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Cronache

La lobby gay in Vaticano, 8 preti su dieci sarebbero omosessuali: le verità del giornalista francese Frederic Martel finite nel libro “Sodoma, potere e scandalo in Vaticano”

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Otto preti su 10 in Vaticano sarebbero gay. A sostenerlo è un giornalista francese, Frederic Martel, che ha speso quasi quattro anni di interviste al di là del Tevere per mettere a fuoco “i comportamenti, la corruzione e l’ipocrisia nel cuore del Vaticano”. Il materiale raccolto lo ha trasformato in un libro che uscirà tra poco, già tradotto in diverse lingue: una operazione editoriale internazionale fatta a ridosso del summit sulla pedofilia. L’edizione italiana si intitola “Sodoma, potere e scandalo in Vaticano”.

L’autore, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani anglosassoni, ha realizzato circa 1.500 interviste tra cardinali, vescovi, guardie svizzere, diplomatici, preti, funzionari.  Molti di loro vengono citati con nome e cognome, altri hanno parlato dietro anonimato. L’autore riferisce che spesso, tra i preti, chi è maggiormente omofobico nasconde una doppia vita gay. La dimostrazione sarebbe, secondo Martel, il caso del cardinale colombiano Alfonso Lopez Truillo, ormai defunto. Egli per anni ha ricoperto una posizione governativa scagliandosi contro la contraccezione e l’omosessualità quando lui stesso avrebbe utilizzato giovani prostituti. Tutto da dimostrare ma nel libro la storia del cardinale viene tratteggiata nei particolari. In questo panorama ben poco esaltante spiccano due realtà, una composta da preti gay che accettano la propria sessualità mantenendo discrete relazioni e altri che ricorrono a incontri sessuali ad alto rischio. Un libro che sicuramente farà discutere e riaprirà il dibattito sulla questione gay.

Papa Francesco ha platealmente archiviato questo tema quando, durante un volo papale, un giornalista gli chiese un commento sulla presunta lobby gay in Vaticano. «Se una persona è gay e cerca Dio, e ha buona volontà, chi sono io per giudicare?». Mentre Juan Carlos Cruz, il sopravvissuto cileno agli abusi, dopo un incontro privato con il pontefice, fece sapere di avere ricevuto da Bergoglio un sostegno umano e spirituale («Juan Carlos, non importa se sei gay. Dio ti ama come sei e non è un problema. Anche il Papa ti ama per come sei») nel 2015 monsignor Krzysztof Charamsa, ex funzionario della Congregazione della Fede, fu cacciato dal Vaticano per avere fatto outing rivelando di avere un compagno e di essere omosessuale.

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Cronache

Gratteri: i magistrati oggi ai minimi storici di credibilità

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“Noi magistrati oggi siamo ai minimi storici di credibilità, perché abbiamo fatto degli errori”. Lo ha detto il procuratore del Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, intervenuto alla seconda edizione di Capri d’autore, la rassegna culturale curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, e organizzata da Vis factor. Secondo Gratteri si sarebbe dovuto far dimettere i componenti del Csm “perché sul caso Palamara bisognava lanciare il messaggio alla gente che si stava voltando pagina, che si faceva un taglio netto. Non è stato fatto, con il risultato che è passato il messaggio che si voleva tutelare una corporazione che non voleva lasciare la poltrona. E questo ci ha reso più deboli, anche perché le correnti all’interno della magistratura sono ancora tante”.

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Cronache

Boccia indagata, perquisita la casa di Pompei: sequestrati telefono, pc, occhiali smart e altri supporti

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La procura di Roma ha disposto la perquisizione domiciliare, il sequestro del telefono cellulare e l’acquisizione di materiale informatico nei confronti di Maria Rosaria Boccia dopo la denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. L’attività istruttoria, anticipata da ‘Dagospia’, è stata confermata. Le indagini sono curate  dai Carabinieri del nucleo investigativo di Roma. Boccia è stata iscritta nel registro degli indagati, come scritto oggi da ‘Repubblica’.

