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“Ladri ma onesti”, restituito il cane alla bimba disabile di Acerra

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Ha riabbracciato il suo Maui tra le lacrime, le stesse che negli ultimi giorni le hanno rigato il viso per la disperazione di averlo perso. E’ terminata con un lieto fine la storia di Miriam, la ragazzina disabile di Acerra, di 12 anni, a cui sabato scorso topi d’appartamento avevano portato via uno Spitz tedesco che ha potuto riavere nella tarda serata di ieri, quando i ladri hanno chiamato per avvertire di aver lasciato il cagnolino legato nei pressi dell’abitazione. I malviventi hanno telefonato al papà, Rosario Ferraro, che nei giorni scorsi aveva lanciato un accorato appello per riavere Maui, avvertendolo di aver riportato il cane e sostenendo di aver compiuto il gesto esclusivamente per “la bambina”.

“Siamo ladri, ma onesti – gli avrebbero detto con un accento straniero – lo abbiamo restituito per la bambina”. “Hanno ritrovato un pezzetto del loro cuore – ha commentato la piccola, ringraziando i ladri – ora Maui è di nuovo con me”. Le lacrime di disperazione hanno così lasciato spazio alla felicità, come ha raccontato Rosario, che nell’appello lanciato domenica aveva invitato i ladri a riportare il cane alla sua bambina caduta in un profondo stato d’angoscia, e a tenersi pure gli oggetti preziosi e quanto portato via dall’abitazione, per un valore di diverse decine di migliaia di euro. L’uomo aveva anche promesso una ricompensa a chi lo avrebbe aiutato a riportare a casa il cagnolino.

“Miriam questa volta ha pianto di gioia – ha spiegato Rosario -; quando ho riportato Maui in casa, era spaventato, ma ora sta bene. I ladri lo avranno restituito per la bambina, come hanno detto, ma credo anche perchè tutta l’Italia aveva mostrato solidarietà nei nostri confronti e la storia ha avuto molto risalto. La cosa importante è che ce lo abbiano restituito. Ora Miriam è felicissima. Ringrazio tutti”. Il cane era stato regalato alla piccola nove anni fa, quando Miriam aveva solo tre anni, e da allora sono amici inseparabili. Il cagnolino è diventato “il mondo” della piccola affetta da una malattia genetica che la costringe sulla sedia a rotelle. La storia e le lacrime della piccola avevano commosso centinaia di persone, che le avevano inviato messaggi di solidarietà, ma non solo quelli.

Qualche cittadino aveva proposto di acquistare, con una colletta, un nuovo cane, ed una signora da Latina aveva dato la disponibilità a regalare a Miriam uno dei cuccioli della propria cagnolina, identico a Maui. Ma ieri sera l’epilogo sperato, i ladri hanno raccolto l’appello e riportato il sorriso a Miriam, che coccola ininterrottamente il suo amico a quattro zampe divenuto la star del giorno a casa Ferraro.

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Biglietti dell’Inter gratis a capi della curva e a uomini della ndrangheta

