress

Il 60% dei lavoratori italiani registra un livello di benessere positivo, rispetto al 64% della media globale. Molti trovano significato e scopo nel proprio lavoro (75%) e si sentono allineati ai valori aziendali (68%). Tuttavia, il 53% delle persone vive stress quotidiano, un fattore che incide pesantemente sul benessere complessivo.


Soddisfazione lavorativa: l’incertezza spinge verso nuovi orizzonti

Il 58% dei lavoratori si dichiara soddisfatto a livello professionale, ma solo il 57% ritiene che il proprio sviluppo di carriera sia tutelato dai manager. Questo alimenta la voglia di cambiamento:

  • 36% degli italiani prevede di cambiare lavoro nei prossimi sei mesi.
  • 48% è fiducioso di trovare un impiego in linea con le proprie esigenze nello stesso periodo.

Fiducia: competenze alte, ma poche opportunità di crescita

In Italia, il 70% dei lavoratori ha fiducia nelle proprie competenze, rispetto al 74% globale. L’85% ritiene di avere le capacità richieste per la propria posizione e il 74% dispone delle tecnologie necessarie. Tuttavia, solo il 53% crede di avere reali possibilità di ottenere una promozione, segno di un divario tra potenzialità e opportunità.


Differenze regionali, generazionali e di settore

A livello territoriale emergono variazioni significative:

  • Paura di perdere il lavoro: più alta al Sud e nelle Isole (30%) rispetto al Nordest (22%).
  • Percezione di crescita: maggiore nel Centro Italia (77%) rispetto al Nordest (63%).

Anche le generazioni si differenziano:

  • La Generazione Z (18-27 anni) è la più stressata (57%) e la più propensa a cambiare lavoro (49%).
  • I Millennial (28-43 anni) vedono più opportunità di carriera (60%).

Nei settori lavorativi, lo stress è più alto nei beni di consumo e servizi (61%) e nella sanità (59%), mentre è più basso nei trasporti e logistica (38%).


Un nuovo modello di lavoro per trattenere i talenti

Secondo Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia, il rapporto tra persone e aziende sta cambiando:
“Il solo stipendio non basta più. Le persone cercano ambienti di lavoro che offrano supporto per la salute mentale, equilibrio vita-lavoro, opportunità di carriera e formazione. Le organizzazioni che si adattano a queste esigenze guideranno l’innovazione nel mercato.” 

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Stop alla maternità surrogata: promulgata la legge sul reato universale

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato il 4 novembre la legge che introduce il reato universale per la maternità surrogata. Questa normativa, approvata il 16 ottobre, prevede la pubblicazione ufficiale per domani e mira a disciplinare una pratica finora controversa e dibattuta. Le nuove disposizioni hanno l’obiettivo di contrastare il ricorso alla gestazione per altri anche al di fuori dei confini nazionali.

Maternità surrogata e sanzioni previste

La legge stabilisce pene severe per chi ricorre alla GPA (gestazione per altri), con una reclusione che varia da tre mesi a due anni, oltre a una multa compresa tra 600.000 euro e 1 milione di euro. Denominata “Legge Varchi”, dal nome della deputata Carolina Varchi (FdI), la normativa specifica che il reato è perseguibile anche quando commesso all’estero da cittadini italiani.

Ad oggi, circa 250 coppie italiane si recano ogni anno in cliniche estere per avvalersi della maternità surrogata, tornando poi in Italia per richiedere la trascrizione degli atti di nascita. Con la nuova legge, però, queste richieste potrebbero incontrare ostacoli significativi.

Come cambierà la situazione per le famiglie

Il 90% delle coppie che ricorre alla maternità surrogata è eterosessuale. Tuttavia, la normativa colpisce anche le coppie dello stesso sesso, per le quali la legge italiana non prevede la trascrizione diretta nei registri anagrafici, ma richiede una procedura di adozione. Fino ad oggi, i tribunali italiani hanno riconosciuto il diritto dei minori nati da GPA ad essere considerati figli legittimi, una tutela che potrebbe essere messa in discussione dalla nuova normativa.

Reazioni tra favorevoli e contrari

La legge ha generato reazioni opposte nel dibattito pubblico. Marco Cappato e l’avvocata Filomena Gallo, esponenti dell’Associazione Luca Coscioni, hanno dichiarato:
«Questa legge rappresenta un attacco ai diritti delle famiglie e alla scienza. Siamo pronti a portare la questione nei tribunali per difendere le coppie penalizzate e sollevare dubbi di costituzionalità».

D’altro canto, Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, ha espresso soddisfazione:
«Questa legge è una pietra miliare nella lotta contro il mercato internazionale dei bambini e rappresenta il coronamento di anni di battaglie».

Applicazione e incertezze

La legge non ha effetti retroattivi. Le gravidanze già in corso o i percorsi di fecondazione avviati prima dell’entrata in vigore della norma non saranno soggetti a sanzioni. Tuttavia, per chi intraprende ora una procedura di maternità surrogata all’estero, il rischio di essere perseguito penalmente al rientro in Italia è concreto.

Come osserva l’avvocata Gallo, «non è ancora chiaro come la magistratura agirà nei confronti delle coppie che tornano in Italia con un atto di nascita estero. Potrebbero essere richiesti certificati di parto e le coppie dello stesso sesso saranno probabilmente più individuabili».

