La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali sta coordinando centinaia di specialisti per cercare ottenere successo nella ricerca e nella sperimentazione, ma il cammino è ancora lungo: per questo chiede il supporto dello Stato e della società civile “Non esiste nessuna molecola registrata per il trattamento di infezioni da Covid-19 – sottolinea il Presidente Tavio – e i dati disponibili in letteratura sono pochi, il Vademecum della SIMIT rappresenta un prezioso strumento di supporto per i nuovi protocolli terapeutici per trattamenti che prevedono l’uso di vecchi e nuovi farmaci”. L’emergenza da COVID-19 ha stravolto la vita di tutto il Paese e ha portato medici e infermieri, oltre ad altre categorie, in prima linea nel combattere il virus. Tra gli operatori sanitari, gli infettivologi sono stati tra i primi a ritrovarsi impegnati in questa difficile lotta. La SIMIT ha affrontato la situazione sin dal primo momento e in queste settimane ha intrapreso molteplici iniziative per supportare la popolazione, anche oltre alla spontanea attività clinica. La comunicazione ai cittadini si è fatta ancora più capillare, con tutti i componenti della Società che hanno risposto alle domande dei media, a partire dal Presidente Marcello Tavio, dal Past President Massimo Galli, dal Direttore Scientifico Massimo Andreoni e dal Vicepresidente Claudio Mastroianni, affiancati da tutti le decine di specialisti presenti sul territorio che hanno fatto arrivare la propria voce alle testate locali e nazionali. In queste settimane sono state rapidamente avviate molteplici iniziative. La sezione della Regione Lombardia, l’area più colpita, lo scorso 13 marzo ha pubblicato il Vademecum SIMIT, frutto del lavoro del “Gruppo collaborativo – Terapia Covid-19 Lombardia”, costituito da 46 specialisti provenienti dai principali ospedali lombardi, in particolari gli Spedali Civili della città “focolaio” Brescia. Il vademecum si occupa di definire le caratteristiche principali del Covid-19, su cui esistono ancora troppi dubbi nella popolazione generale, ma soprattutto predispone strumenti di supporto ai clinici per le decisioni terapeutiche, sulla base dei pochi dati disponibili in letteratura. Il Vademecum, insieme agli altri strumenti di lavoro in uso presso il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sarà di grande supporto per infettivologi e altro personale medico degli Ospedali italiani. Sul sito www.simit.org sarà poi possibile scaricare gli aggiornamenti. Il vademecum è anche un primo passo per analizzare il tema delle cure. Non esiste infatti nessuna molecola registrata per il trattamento di infezioni da Covid-19. Esistono tuttavia delle sperimentazioni in corso sull’utilizzo di alcuni antivirali che hanno mostrato efficacia su Covid-19.
Italian Carabinieri (military police) are patrolling as people wait at night in line to enter a supermarket to get supplies after the government announced that the whole Italy will be declared emergency area to contain the Covid-19 coronavirus infection.
“Poiché, ad oggi – dichiara il Presidente SIMIT Marcello Tavio – non esiste nessuna molecola registrata per il trattamento di infezioni da Covid-19 e i dati disponibili in letteratura sono pochi, il Vademecum della SIMIT rappresenta un prezioso strumento di supporto per quanto riguarda nuovi protocolli terapeutici per trattamenti che prevedono l’uso di vecchi e nuovi farmaci”. Realizzata anche la piattaforma SIMIT.NET, attiva da lunedì 16 marzo come distributore di contenuti e raccoglitore di dati per le iniziative condivise in ambito SIMIT. Fare previsioni sui prossimi sviluppi sarebbe sicuramente azzardato. “La nostra speranza è che di questo virus ci si possa liberare in non più di 3 mesi dal momento dell’applicazione di determinate regole. Non sarà una cosa breve – sottolineano gli infettivologi SIMIT -. Credo che sia giusto dire agli italiani che ne verremo fuori, ma, allo stesso tempo, non illudiamoci, perché non sappiamo dare ora una data”. In questa guerra contro il virus serve il supporto di tutta la società civile. Anzitutto, ciascuno deve dare il suo contributo seguendo le disposizioni varate dal Governo, limitando dunque al massimo gli spostamenti e rimanendo, nei limiti del possibile, nella propria casa. Inoltre per poter dare un contributo fattivo, la SIMIT ha lanciato un appello. Per combattere il Covid-19 e promuovere la ricerca in questo momento drammatico è possibile fare una donazione. Come indicato nella homepage del sito www.simit.org si può supportare l’attività medica e la ricerca clinica con un bonifico intestato a Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, via del Romito 63/a, 59100 Prato, IBAN IT93N0200821506000104139548. Cro/Mpd 20200319T202534Z
“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.
Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.
“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.
Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).
Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.
Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.