Di fronte al Covid19 il anche il Mondo Giuridico ha dimostrato sempre insofferenza e reclamato Giustizia. Denunce, richieste di chiarimenti e di vigilanza, così noi Operatori del Diritto (Avvocati,Magistrati,Universitari, ecc.) abbiamo tentato di dare il nostro contributo alla lotta al coronavirus avvalendoci anche delle pagine di Juorno.it, giornale libero ed indipendente che ci ha dato sempre ampia possibilità divulgativa nell’ottica di arricchire un dibattito al riparo da fake news e slogan di propaganda. Così ad esempio è stata condotta la battaglia contro lo scempio delle scarcerazioni del 41Bis “causa rischio pandemico”, che ha portato alle dimissioni di queste ore del capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (D.A.P.), il dottor Francesco Basentini, dopo l’ondata di indignazione nazionale che nei moniti (anche profetici) del Magistrato dott. Catello Maresca, cristallizzati proprio nelle pagine del “nostro” Juorno,ha trovato forse la più alta risonanza.
Oggi si dibatte molto su di un altro tema fondamentale, la legittimità dei Decreti del Presidente del Consigli Giuseppe Conte, che secondo autorevoli interventi difetterebbero finanche di incostituzionalità per tutta una serie di violazioni normative anche molto gravi.
Il tal caso la correttezza della divulgazione trova un punto fermo in un contributo giuridico reso già giorni addietro dallo stimatissimo collega avv. Luigi Adinolfi, amministrativista casertano, che ha evidenziato in modo impeccabile ed esaustivo, soprattutto scevro da ogni pregiudizio, tutti i vizi che affliggerebbero i D.P.C.M. emanati in corso di pandemia. Con potenziali effetti a dir poco devastanti sull’intero sistema, perché dalla loro caducazione a posteriori tutte le misure ad oggi adottate verrebbero private di efficacia, lasciando così un debito di legalità che darebbe vita a problematiche di proporzioni enormi, con strascichi giudiziari ed amministrativi senza precedenti.
In particolare ad essere “dimenticate ed obliterate” sarebbero proprio le garanzie democratiche contenute nel cardine normativo di riferimento, il Decreto Legislativo n. 1/2018, ossia il “Codice della Protezione Civile”, a fronte delle dichiarate “emergenze nazionali”. Del resto abbiamo spesso assistito come nel nome dell’imminenza o della tempestività si sia tentato di aggirare il dato normativo per perseguire o consolidare ingiusti interessi di parte.
Nella esposizione cronologica degli eventi e delle correlate eccezioni, l’avvocato Adinolfi pone particolare accento sul decreto di “mobilitazione generale“ (DPCM) del31/01/2020 che non conterrebbe alcun limite ad un potere verticistico che diviene così tanto straripante quanto incontrollabile.
Del resto proprio la premessa dello studio in parola, fin da subito apprezzatissimo nell’ambiente, è già tutto un programma: “ Nel delirio collettivo dettato dalla paura del coronavirus, a causa della quale sembra che anche molti giuristi o sedicenti tali hanno perso la bussola, che nel nostro ordinamento giuridico è la Costituzione, occorre fare un attimo di chiarezza alla luce delle norme vigenti, non per spirito di polemica, ma solo per delineare il quadro normativo…”
Quindi anche gli emanati Decreti Legge conterrebbero gravi profili di ingiustizia laddove, oltre al contrasto con il citato “Codice”, si palesano limiti di esercizio del potere talmente ampi da consentire al Presidente del Consiglio dei Ministri di poter operare senza alcun controllo, svincolato finanche anche da quello del Presidente della Repubblica in merito al richiamato difetto di delega legislativa.
In un quadro di tale incompiutezza le Regioni dal loro canto avrebbero quindi continuato ad emettere ordinanze anch’esse illegittime perché parimenti confliggenti con la normativa nazionale.
Un perverso automatismo a fronte del quale viene invocato anche l’intervento della Corte Costituzionale, per altre evidenziate violazioni di sua competenza.
Corte Costituzionale. Una riunione in adunanza pubblica
Invero, anche in tal caso sarà facile comprendere come tutte le esigenze di tutela della piena legalità e quelle di contenimento della pandemia non devono essere considerate giammai incompatibili, ed anzi devono e possono coesistere, garantendo sempre il rispetto delle irrinunciabili norme poste aprotezione dello Stato Democratico.