La nuova normativa rappresenta un passo decisivo per regolamentare una pratica controversa, ma solleva interrogativi sui diritti delle famiglie e dei minori coinvolti. Nei prossimi mesi sarà fondamentale capire come questa legge influirà sulla società italiana e sui percorsi legali delle famiglie che si trovano in questa situazione.

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L’Università Federico II di Napoli e la Nasa: una collaborazione per il futuro della mobilità aerea avanzata

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L’Università degli Studi di Napoli Federico II ha firmato un importante Space Act Agreement con la Nasa, aprendo la strada a cinque anni di collaborazione nel campo della Advanced Aerial Mobility (AAM). Questo accordo tra il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’ateneo napoletano e l’agenzia spaziale statunitense rappresenta un passo significativo nello sviluppo di tecnologie innovative per droni e taxi aerei elettrici.


Un accordo per il progresso tecnologico

Il progetto si concentra sullo sviluppo di tecnologie di sensing per migliorare la sicurezza e l’autonomia dei velivoli, in particolare in ambienti urbani. Giancarmine Fasano, professore associato di Impianti e sistemi aerospaziali, è il responsabile scientifico per l’università, mentre per la Nasa è Chester Dolph, del Langley Research Center.

Tra gli obiettivi principali ci sono:

  • Sviluppo di algoritmi avanzati per la rilevazione e il tracciamento di oggetti in volo.
  • Test sperimentali in Italia e negli Stati Uniti per verificare le tecnologie.
  • Collaborazione bilaterale con scambi di personale e know-how tra Federico II e Nasa.

Un ponte tra Napoli e la Nasa

La collaborazione con la Nasa nasce da interessi comuni di ricerca e da una solida esperienza dell’ateneo napoletano. Il primo passo è stato un periodo di visiting della dottoranda Federica Vitiello presso il Langley Research Center in Virginia.

Nel corso dei mesi, il rapporto si è rafforzato, portando a test innovativi come l’utilizzo del Lunar Landing Research Facility, una struttura storica del programma Apollo. Qui, i sensori sviluppati dall’Università sono stati testati, dimostrando la capacità di monitorare e controllare il volo in scenari complessi.


Tecnologie per la mobilità aerea urbana

Le tecnologie sviluppate si concentrano su sistemi di sensing ottici, come telecamere e radar, per la sorveglianza a bassa quota in ambienti urbani. Questo include:

  • Droni per il trasporto merci in città.
  • Taxi aerei elettrici, pensati per il trasporto di persone su distanze brevi.

Secondo il professor Fasano, l’obiettivo è creare soluzioni innovative che affrontino le sfide della mobilità aerea urbana, caratterizzata da spazi ristretti e una complessità elevata.


Il futuro della mobilità avanzata

L’accordo rappresenta un’opportunità unica per far progredire la ricerca e coinvolgere giovani talenti. Come spiega il professor Fasano:
“Questo è solo un punto di partenza. La collaborazione con la Nasa ci permette di sviluppare tecnologie che guideranno il futuro della mobilità aerea, integrando sicurezza, autonomia e innovazione.” 

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Mattarella firma il 4 Gpa, subito trasmesso a governo

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Una riflessione come sempre approfondita, considerando tutte le implicazioni giuridiche e costituzionali di una legge di poche righe e molteplici risvolti. Poi, Sergio Mattarella ha promulgato uno dei provvedimenti che probabilmente ha meno condiviso nei suoi quasi dieci anni al Quirinale, quello che rende reato universale la gestazione per altri. Lo ha fatto il 4 novembre, alla vigilia della partenza per la missione in Cina, quindi entro un mese dall’approvazione, come previsto dalla Costituzione.

E nella stessa giornata lo ha inviato a Palazzo Chigi, come sottolineano fonti del Quirinale, assicurando che non ha nessun fondamento qualsiasi ricostruzione sul fatto che il provvedimento promulgato sia rimasto alcuni giorni al Colle. In Gazzetta ufficiale,il testo sarà pubblicato lunedì. Una finestra temporale non brevissima, su cui in queste ore nel mondo politico si sono rincorse ricostruzioni e interpretazioni diverse.

C’è chi esclude alcun giallo, sostenendo si tratti di una questione di tempi tecnici. E la precisazione serale di fonti del Quirinale punta a smentire le voci che si sono rincorse in giornata secondo cui il provvedimento sarebbe stato inviato dal capo dello Stato solo pochi giorni fa. Il tutto al termine di due settimane decisamente tese per la politica, con le tensioni governo-magistratura alle stelle dopo l’incontro fra Giorgia Meloni e il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli (il 4 novembre) e l’anatema di Elon Musk sui giudici, al quale ha risposto il presidente della Repubblica.

Anche dentro governo e maggioranza sono consapevoli che nelle valutazioni della legge sulla Gpa sarebbero emerse le perplessità presidenziali su un provvedimento delicatissimo dal punto di vista etico ed impattante su legislazioni europee che vanno nella direzione opposta. In questo caso, i ragionamenti su eventuali dubbi di costituzionalità non hanno portato a individuare evidenti incostituzionalità, secondo la distinzione spiegata dallo stesso Capo dello Stato ieri, illustrando il suo ruolo da “arbitro-meccanico” all’evento dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. Secondo queste ricostruzioni, però, la legge sulla Gpa sembra rientrare a pieno titolo fra le leggi promulgate che lui ha detto di non aver “condiviso” o di aver ritenute “sbagliate e inopportune”. Non basta “un dubbio” per non promulgare una legge, ha chiarito Mattarella nel suo ultimo intervento, “altrimenti usurperei i compiti della Corte costituzionale”.

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