Il presidente del Senato, Ignazio La Russa celebra su Facebook il settantaseiesimo anniversario della nascita del Movimento Sociale Italiano. E immediata scoppia la bufera politica, dentro e fuori il Palazzo: le opposizioni vanno all’attacco chiedendo le dimissioni della seconda carica dello Stato. Molto dura anche la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, secondo la quale: “è grave” che le alte cariche istituzionali esaltino la storia del Msi, un partito, a suo giudizio “in continuità ideologica e politica con la Rsi”.
Altrettanto netta la censura della comunità ebraica romana: “Quando si ricoprono ruoli istituzionali – attacca la presidente Ruth Dureghello – il nostalgismo assume contemporaneamente contorni gravi e ridicoli. Non sono accettabili passi indietro, soprattutto dalla seconda carica dello Stato. La Repubblica italiana è antifascista e quando si giura sulla Costituzione lo si dovrebbe fare sapendo che non possono più esistere ambiguità o incoerenze in merito”.
Anche l’Anpi attacca a testa bassa definendo il post di La Russa “uno sfregio alle istituzioni democratiche”. “Con tutto il rispetto per i suoi affetti familiari – sostiene il presidente Gianfranco Pagliarulo – La Russa non ha ancora capito che è il presidente del Senato della Repubblica antifascista e non il responsabile dell’organizzazione giovanile del Msi”. Una polemica che stranamente esplode a scoppio ritardato: il giorno in cui cadeva la data esatta dell’anniversario, era stato il sottosegretario al Lavoro, Isabella Rauti, ad essere stata subissata di critiche per aver festeggiato la nascita del partito fondato da Giorgio Almirante, anche lei sui social, ma su twitter.
“Viva il Msi”, aveva cinguettato, postando la foto del simbolo della Fiamma con l’immagine del padre e fondatore del Movimento, Pino Rauti. “Oggi voglio ricordare il 26 dicembre di 76 anni quando, a Roma, nasceva il Msi – aveva postato – Onore ai fondatori ed ai militanti missini. Le radici profonde non gelano”. In realtà, sempre ieri, anche La Russa aveva fatto altrettanto, ma forse complice la giornata festiva, nessuno se n’era accorto. Il suo messaggio, nel citare il padre, è analogo a quello di Isabella Rauti, ma pone l’accento sul rispetto da parte del Msi della Carta Costituzionale: “Nel ricordo di mio padre, che fu tra i fondatori del Msi in Sicilia e che scelse con il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana”. Stavolta però, ovviamente in considerazione del ruolo che riveste La Russa, scoppia furibonda la polemica. Il Pd è compatto nel chiedere la sua testa. Laura Boldrini osserva che si deve dimettere per aver “mortificato la Costituzione antifascista”.
Per Chiara Gribaudo, “ha tutto il diritto di commemorare il padre. Ne ha molto meno nell’esaltare il MSI, per i legami con il regime fascista e per quello che ha rappresentato nell’Italia repubblicana. La Russa – conclude – è un uomo di parte, inadeguato al ruolo che ricopre”. Per Federico Fornaro, con queste parole La Russa “rinnega la svolta di Fiuggi”. Concetto ribadito anche da Osvaldo Napoli (Azione), secondo cui “passare dal fascismo “male assoluto” al fascismo “male relativo” è un attimo”. “Chi rappresenta le Istituzioni – sottolinea la vicepresidente del M5S Alessandra Todde – non deve mai dimenticare che le nostre radici democratiche, come la Costituzione, si fondano sull’ antifascismo e sulla Resistenza”. In serata la replica di Emiliano Arrigo, portavoce di La Russa, secondo cui le polemiche sono “strumentali” e vengono da chi non ha letto il post. “La piena adesione del Msi alla democrazia e al Parlamento è storia e nessuno può negarla”, conclude Arrigo.