Per un (caldamente consigliato) approfondimento tecnico si rimanda a quanto integralmente pubblicato dall’avv. Luigi Adinolfi sul sito della Camera Ammnistrativa e Comunitaria della Campania all’indirizzo web:https://www.cameraamministrativacampania.com/contributi/
Un tycoon delle criptovalute sta per mangiare la banana appiccicata alla parete di Maurizio Cattelan. Pagando 6,2 milioni di dollari da Sotheby’s, il collezionista Justin Sun, fondatore della piattaforma Tron, ha battuto altri sei concorrenti per una di tre edizioni dell’opera concettuale Comedian creata nel 2019 dall’artista padovano celebre in tutto il mondo per le sue provocazioni. Sun, che nella sua raccolta ha un Giacometti da 78 milioni comprato nel 2021, ha seguito l’asta da Hong Kong e pagato in criptovalute. Dopo aver messo le mani su Comedian ha fatto sapere che “nei prossimi giorni mangerà la banana come parte di questa unica esperienza artistica, onorandone il ruolo sia nella storia dell’arte che nella cultura pop”.
La banana in questione era stata acquistata poche ore prima dell’asta per 35 centesimi da un banchetto di frutta e verdura dell’Upper East Side: assieme al nastro adesivo grigio che l’attacca alla parete, deve essere sostituita regolarmente e questo fa parte del progetto di Cattelan che aveva inteso Comedian come una satira delle speculazioni del mercato: “Su che base un oggetto acquista valore nel sistema dell’arte?”, si era chiesto l’artista famoso per America, il water d’oro massiccio installato nel 2016 al Guggenheim. Piu’ di recente lo stesso Cattelan aveva aggiunto che “l’asta sara’ l’apice della carriera di Comedian. Sono ansioso di vedere quali saranno le risposte”.
Comedian aveva debuttato ad Art Basel Miami dove la galleria Perrotin ne aveva venduto le tre edizioni, due per 120 mila dollari e la terza per 150 mila, pagati da un anonimo acquirente che l’aveva poi donata al Guggenheim. Durante la fiera, l’artista delle performance David Datuna ne aveva mangiata una, costringendo Perrotin a chiudere lo stand prima del tempo. Un’altra banana era stata mangiata l’anno scorso da uno studente d’arte sudcoreano nel museo della fondazione Samsung a Seul: il giovane si era giustificato dicendo che “aveva fame”. Uno dei concetti alla base dell’installazione e’ che le sue parti devono essere continuamente rigenerate.
“Non è solo un’opera d’arte,” ha dichiarato Sun a Sotheby’s: “Comedian è un fenomeno culturale che collega i mondi dell’arte, dei meme e della comunità delle criptovalute e che ispirerà ulteriori discussioni in futuro”. Fatto sta che gia’ prima di essere messa all’asta, la banana è stata oggetto di attenzione quando, all’inizio di novembre, l’executive di Sotheby’s Michael Bouhanna ha lanciato anonimamente una criptovaluta ispirata a Cattelan e denominata $Ban.
Immediatamente accusato di aver usato informazioni riservate per guadagnare sull’aumento del prezzo del token, l’executive ha negato, dichiarando di aver “scelto di lanciarlo per hobby in modo anonimo”, senza associazioni quindi con il suo profilo personale. Due rivali di Sun all’asta di Sotheby’s avevano investito nella cripto di Bouhanna. Uno dei due, Theodore Bi, voleva comprare Comedian come dono per Elon Musk ma si era fermato alla soglia dei 2,5 milioni di dollari.
Dopo sei anni di chiusura, la Casa della Fontana Piccola di Pompei riapre al pubblico, rivelando nuovamente tutta la sua bellezza. Questo straordinario esempio di architettura pompeiana torna a incantare i visitatori con i suoi affreschi, i colori vividi e una fontana unica, simbolo dell’arte e della cultura dell’antica città.
Un esempio di eleganza pompeiana
La Casa della Fontana Piccola è un autentico capolavoro. I suoi affreschi murari, con il celebre rosso pompeiano, e le decorazioni ricche di dettagli, raccontano la vita e i costumi dell’epoca. Ma ciò che rende davvero speciale questa dimora è la fontana visibile già dall’ingresso. Si tratta di un’opera d’arte decorata con tessere di pasta vitrea e valve di mollusco, con un sistema che faceva sgorgare acqua dalla bocca di una maschera tragica in marmo e dal becco di un’oca tenuta da un amorino in bronzo.
Storia e particolarità della domus
Costruita unendo due abitazioni precedenti, la casa aveva due ingressi su via di Mercurio, simbolo dello stato sociale elevato dei proprietari. Danneggiata dal terremoto del 62 d.C., fu quasi completamente affrescata in IV stile pompeiano, pochi anni prima dell’eruzione del Vesuvio. Le pareti laterali del peristilio presentano paesaggi mozzafiato, tra cui una veduta di città marittima, un tema molto in voga nella decorazione di giardini.
Esplorata tra il 1826 e il 1827 dall’architetto Antonio Bonucci, direttore degli scavi, la casa sarebbe appartenuta a Helvius Vestalis, un pomarius (mercante di frutta), secondo un’iscrizione elettorale trovata sulla facciata.
