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Cronache

La storia di Giulio Giaccio, rapito, ucciso e sciolto nell’acido dalla camorra per errore

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I suoi genitori, la sorella, lo dissero subito: Giulio Giaccio non aveva a che fare con la delinquenza, di sicuro si era trattato di uno scambio di persona. Ed oggi, a quasi 23 anni dalla sua sparizione, è venuta fuori la verità e i carabinieri hanno arrestato due persone, due che sarebbero collegati al clan Polverino. E cioè Salvatore Cammarota e Carlo Nappi, tutti e due già in carcere per altri reati.

Giulio era nella piazzetta davanti alla chiesa del Sacro cuore,  fra il quartiere di Pianura e la cittadina di Marano, nel napoletano. Venne prelevato da alcune persone a bordo di un’auto. Sembravano poliziotti, avevano il lampeggiante e un’insegna. Da quel momento di Giulio Giaccio, 26enne muratore, incensurato, nessuna frequentazione sospetta, non si ebbe più notizia. Dopo qualche anno entrò a far parte dei cold case: fino al 2015 quando il caso venne  riaperto grazie alle rivelazioni di un pentito della camorra, proprio del clan Polverino.

Roberto Perrone raccontò ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che Giulio Giaccio era stato ucciso dagli emissari del clan. Per un errore di persona. Che avessero sbagliato obiettivo i suoi familiari, la mamma la sorella, ne erano convinti già 15 anni fa.

“Il nostro ragazzo – spiegarono la mamma e la sorella- non frequentava quella gente, lui di ritorno dal lavoro aiutava noi nei campi”. E basandosi sull atestimonianaz adi un ragazzo che vide Giulio portato via da sconosciuti che non seppe riconosere spiegava anche che quelli cercavano un certo Salvatore ma non si accontentarono neppure dei documenti di identità che Giaccio mostrò loro.
Belve vendicative vollero credere che Giulio Giaccio era invece – come aveva spiegato agli inquirenti il pentito Perrone- un tal Salvatore amante della sorella di uno di loro. Lo stesso collaboratore di giustizia spiegò ai magistrati che Giaccio non aveva niente a che fare con la camorra, l’errore fu di uno “specchiettista”, cioè colui che segnala la persona da uccidere al killer, che identificò per errore il muratore. Fu così che Giulio Giaccio venne rapito, subì un processo sommario e venne ucciso. Non venne mai più trovato. Il suo corpo sarebbe stato sciolto nell’acido .

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Cronache

Imprenditore campano arrestato in Gallura per frode fiscale

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Avrebbe occultato beni mobili e somme di denaro per oltre 450mila euro e trasferito la sua attività commerciale da Cava De’ Tirreni a Santa Teresa di Gallura per sottrarre i suoi averi al recupero forzoso: un affermato imprenditore campano di 60 anni, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e reati tributari. Firmato anche un decreto di sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca. Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare nei confronti dell’industriale, molto conosciuto nella provincia di Salerno, sono partite dalla Procura di Tempio Pausania e affidate alla tenenza della Guardia di Finanza di Palau e altri reparti. E’ stato così possibile ricostruire la vicenda fiscale dell’imprenditore attivo nel settore del commercio di abiti da cerimonia. A Santa Teresa di Gallura, attraverso il figlio, gestiva un bar ristorante, dichiarato poi fallito nel luglio del 2021.

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Cronache

Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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