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L’allarme dei presidi,”su Green pass siamo in alto mare”

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“Sulla questione Green pass siamo in alto mare”. I presidi lanciano un vero e proprio grido d’allarme a pochi giorni dall’avvio di un nuovo anno scolastico in epoca Covid. Ad esprimere forte preoccupazione e’ il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi: “Stiamo aspettando indicazioni per capire come bisognera’ procedere – ha detto -. Ma se le scuole devono controllare tutti i giorni i certificati di docenti e personale rischiamo che le lezioni inizino a mezzogiorno”. Rusconi si augura che si trovi al “piu’ presto una soluzione”. Il nodo cruciale per i dirigenti scolastici e’ quello dei controlli del certificato verde che dal primo settembre diventa obbligatorio per il personale. “Il Garante della privacy sostiene che le scuole possono solo controllare i dati ma non conservarli o avere un registro” ha aggiunto Rusconi secondo cui “la cosa piu’ semplice sarebbe inviare l’elenco del personale della scuola con codice fiscale e che la regione desse indicazioni su chi ha il Green pass o meno” . In alternativa, che “ci fosse una verifica una tantum”. “Speriamo si trovi al piu’ presto un accordo – ha sottolineato -. Ci sono presidi con le mani nei capelli perche’ non sanno come fare. Il primo settembre ci saranno i collegi dei docenti e gli esami di riparazione. Voglio sperare che per quella data ci arrivino comunicazioni” Dal Ministero dell’Istruzione stemperano il clima di allarme e ribadiscono che c’e’ un lavoro molto serio con il ministero della Salute e il Garante della privacy per l’attuazione dell’utilizzo del Green pass e per ottimizzare le procedure dei controlli. Il ministro Patrizio Bianchi, in un incontro in videoconferenza con i rappresentanti del Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FONAGS), ha sottolineato che il Green pass “e’ uno strumento prezioso per garantire sicurezza e tutela dei piu’ fragili. Come ho gia’ detto, sosterremo le scuole nella sua applicazione – ha aggiunto -. Proprio in queste ore si stanno svolgendo degli appositi incontri tecnici. La scuola e’ una grande comunita’ che, tutta insieme, sta lavorando con convinzione per il rientro in classe”. E all’indomani dell’incontro tra sindacati e ministro la Uil Scuola, che aveva ipotizzato la possibilita’ di ritirare la firma dal protocollo sicurezza per la “mancata apertura” sull’estensione di tamponi gratuiti a tutto il personale scolastico non vaccinato, ha confermato la firma ma, ha sottolineato il segretario generale della Pino Turi, il sindacato “contesta pesantemente la nota che lo stravolge, ritirando la delegazione trattante”. Mentre la Cisl Scuola ha lanciato un primo nutrito elenco di 32 quesiti sui “nodi da sciogliere per ripartire in sicurezza” che vanno dal distanziamento al controllo del Green pass, alla gestione del personale. E Attilio Fratta, presidente di DirigentiScuola, ha affermato: “Si avvicina la ripresa della scuola e i dirigenti sono ancora sovraccaricati di responsabilita’”. Intanto e’ stata inviata diffida, tra gli altri al Ministero dell’Istruzione e all’Ufficio scolastico regionale, contro l’obbligo del Green pass per il personale scolastico da parte di 116 dipendenti della scuola in Friuli Venezia Giulia che ritengono “discriminatorio” l’applicazione del decreto. Gli oltre 100 dipendenti si sono rivolti all’avvocato Mitja Ozbic in quanto contrari alla normativa che di fatto prevede, per i non vaccinati, tamponi a proprie spese.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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