I restauri e gli interventi strutturali
La casa è stata oggetto di importanti lavori di restauro per preservarne la struttura e garantirne la sicurezza. Tra gli interventi principali:
Rinforzo strutturale delle travi in calcestruzzo dell’atrio principale, utilizzando materiali innovativi come il fibrorinforzo (FRP).
Impermeabilizzazione dei solai per prevenire infiltrazioni.
Revisione delle coperture, inclusa quella del peristilio, per proteggere la casa dagli agenti atmosferici.
Le coperture, già restaurate nel 1971, sono state riportate all’altezza originaria per restituire l’antica volumetria della dimora.
L’iniziativa “Raccontare i cantieri”
Con la riapertura della Casa della Fontana Piccola, prende il via una nuova stagione di “Raccontare i cantieri”, giunta alla sua quarta edizione. Ogni giovedì, fino al 17 aprile 2025, i possessori della MyPompeii Card potranno visitare i cantieri di restauro in corso nel Parco Archeologico, iniziando proprio dalla Casa della Fontana Piccola.
Conclusione
La riapertura della Casa della Fontana Piccola rappresenta non solo un recupero storico di grande valore, ma anche un’occasione per riflettere sulla continua necessità di valorizzare e preservare il nostro patrimonio culturale. Un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della storia e dell’archeologia.
Il Gruppo del Gusto della Stampa Estera ha scelto L’Aquila per celebrare il 20° Premio dedicato all’eccellenza agroalimentare italiana, un traguardo prestigioso che quest’anno rende omaggio a Marino Niola, antropologo e divulgatore scientifico, nella categoria “Divulgatore dell’autenticità agroalimentare italiana”.
Il contributo di Marino Niola all’antropologia della gastronomia
Marino Niola (nella foto Imagoconomica in evidenza) , nato a Napoli nel 1953, è un antropologo della contemporaneità, noto per i suoi studi sulle pratiche devozionali, le trasformazioni culturali legate alla globalizzazione e, soprattutto, per il suo contributo alla comprensione dei riti e simboli della gastronomia contemporanea.
Docente all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Niola insegna discipline come Antropologia dei Simboli, Antropologia delle arti e della performance e Miti e riti della gastronomia contemporanea. È inoltre editorialista de La Repubblica, dove cura la rubrica “Miti d’oggi” sul Venerdì, e collabora con testate nazionali e internazionali come Il Mattino e Le Nouvel Observateur.
Tra i suoi numerosi saggi, si ricordano titoli come:
Si fa presto a dire cotto. Un antropologo in cucina (2009)
Homo dieteticus. Viaggio nelle tribù alimentari (2015)
Andare per i luoghi della dieta mediterranea (2017)
Mangiare come Dio comanda (2023).
Queste opere riflettono il suo impegno nel valorizzare la cultura alimentare italiana, esplorando le radici antropologiche e culturali che legano il cibo alle identità locali e nazionali.
Il Premio del Gruppo del Gusto
Il Premio del Gruppo del Gusto, giunto alla sua 20ª edizione, si propone di valorizzare e promuovere l’agroalimentare italiano a livello internazionale, grazie alla partecipazione di giornalisti esteri provenienti da 34 Paesi e 5 continenti. Marino Niola è stato selezionato per la sua capacità di divulgare l’autenticità e la tradizione agroalimentare italiana, combinando rigore scientifico e passione narrativa.
La cerimonia a L’Aquila
La premiazione si terrà sabato 23 novembre, alle ore 18, nella Sala ipogea del Consiglio Regionale d’Abruzzo, a L’Aquila. Durante l’evento, verranno premiate altre eccellenze del settore, tra cui:
Tenuta Vannulo (categoria “Esercizio legato all’alimentare da almeno 100 anni della stessa famiglia”);
Cooperativa Altopiano di Navelli (categoria “Consorzio/cooperative a difesa dei valori agroalimentari italiani”);
Associazione PIZZAUT (Premio speciale della giuria per l’inclusione lavorativa di giovani autistici).
L’importanza del riconoscimento
Il premio a Marino Niola sottolinea l’importanza di valorizzare le eccellenze italiane, non solo nella produzione agroalimentare, ma anche nella capacità di raccontare il legame profondo tra cibo, cultura e identità. L’impegno di Niola nel promuovere la dieta mediterranea e nel raccontare le tradizioni culinarie italiane lo rende una figura chiave nella diffusione internazionale del patrimonio enogastronomico italiano.
Grazie al suo lavoro, il professor Niola contribuisce a consolidare l’immagine dell’Italia come culla di tradizioni culinarie uniche e radicate nella storia. Questo premio rappresenta un ulteriore riconoscimento del suo ruolo cruciale come ponte tra antropologia, cultura e divulgazione enogastronomica.