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Cronache

La strage sul lavoro, quattro morti in due giorni

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Ancora morti sul lavoro, con quattro vittime in sole 48 ore. Nel Casertano un operaio di 60 anni ha perso la vita ieri pomeriggio dopo essere stato travolto dal cancello d’ingresso di un capannone industriale. In provincia di Brescia, invece, un imprenditore è morto travolto dal materiale mentre stava lavorando in un cantiere; gravissimo l’operaio che era con lui. A Nocera Superiore (Salerno) è scivolato da un impalcatura ed è morto un uomo di 66 anni, con i sindacati che hanno protestato perchè “a quell’età un operaio dovrebbe stare in pensione”.

Nel Modenese, infine, un anziano agricoltore è deceduto travolto da una balla di fieno. Ad Orta di Atella, in provincia di Caserta, il dramma si è consumato in pochi secondi, con il 60enne Antonio Bernardo, sposato, tre figli, rimasto schiacciato sotto il peso di un cancello che stava chiudendo manualmente dopo il passaggio di un veicolo. Bernardo, residente a Sant’Agata dei Goti (Benevento), era dipendente di una ditta di San Felice a Cancello, la Eco System San Felice Srl, che si occupa di impianti di bonifica e protezione ambientale. Secondo quanto accertato dai carabinieri di Marcianise, dagli ispettori dell’Asl e dell’ispettorato del Lavoro, l’uomo era impegnato in lavori di pulizia e di bonifica ambientale nel capannone della società ‘Le delizie del sud srl’. L’incidente è avvenuto verso fine turno, quando Bernardo stava per lasciare il capannone: ha tirato il cancello per chiuderlo, ma questo si è ribaltato travolgendolo in pieno. Quando sono arrivati i soccorritori, l’uomo era ancora sotto il cancello, ormai deceduto.

La Procura della Repubblica di Napoli Nord ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, e ha disposto l’autopsia. A Tignale, sulla sponda bresciana del Garda, altro incidente mortale. Alberto Tedeschini, imprenditore di 51 anni, è stato travolto dal materiale mentre stava lavorando in un cantiere. In particolare, secondo i primi accertamenti, l’uomo non sarebbe riuscito ad allontanarsi quando le solette interne dell’immobile che stava ristrutturando sono collassate ed è stato schiacciato. Gravissimo anche l’operaio che era con lui e che è stato trasferito in ospedale. La vittima dell’incidente avvenuto in provincia di Salerno, in un cantiere di Nocera Superiore, aveva invece 66 anni: regolarmente assunto da un’impresa edile, è scivolato da un’impalcatura da un’altezza di due metri, sbattendo con la testa.

Trasportato d’urgenza in ospedale, è morto. “A sessantasei anni – la protesta di Cgil Salerno e Fillea – un operaio edile dovrebbe già essere in pensione. E la caduta dall’alto continua ad essere la principale causa di decesso”. Altro tragico infortunio, ieri mattina, in un’azienda agricola di Castelnuovo Rangone, nel modenese, dove un uomo di 77 anni è morto schiacciato da una balla di fieno all’interno del capannone dell’azienda agricola di famiglia. A perdere la vita uno dei titolari della ditta F.lli Giberti. Altri incidenti, fortunatamente non mortali, si sono verificati dal Nord al Sud della penisola. Grave in ospedale un falegname 69enne che stava effettuando per conto di una ditta esterna un intervento di manutenzione in un cantiere navale a Cervignano (Udine): il lavoratore è caduto da una piattaforma alta tre metri.

A Sangineto, in provincia di Cosenza, è invece rimasto gravemente ferito un uomo di 58 anni, dopo che il trattore che stava conducendo si è ribaltato. Infortunio sul lavoro, ieri, anche a Settimo Torinese, dove un operaio di 39 anni ha perso la mano sinistra in un macchinario utilizzato per la produzione dei gelati, mentre un operaio è stato ricoverato in codice rosso in ospedale ad Avellino dopo essere stato travolto dal trattore sul quale si stava mettendo alla guida.

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Strage in famiglia: 17enne rivede i nonni in carcere

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A distanza di poco più di due settimane dalla strage di Paderno Dugnano, nel Milanese, avvenuta nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre, il 17enne, che ha ucciso a coltellate padre, madre e fratello di 12 anni, oggi ha incontrato nel carcere minorile Beccaria i nonni. Nonni che da giorni avevano chiesto di vederlo perché, comunque, malgrado ciò che è successo e che resta senza una vera spiegazione, hanno deciso di non abbandonare il nipote e di “sostenerlo”. Cinque giorni fa il Tribunale per i minorenni di Milano aveva autorizzato, su richiesta della difesa, il colloquio, dopo che sia il 17enne che i nonni, così come gli altri familiari, avevano manifestato la loro disponibilità. I nonni, ma allo stesso modo gli zii del ragazzo, hanno più volte ripetuto, infatti, che vogliono rimanergli vicino e vogliono aiutarlo nel suo percorso giudiziario. E oggi si è trattato ovviamente, da quanto si è saputo, di un incontro toccante, fatto di lacrime, parole e silenzi.

“Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”, aveva messo a verbale, interrogato, il ragazzo parlando di un suo “malessere” che durava da tempo, ma che si era acuito in estate, e dicendo di sentirsi “estraneo” rispetto al mondo. E aveva spiegato, però, che non ce l’aveva con la sua famiglia nello specifico e non aveva, dunque, fornito un movente preciso per la strage. La difesa, con legale Amedeo Rizza, intanto, punta su una consulenza psichiatrica affidata ad un esperto per una successiva richiesta di perizia, affinché venga accertato se al momento dei fatti il giovane avesse o meno un vizio di mente. Per la difesa, inoltre, non può reggere nel procedimento l’aggravante della premeditazione, contestata, invece, dalla procuratrice facente funzione per i minori di Milano, Sabrina Ditaranto, e dalla pm Elisa Salatino nell’accusa di triplice omicidio. Aggravante riconosciuta dalla gip Laura Pietrasanta nella misura cautelare.

Il ragazzo, dopo l’incontro con i nonni di oggi, è stato poi trasferito, da quanto si è saputo, dal carcere minorile Beccaria di Milano a quello di Firenze.

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Maltempo: temporali e forti venti, allerta gialla in 10 regioni

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Una vasta perturbazione, attualmente centrata sull’area balcanica, determinerà un graduale inasprimento delle condizioni di maltempo sull’Italia, con precipitazioni sparse sul territorio, specie settori adriatici, più diffuse e persistenti su Emilia-Romagna e Marche. Inoltre, la formazione di un’aera di bassa pressione sul basso Tirreno genererà una intensificazione dei venti nord-orientali sui settori adriatici centro-settentrionali. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

L’avviso prevede dalle prime ore di domani precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di carattere di rovescio o temporale, su Emilia-Romagna e Marche, dalla mattinata, precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Abruzzo e Molise, specie settori costieri, e su Campania, Puglia e Basilicata. Tali fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Attesi, inoltre, dal primo mattino di domani, venti da forti a burrasca nord-orientali, su Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche, specie su settori costieri e appenninici, con mareggiate sulle coste esposte. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta gialla su parte di Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, sugli interi territori di Molise, Basilicata e Puglia, su parte di Campania e Sardegna.

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Auto contro scooter, omicidio volontario dopo una lite

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Un incontro, questa volta casuale. Gli animi che si scaldano, ancora, per quella relazione sentimentale con sua sorella che proprio non gli andava giù. Il finestrino della sua auto frantumato con un martelletto, la rabbia che monta e l’inseguimento dello scooter a bordo del quale viaggiavano i due rivali. Infine la tragedia provocata da una collisione, a quanto pare voluta, che trasforma un diciannovenne nell’assassino di un ventenne. E’ il drammatico epilogo di una lite che andava avanti da qualche mese, caratterizzata anche da altri episodi su cui adesso si sta cercando di fare luce, la morte di Corrado Finale, speronato mentre era in fuga su uno scooter con un altro giovane che, per fortuna, è rimasto solo ferito. Contrariamente a quanto si era pensato in un primo momento non si è trattato di un incidente, uno dei tanti che funestano i weekend, ma di un atto voluto, deliberato, finalizzato a punire quei giovani suoi rivali.

E così ha trasformato la Fiat 500 in un ariete, facendo carambolare a terra i ragazzi che prima finiscono con lo scooter contro un palo e poi su una fioriera. Le condizioni di Corrado, disarcionato dal Beverly, sono sembrate subito molto gravi. E, purtroppo, il suo decesso è sopraggiunto poco dopo, per le gravi ferite riportate. Sarà l’esame autoptico disposto dalla Procura di Napoli Nord, a fornire l’esatta causa della morte. L’altro centauro, il ragazzino protagonista dell’osteggiata liaison amorosa, invece se l’è cavata: la sua prognosi è di 30 giorni, ma è vivo. E’ stato proprio lui a raccontare ai carabinieri la dinamica dell’accaduto (peraltro confermata dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite dagli investigatori), insieme con il movente: una relazione sentimentale contrastata con la sorella del 19enne fermato il quale, dopo l’incidente, si è allontanato senza prestare soccorso alcuno.

Solo successivamente si è consegnato in caserma accompagnato dall’avvocato. Ieri, l’investitore, che viaggiava su una Fiat 500, al termine dell’interrogatorio è stato sottoposto a fermo, non per omicidio stradale, come sembrava logico in un primo momento, ma per i ben più gravi reati di omicidio volontario e tentato omicidio. Nell’auto c’era anche la sorella la quale ha confermato la lite che da mesi andava avanti tra il fratello e il fidanzatino. In caserma, davanti al pm, sono stati convocati e ascoltati anche alcuni parenti del sopravvissuto. Uno ha fatto riferimento a un grave episodio risalente a qualche settimana fa, quando è stata lanciata una bottiglia incendiaria contro il portone della sua abitazione. Un episodio inquietante ma non denunciato. Secondo questa persona sarebbe stato proprio quel giovane fermato l’autore del gesto intimidatorio, ma lui, che ha reso dichiarazioni parzialmente confessorie, ha smentito di avere compiuto quell’attentato. Sequestrati per le perizie la vettura, il parafango bianco di una Fiat 500 trovato su via del Mare, teatro dell’incidente, e lo scooter sul quale viaggiava la vittima.

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