Le analisi ancora in corso, e non lontane dall’essere completate, sui telefoni sequestrati e poi gli accertamenti sui profili genetici. È su questi due fronti, a cui si aggiungeranno a breve anche nuovi audizioni di testimoni, che si sta muovendo, al momento, l’inchiesta per violenza sessuale a carico di Leonardo Apache La Russa, terzogenito del presidente del Senato, e del suo amico dj Tommaso Gilardoni, scattata in seguito alla denuncia di un’ex compagna di liceo di La Russa jr, da lui incontrata nella notte tra il 18 e il 19 maggio in un locale milanese esclusivo. Ci vorranno, in particolare, ancora alcune settimane, probabilmente un paio, per terminare il lavoro investigativo su chat, messaggi, video, foto e audio, attraverso una selezione per parole chiave, sui due telefoni del figlio della seconda carica dello Stato.
Nei prossimi giorni, invece, dovrebbero arrivare sul tavolo dei magistrati gli esiti relativi ai reperti biologici raccolti, con analisi iniziate il 15 settembre. Nel caso emergessero profili di dna maschile, gli inquirenti potrebbero chiedere a La Russa jr di mettersi a disposizione per il prelievo del suo dna. Stessa procedura probabile pure per Gilardoni, che sembra sia ancora all’estero, e nel caso arrivasse una risposta negativa si potrebbe richiedere anche un prelievo coatto. Secondo la difesa di Apache, gli accertamenti in questa fase “stanno andando bene”. Il 21enne ha sempre respinto le accuse e il suo legale, Adriano Bazzoni, stamattina ha avuto un breve incontro col pm Rosaria Stagnaro, titolare dell’inchiesta con l’aggiunto Letizia Mannella, condotta dalla Squadra mobile. Dalle verifiche sui cellulari, e in particolare dai messaggi più significativi rintracciati, gli inquirenti attendono spunti utili anche per raccogliere nuove testimonianze, mentre altre consulenze, oltre a quelle informatiche e genetiche, potrebbero essere presto disposte dalla Procura, ad esempio per effettuare degli accertamenti tossicologici, anche perché le analisi della clinica Mangiagalli avevano rilevato l’assunzione da parte della ragazza di cocaina, cannabis e soprattutto di benzodiazepine.
Lei stessa, tra l’altro, aveva riferito che assumeva dei tranquillanti. Come risulta dagli atti, la 22enne ha messo a verbale davanti ai pm di aver avuto “un blackout”, probabilmente dopo aver bevuto un drink offertole nella discoteca Apophis dal 21enne, e comunque di essersi risvegliata nuda nel letto del ragazzo il mattino dopo. Lui le avrebbe detto a quel punto, stando alla versione della ragazza, che aveva avuto rapporti anche con l’amico. Lei, però, non ricordava nulla.