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“Anche io mi sono meravigliato della concessione di tale numero di biglietti, perché era stato concordato, inizialmente, un numero di 1.200”. A parlare a verbale come teste, lo scorso febbraio, è Claudio Sala “responsabile sicurezza della prima squadra” dell’Inter, in merito alla vicenda dei 1500 biglietti che il direttivo della curva nord, Ferdico-Bellocco-Beretta, avrebbe preteso e ottenuto per la finale di Champions del 2023 a Istanbul. Biglietti concessi dalla società, come risulta dagli atti dell’indagine sulle curve milanesi, condotta da Polizia e Gdf e coordinata dalla Dda milanese col procuratore Marcello Viola, l’aggiunto Alessandra Dolci e i pm Paolo Storari e Sara Ombra. “Gli ultras – ha chiarito Sala – hanno avanzato, per tale partita, una richiesta di un numero importante, che non ricordo, di biglietti. Gli amministratori della società – ha proseguito – inizialmente, in virtù delle concessioni per la finale di Coppa Italia dell’anno precedente, avevamo stabilito un numero di 800 biglietti, che, Io, Silva ed il dott. Cameruccio avevamo ritenuto, sin da subito, essere un numero esiguo visto la portata dell’evento”. Successivamente, si legge ancora nel verbale, “ritenendo tale numero basso per una finale di Champions League, il dott. Cameruccio ha inoltrato una richiesta aggiuntiva, agli amministratori delegati, per l’ottenimento di un numero maggiore di biglietti”. A questo punto, ha aggiunto, “gli amministratori hanno deciso di rilasciare 1200 biglietti per gli ultras. Poi, il dott Cameruccio, dopo qualche giorno, ha ricevuto la notizia, con stupore, dagli amministratori della società, che il numero dei biglietti a favore del direttivo ultras sarebbe stato pari a 1500”. E ancora: “Anche io mi sono meravigliato della concessione di tale numero di biglietti”.

Nell’indagine della Procura di Milano che ha azzerato i vertici delle tifoserie di Inter e Milan spuntano anche i “rilevanti” rapporti tra Luca Lucci, il capo della curva Sud, con gli ultras del Napoli. In particolare con uno degli esponenti di spicco delle tifoserie della squadra napoletana, privo di qualsiasi rapporto con il club campano e i suoi vertici, al quale avrebbe procurato “centinaia di biglietti” dell’incontro dei quarti di finale della Champions League destinati, “almeno in parte (…), ad appartenenti a ‘clan’ mafiosi della città partenopea. La vicenda emerge in un passaggio dell’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro che ieri ha portato in cella 16 persone e ai domiciliari altre 3 in cui si riportano le intercettazioni che risalgono al 12 aprile dell’anno scorso e da cui si evince che la società “non ha in alcun modo collaborato, a tal fine, con gli ultras”. Quel giorno i due si incontrano davanti a un bar di Cologno Monzese. Lucci riceve i ringraziamenti dal suo interlocutore “uno dei capi ultras del rione ‘Sanità’ della tifoseria napoletana”. Poche ore dopo ci sarà la partita tra le due squadre. Ecco il dialogo intercettato: De Marino: “ci siamo ritrovati tutti i clan di…” Lucci: “si si si” De Marino: “considera ..inc.. io c’ho mio fratello qua che sta a Opera, detenuto da anni qua, che mi ha avvertito mio fratello dal carcere, se sapevo (fon) di questi biglietti.. inc..” Lucci: “si si, va bene, sono scelte vostre, scelte giuste..” De Marino:” ..inc.. in questo momento era la vera ..inc.. ci saremmo trovati tutti, tutti clan di Napoli “da

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Capo ultrà Inter Marco Ferdico: ho incontrato Barella per caso biglietti

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“Incontri” con calciatori dell’Inter, come Hakan Calhanoglu, Nicolò Barella e Juan Cuadrado, ormai ex. Ne parla il capo ultrà interista Marco Ferdico, da ieri in carcere, in intercettazioni, come risulta dalla richiesta di misura cautelare dei pm Storari e Ombra, nell’inchiesta di Polizia e Gdf. “Addirittura”, scrive la Procura, in una conversazione del 26 maggio 2023 con Marco Materazzi, Ferdico dice “di aver incontrato Calhanoglu” e “Barella, per parlare delle criticità sorte per la vicenda dei biglietti della Finale di Champions” e avrebbe “appreso perfino le lamentele del calciatore turco per il comportamento della società”.

Nel capitolo della richiesta che riguarda i “rapporti con Fc Internazionale” – dove vengono riportati i casi, già emersi ieri, delle presunte pressioni su alcuni dirigenti dell’Inter, ma anche sull’allenatore Simone Inzaghi e sull’ex interista Milan Skriniar – i pm fanno riferimento anche ad altri calciatori.

