La Juve non riesce a uscire dalla crisi: dopo lo 0-0 contro il Genoa sono altri fischi per i bianconeri. La striscia negativa continua, l’ultima e unica vittoria degli ultimi due mesi resta quella contro il Frosinone di fine febbraio. E piove anche sul bagnato, perché Vlahovic si fa espellere per proteste nel recupero e salterà almeno la trasferta di Roma contro la Lazio al rientro dalla pausa per le nazionali. Gilardino fa un altro passo verso la salvezza e sale a quota 34, rialzandosi dopo due sconfitte di fila. Allegri ritrova Rabiot, ma soltanto per la panchina: il francese non ha i 90 minuti, il tecnico preferisce puntare ancora su Miretti con Locatelli e McKennie in mediana. In attacco gioca la coppia Chiesa-Vlahovic, in difesa il solito terzetto Gatti-Bremer-Danilo e la novità riguarda la corsia sinistra, dove si rivede Kostic al posto di Iling-Junior.
Nel Genoa manca lo squalificato Sabelli, Gilardino piazza Spence a destra e in attacco sceglie Vitinha come spalla di Retegui. I bianconeri si presentano all’appuntamento dopo due notti in ritiro trascorse al J Hotel, ma è il Grifone a partire meglio: al 5′ Szczesny mostra buoni riflessi sul colpo di testa di Bani su situazione di palla inattiva. La Juve fatica a creare a gioco e a rendersi pericolosa, i rossoblu si fanno apprezzare per organizzazione tattica e velocità di ripartenza, pur senza ripresentarsi dalle parti del portiere polacco. Chiesa e Vlahovic non si trovano, tanto da sprecare malamente un ottimo contropiede senza intendersi, e l’uomo più presente in fase offensiva si rivela Gatti: il centrale centra la porta al 27′ anche se non mette paura a Martinez, poi calcia a botta sicura sul cross rasoterra di Kostic, ma trova la deviazione di Vasquez. La squadra di Allegri rientra negli spogliatoi tra i fischi delle tribune, con qualche battibecco il pubblico dello Stadium e la curva sud che invece prova a caricare Danilo e compagni. La ripresa si apre senza cambi, Vlahovic ci prova subito e il suo tentativo viene murato.
La Juve comincia a giocare stabilmente nella metà campo del Genoa, ma non basta per creare pericoli, dopo 13 minuti il tecnico opta per un triplo cambio con Rabiot, Iling-Junior e Yildiz al posto di McKennie, Kostic e Chiesa. Proprio l’esterno inglese entra subito in partita e al 67′ fa partire un sinistro velenoso, con Martinez che si distende e con l’aiuto del legno salva in corner. La Juve cresce e Vlahovic sfiora il palo sul cross di Cambiaso, Gilardino capisce che è il momento di inserire forze fresche e lancia Malinovskyi e Strootman per Gudmundsson e Frendrup. I bianconeri continuano a sfondare a destra e a costruire sull’asse Vlahovic-Cambiaso, ma anche al 74′ il colpo di testa del serbo è fuori misura. Allegri si gioca la carta Kean per gli assalti finali, l’attaccante ha sul destro il pallone dei tre punti al 90′ ma colpisce il palo pieno. Al terzo dei cinque minuti di recupero Vlahovic viene espulso per proteste. “Gli ho detto bravo e basta” si legge dal labiale del serbo, mentre abbandona il campo. Così arrivano altri fischi per Allegri e i suoi e ora il margine sulla quinta (la Roma) rischia di ridursi ulteriormente.