Non c’era il calore del comizio dal vivo, ma la grinta quella sì. E c’era rabbia. Anche per i riflessi di una sfera privata che è diventata pubblica. La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha festeggiato un anno di governo, ma a tratti il suo discorso è apparso più un j’accuse ai detrattori che una celebrazione del lavoro fatto. Con parole quasi di sfida: “io non ho paura, il governo è pronto a riformare nel profondo quello che va riformato – ha detto – senza guardare in faccia nessuno e, badate bene, questa è anche la ragione per cui la cattiveria e i metodi che si utilizzano per indebolirci hanno raggiunto vette mai viste prima”. Fuori programma il modo con cui la premier ha partecipato alla festa organizzata da Fdi al teatro Brancaccio di Roma: un videomessaggio di 8 minuti registrato il giorno prima al Cairo, dov’era per il summit sul Medioriente. Una scelta meditata e metabolizzata, quindi. L’anniversario non è cascato in un momento facile per Meloni. Lo scenario internazionale con la guerra in Ucraina, l’attacco di Hamas a Israele, la manovra in ristrettezza.
E poi l’addio doloroso, rumoroso, al compagno Andrea Giambruno. Al Brancaccio Meloni non c’era. Tutto lo stato maggiore di FdI sì, con i ministri sul palco, i sottosegretari e i parlamentari nelle prime file, la platea stracolma pronta ad applaudirla. C’era la sorella della premier, Arianna. Qualcuno ha notato l’assenza del Guardasigilli, Carlo Nordio, che era nel suo Veneto, come ogni fine settimana, da consuetudine. “Abbiamo il coraggio e la pazienza per scardinare a una a una le incrostazione di potere che hanno affogato questa nazione” ha attaccato la premier, tornando ai toni battaglieri del suo esordio alla guida del governo. E Poi: “Siamo il nemico da abbattere, perché noi siamo uno specchio, uno specchio della loro meschinità”, ha aggiunto. Il “loro” è rimasto un generico “loro”. Tanto che Riccardo Magi, di Più Europa, ha chiesto sarcastico: “Ma con chi ce l’ha?”.
Mentre il senatore Pd Antonio Misiani l’ha accusata di aver fatto “un festival del vittimismo e della sindrome da assedio”. Per la premier c’è poi l’orgoglio. Quello del giuramento al Colle è stato “un giorno storico per Fdi e il centrodestra – ha rivendicato – per gli italiani e per l’Italia che, per la prima volta dall’unità, vedeva una donna alla guida del governo”. Meloni ha esaltato l’anno di lavoro: “Sono fiera di quello che abbiamo fatto, di noi, della nostra classe dirigente e di me stessa. Dopo un anno, nello specchio vedo ancora la stessa persona, perché ho camminato a testa alta. Stiamo dimostrando che si potevano raggiungere risultati inimmaginabili e fare cose straordinarie senza dover essere meschini o dover prendere scorciatoie. Gli altri continuino pure a rotolarsi nel fango, noi voleremo alti, le nostre spalle sono larghe, la nostra coscienza è a posto”.
Nessun accenno a polemiche, contrasti, beghe. “Sono orgogliosa anche per la compattezza della maggioranza, perché sono falliti tutti i tentativi di dividerci. C’è tanto affetto e sostegno da parte degli italiani, perché noi diamo rappresentanza all’Italia vera”. Mentre la premier parlava, il M5s diffondeva il contro-video di Giuseppe Conte: “Non permetteremo che Meloni e soci mettano in ginocchio il nostro paese e la nostra Italia”. Per Angelo Bonelli, deputato di Verdi-Si, “il Governo Meloni si è dimostrato il governo dell’ingiustizia sociale e ambientale”. Critico anche Matteo Renzi: “Dopo un anno di Governo l’Italia sta peggio”.