Conservatevi questo articolo e conservatevi le prime pagine dei giornali nazionali che vi offriamo in foto a bassa risoluzione. I giornali si comprano e si leggono. Sono libertà. Ossigeno per la democrazia quando svolgono la loro funzione neutra di racconto del Paese reale e quando i giornalisti sono cani da guardia delle istituzioni, non cani da salotto o da riporto del padrone di turno.
L’arresto di Marco Di Lauro sulla stampa a diffusione nazionale
Quelli che vedete sono giornali che hanno una diffusione nazionale: li trovate a Milano come a Milazzo. Dovrebbe essere più o meno così. Provate a capire ora da soli come viene trattata la notizia dell’arresto di Marco Di Lauro, 37 anni, capo indiscusso della camorra napoletana, tra i più spietati e tra i più ricercati. Anzi, a volerla dire tutta Marco Di Lauro era il boss numero due nell’elenco dei dieci latitanti più pericolosi in circolazione. Per la Direzione centrale della polizia criminale la sua cattura era di capitale importanza. Nell’elenco dei primi dieci criminali, c’è al numero 1 Attilio Cubeddu, al numero 3 Matteo Messina Denaro e in mezzo Marco Di Lauro. Ma veniamo al dunque perché ogni latitante è da arrestare e fargli scontare la pena per i reati commessi. Per vedere in prima pagina questa vittoria dello Stato che riesce dopo 14 anni a mettere in galera un boss della camorra ricercato bisogna andare su Il Fatto Quotidiano.e il giornale dei vescovi, Avvenire. Ci sono due piccoli titoli in prima pagina che richiamano l’attenzione dei lettori. Questa è l’attenzione che i quotidiani nazionali dedicano alla vittoria dello Stato a Napoli con l’arresto di Marco Di Lauro.
Il racconto della verità su Napoli: non solo stese e Gomorrismi
Se invece dell’arresto di questo camorrista ci fossero state le stese da raccontare, Gomorra da presentare, l’ultimo pistolotto di Saviano da leggere o ascoltare in religioso silenzio e senza replicare, avremmo osservato paginate su paginate, prime pagine, cronache, commenti, filosofi, opinionisti, turbocoglionisti che spiegano Napoli senza mai esserci venuti oppure sulla base delle idiozie che leggono su giornali o ascoltano in tv grazie al bla bla bla del politico di turno o al grande commentatore napoletano (che vive a Milano da 25/30 anni o che risiede a Roma da sempre) che a Napoli ci viene due volte all’anno: a Pasqua e ferragosto. Qualcuno dirà: solito piagnisteo napoletano! No, purtroppo no. È la solita dimostrazione che su Napoli i media riescono ad assicurare solo una osservazione morbosa, monodirezionale, capace solo di mostrare e “postare” il male, utilizzando spesso masochisti locali che scambiano il sindaco in carica con i destini di una città eterna che ha bisogno di un racconto onesto, pulito, senza i soliti idioti luoghi comuni, stereotipi e fronzoli.
A tutti dico: conservatevi questo piccolo contributo. Guardatevi le prime pagine di oggi, giorno in cui si poteva dare conto di una vittoria dello Stato dunque far sentire i napoletani un po’ più al sicuro o meno soli. E confrontatele con le prime pagine degli stessi giornali alla prossima stesa dei baby boss o al prossimo omicidio o al prossimo sanguinoso episodio di cronaca o quando sarà presentata la prossima stagione di Gomorra e bisognerà comprare il consenso degli opinionisti di turno che sputeranno a gettone su una città intera.