In base a quanto si apprende la perquisizione è stata svolta nell’abitazione dell’imprenditrice a Pompei. Gli inquirenti avrebbero trovato in casa anche gli occhiali smart, utilizzati in passato da Boccia per effettuare una serie di filmati anche all’interno della Camera dei deputati. Quanto posto sotto sequestro verrà adesso analizzato dai carabinieri che hanno ricevuto la delega dai pm di piazzale Clodio.

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Cronache

Tenta di difendere una donna rapinata, giovane ucciso a Mestre

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Questa sera doveva suonare con la sua crew, Flour Sound, aprendo il Veneto Blaze 18 al centro sociale Rivolta di Marghera, ma la vita di Giacomo “Jack” Gobbato, 26enne di Jesolo, si è spezzata ieri sera per un gesto di generosità. E’ stato accoltellato insieme ad un amico, Sebastiano, in pieno centro a Mestre, per difendere una donna da un uomo che stava tentando di rapinarla. Quando è giunto all’ospedale era già in fin di vita per i fendenti che gli sono stati inferti soprattutto all’addome ed è morto poco dopo nel pronto soccorso.

Meno gravi le condizioni di Sebastiano, colpito ad una gamba e già dimesso dai sanitari. Figlio di un imprenditore jesolano, la vittima si era diplomata al liceo artistico e da alcuni anni lavorava in uno studio di tatuaggi a Vicenza. Il presunto assassino è un cittadino moldavo di 40 anni che sembrerebbe non avere precedenti penali. L’uomo è stato fermato dalla squadra mobile per omicidio, poco dopo il fatto. Stamane si è tenuta una riunione di coordinamento convocata d’urgenza in Prefettura assieme a tutte le forze dell’ordine, alla quale ha partecipato anche il sindaco Luigi Brugnaro. “Questo è il momento del cordoglio e del dolore. Non ci sono parole” ha detto al termine dell’incontro.

I giovani del centro sociale Rivolta hanno annullato l’evento di stasera, organizzando invece un raduno di cordoglio, al quale hanno preso parte in 300 – compresi i genitori della vittima, l’amico Sebastiano e il sociologo Gianfranco Bettin – nel tardo pomeriggio. proprio al’altezza del liceo Guggenheim in Corso del Popolo dove è accaduto il fatto. “Giacomo è morto perchè non si è girato dall’altra parte- hanno scritto su Facebook – non ha fatto finta che tutto andasse bene, perchè era un fratello generoso che quotidianamente lottava contro le ingiustizie, per un mondo più giusto e senza discriminazioni”. Oggi a Mestre in Corso del Popolo i ragazzi che frequentano il centro sociale erano ammutoliti ed hanno preferito non commentare. “Era un ragazzo altruista, generoso – sottolinea per tutti Michele Valentini – e lo è stato fino alla fine”.

Significativo lo striscione che hanno esposto sul luogo del delitto, scandendo lo slogan “Jack è vivo e lotta insieme a noi. Le nostre idee non moriranno mai”. Sono stati i residenti della zona, svegliati dal trambusto, a chiamare le pattuglie della polizia che sono giunte immediatamente insieme ai mezzi di soccorso. Dal riserbo delle indagini, emergerebbe comunque che l’aggressore è stato bloccato a poca distanza dall’omicidio, mentre cercava un altro colpo, per portare via la borsa ad un’altra donna. “Il primo pensiero e omaggio va alla vittima e all’amico aggredito, che hanno dimostrato abnegazione e altruismo in aiuto di una persona in pericolo – ha commentato il prefetto di Venezia, Darco Pellos, sottolineando che nella valutazione degli investigatori “si tratta di un fatto isolato”.

L’intenzione del Rivolta è quella di porre con forza il tema della sicurezza a Mestre, da tempo una delle piazze più frequentate dello spaccio di droga, con iniziative che proseguiranno anche nei prossimi giorni. Per il presidente del Veneto, Luca Zaia, quanto avvenuto “è di una gravità inaudita. Un fatto sul quale sono sicuro che gli inquirenti sapranno fare luce rapidamente, anche a tutela di tutta la comunità”. La morte di Giacomo, afferma Monica Sambo, segretaria del Pd di Venezia, “questo episodio è l’ennesimo di una lunga sequenza che ormai dura da anni: questa città ha smarrito la propria anima nelle strade e nei palazzi”

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