Calciatori che, così come dirigenti e responsabili del club, non sono indagati. Calhanoglu, scrivono, “stando alle affermazioni di Ferdico, avrebbe dovuto trascorrere, nel mese di agosto” del 2023 “una serata a cena con la propria famiglia, unitamente a quella di Bellocco Antonio”, erede dell’omonima cosca della ‘ndrangheta, nel direttivo della curva con Ferdico e Andrea Beretta e ucciso da quest’ultimo meno di un mese fa. Il 19 agosto 2023 è stata intercettata “una conversazione di Ferdico, il quale mentre si rivolgeva” ad una persona non identificata diceva: “Adesso usciamo a mangiare lunedì o martedì con Calhanoglu, con le famiglie!”. In più circostanze, si legge ancora, “come emerso da altre conversazioni” si è compreso “che Ferdico avrebbe incontrato il calciatore turco ricevendo in dono magliette ufficiali consegnate poi a Bellocco”.

Inoltre, il 22 agosto 2023 il capo ultrà “ha informato Bellocco di un incontro con Calhanoglu e con il calciatore colombiano dell’Inter Cuadrado”, che “avrebbero dovuto perfezionare il 24 agosto”. Poi, la telefonata con Materazzi in cui parla di presunti incontri col calciatore turco e Barella sulla questione dei biglietti che la curva reclamava dalla società per la finale di Istanbul: i capi ultrà ne hanno ottenuti 1500 come chiedevano. Materazzi, non indagato, scrivono i pm, è “uomo ritenuto ancora molto vicino alla Società Interista e allo stesso tempo legato ad esponenti della Curva Nord”. Inoltre, “la vicinanza dell’ex calciatore al direttivo è testimoniata anche dalla sua presenza alla riunione del tifo interista il 14 settembre 2023, occasione nella quale vi è stata la pubblicizzazione della birra commercializzata proprio da Materazzi e la promessa (documentata nel corso di una intercettazione telefonica) di Ferdico (e Beretta) ad impegnarsi affinché, in futuro, si concretizzasse la vendita esclusiva di tale bevanda nell’eventuale prossimo stadio interista”.

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Pm: Inter intrattiene rapporti indiretti con criminalità

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L’Inter “nella attualità, alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni”. Lo scrivono i pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per gli ultrà arrestati ieri. Per il club nerazzurro, cosi come per il Milan, entrambi non indagati, come chiarito ieri, è stato aperto un “procedimento di prevenzione”, senza richieste di amministrazione giudiziaria, ma con un contradditorio coi legali delle società.

Sul punto i pm riportano le dichiarazioni messe a verbale da Claudio Sala, responsabile sicurezza prima squadra dell’Inter, il 29 febbraio scorso. “La società si relaziona con gli ultras esclusivamente tramite lo Slo, come detto nella persona di Silva Massimiliano – ha spiegato – il quale, ha il compito di parlare con i tifosi, ed in particolar modo con Ferdico Marco, poiché adesso è lui il capo del direttivo della Curva, ed è sempre lui, Ferdico, che si occupa della richiesta numerica delle tessere o dei biglietti”.

Inoltre, ha aggiunto, “ho appreso direttamente da Silva che, per quanto riguarda la parte amministrativa, cambio nominativo e pagamento, lo Slo si relaziona direttamente con Debora, una donna che fa parte del direttivo della curva nord”. Dalle indagini, segnalano i pm, è emerso “con chiarezza” che “Ferdico non solo partecipa attivamente a condotte violente nei confronti di forze dell’Ordine e tifosi avversari, ma è colui che ha determinato l’ingresso di Bellocco Antonio nella Curva dell’Inter”. Debora Turiello, arrestata anche lei ieri, “è colei che non solo partecipa alle aggressione violente nei confronti di tifoserie avversarie, ma la stessa fornisce copertura a Andrea Beretta (pregiudicato per criminalità da stadio) nella associazione We are Milano, struttura di copertura del tifo violento”.

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