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Cronache

La terribile agonia del piccolo Edoardo annegato perchè rimasto 3 minuti a faccia in giù nell’acqua della piscina di Mirabilandia

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E’ rimasto per tre minuti a faccia in giu’ nell’acqua della piscina di Mirabilandia dove ha trovato la morte. E’ stata questa la terribile agonia di Edoardo Bassani, bimbo di quattro anni di Castrocaro, morto mercoledi’ nell’area del parco di divertimenti ravennate. I primi risultati dell’autopsia e un video delle telecamere interne, sequestrato dalla procura di Ravenna che sta indagando sul caso, stanno chiarendo cosa e’ successo in quei minuti. Il piccolo Edoardo, secondo i primi risultati ufficiosi dell’autopsia, e’ morto per annegamento diretto, come del resto era gia’ emerso dalle verifiche fatte dai carabinieri e condensate nelle ipotesi tracciate dal procuratore di Ravenna Alessandro Mancini. Non c’e’ stato, dunque, un malore o un’altra causa a determinarne la morte. Secondo il video acquisito alle indagini, la madre ha lasciato il bimbo vicino a uno scivolo con circa 30 centimetri di acqua dicendogli di restare fermo, perche’ lei sarebbe tornata in breve. Il bambino invece ha iniziato a spostarsi verso una baby-dance, prima giocando e poi annaspando per, infine, soccombere in 110 centimetri d’acqua. Il corpo e’ stato quindi spostato dalle correnti della piscina fino al punto del ritrovamento. Nel frattempo i bimbi attorno, ignari, hanno continuato a giocare: qualcuno lo ha pure sfiorato o gli e’ passato sotto in apnea. Il video dura otto minuti circa, dal momento dell’allontanamento della madre ai soccorsi, quando gia’ la donna lo stava cercando. Di questi, per circa tre minuti, il bimbo e’ rimasto a faccia in giu’ in acqua. Oltre all’autopsia, nel pomeriggio e’ stato fatto un nuovo sopralluogo nell’area della tragedia. Una volta definite con chiarezza le cause della morte del bimbo, la Medicina del Lavoro dell’Ausl puntera’ a scandagliare anche i protocolli legati alla sicurezza interna del parco e verifichera’ il rispetto di tutte le norme di settore. Per la vicenda ci sono dieci indagati, fra cui la madre del bimbo, la cui difesa ha nominato un proprio consulente. “Sono emersi – ha detto il suo legale Giovanni Zauli – elementi che confortano quanto questa difesa sta acquisendo: ovvero che la mia assistita fara’ il processo sul banco delle persone offese”. Al nulla osta per la salma seguira’, a inizio settimana, il funerale del piccolo.

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Cronache

Scarcerato imprenditore che accusa Psoe di tangenti: ho prove

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L’imprenditore Victor de Aldama, imputato nel cosiddetto ‘caso Koldo’ sulle presunte tangenti nei contratti milionari per le mascherine durante la pandemia di Covid, ha lasciato questa sera il carcere madrileno di Soto del Real, dov’era detenuto per un’altra inchiesta relativa a una frode di idrocarburi. Del Aldama è stato scarcerato dopo aver ammesso oggi davanti al giudice istruttore del caso Koldo di aver pagato commissioni per 250.000 euro all’ex ministro di Trasporti, José Luis Abalos, e per 100.000 euro a Koldo Garcia, consulente di Abalos, per la compravendita di mascherine nel peggiore periodo della pandemia.

Ha denunciato anche di aver pagato 15.000 euro al numero 3 del Psoe, l’ex responsabile di organizzazione, Dantos Cerdan, che lo ha negato e ha negato di conoscerlo. In dichiarazioni ai cronisti fuori dal centro penitenziario, de Aldama ha fatto riferimento alle sue affermazioni riguardo al presidente del governo, Pedro Sanchez, che – a suo dire – aveva voluto conoscerlo per ringraziarlo di quanto aveva fatto a favore di imprenditori spagnoli in Messico. “Mi ha chiamato delinquente e personaggio” ha detto l’imprenditore riguardo al premier, che oggi ha definito “totalmente false” le accuse.

“Quante prove vuole, non deve preoccuparsi il signor Sanchez, avrà prove di tutto quello che è stato detto”, ha aggiunto. E, alla domanda se l’incontro con il premier, documentato in una foto pubblicata il 3 novembre dal quotidiano El Mundo, fosse stato fortuito, ha replicato: “Naturalmente non lo era”. L’imprenditore è indagato in due diverse inchieste in capo al tribunale dell’Audiencia Nacional: una presunta truffa di idrocarburi, per la quale fino a oggi è stato in carcere preventivo; e il così detto ‘caso Koldo’ per i contratti pubblici milionari per la fornitura di mascherine durante la pandemia.

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Cronache

Dati rubati: Del Vecchio jr: ho chiarito la mia posizione

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“Sono soddisfatto dell’interrogatorio in quanto ho potuto chiarire la mia posizione. Auspico che la giustizia faccia il suo corso e che il prima possibile venga richiesta l’archiviazione dell’inchiesta a mio carico per l’insussistenza dei reati contestati”. Lo ha dichiarato dichiarato Leonardo Maria Del Vecchio al termine dell’interrogatorio reso ai pm della Dda di Milano e della Dna, nell’ambito dell’indagine su una presunta rete di cyber spie che ruotava attorno alla Equalize, e nel quele è indagato. L’imprenditore aveva chiesto di essere interrogato per chiarire e difendersi dalle accuse,

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Femminicidio di Francesca Deidda a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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