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Cronache

La villa dei Prigozhin in Versilia da 3,5 milioni

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Due piani, 400 metri quadri, 16 ettari di giardino e un valore di circa 3,5 milioni di euro. Secondo la Fondazione anticorruzione (Fbk) fondata nel 2011 dal dissidente russo Alexei Navalny, sono queste le caratteristiche della villa a Forte dei Marmi dei parenti di Yevgeny Prigozhin.

C’è anche una piscina dentro l’abitazione ribattezzata ‘Villa Arina’ e comprata dal consuocero di Prigozhin, Sergey Inkina, nel 2017. A unire i due uomini d’affari è stato il matrimonio tra Pavel, figlio del capo della Wagner, e Ekaterina Inkina. Il padre di Ekaterina è un facoltoso imprenditore russo di San Pietroburgo che ha fatto fortuna grazie alla ristorazione, lo stesso business che ha permesso all’ex cuoco di Putin di avvicinarsi allo zar del Cremlino. Poi Prigozhin ha preso la strada della guerra, probabilmente più redditizia considerando che Fbk stima in circa 20 miliardi di dollari il suo patrimonio.

Ma il capo della Wagner è sotto sanzioni già per le interferenze nelle elezioni Usa del 2016, diventate più stringenti nel 2019 e ancora di più dopo l’invasione dell’Ucraina. Sergey Inkina invece no, quindi non c’è nulla di illegale nei suoi possedimenti in Versilia, dove è in buona compagnia visto che in quella zona anche oligarchi russi come Roman Abramovich e Oleg Deripaska hanno comprato ville. Rimane, però, una questione di opportunità politica, come fu nel caso di Scheherazade, il famoso ‘yacht di Putin’ fatto sequestrare sotto il governo Draghi pur non essendo sottoposto a sanzioni: a detenere l’imbarcazione era infatti una prestanome.

Nessun commento intanto da parte dell’amministrazione comunale di Forte dei Marmi, che ha fatto sapere aver appreso la notizia dalla stampa. Sempre nel comune in provincia di Lucca, secondo quanto pubblicato nel 2019 dalla testata investigativa ucraina Slidstvo.info, ci sarebbe anche una villa riconducibile ad una società collegata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e a sua moglie Olena, acquistata prima che Zelensky assumesse la guida del Paese.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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