“Nella vita c’è sempre un inizio e una fine”. Con gli occhi lucidi e il sorriso sulle labbra, Rafael Nadal chiude la sua storia incredibile con il tennis, e anche un’era: quella in cui con Roger Federer e Novak Djokovic ha costituito una triade inedita quanto stellare. Che adesso, dopo l’addio dello svizzero due anni fa, perde l’altro pezzo: arriva infatti il ritiro ufficiale dello spagnolo, che a 38 anni e dopo un anno davvero complicato annuncia che l’ultimo show sarà alle Finals di Coppa Davis a Malaga a novembre.
“E’ un cerchio che si chiude – il racconto dl tennista che per oltre 900 settimane è stato tra i migliori dieci giocatori al mondo, oltre a essere stato a lungo il numero 1 – Sono contento che l’ultima apparizione sarà con la maglia della mia nazionale”. Vent’anni dopo il trionfo degli iberici con un allora diciottenne Nadal che metteva le mani sulla prima delle sue cinque insalatiere. Numeri da capogiro quelli del mancino di Manacor, nato nelle Baleari 38 anni fa, e sempre rimasto legatissimo al suo paese dove ha lasciato la residenza e ha messo su una Academy del tennis per allenare gambe e sogni di tanti giovani.
Considerato tra i più grandi sportivi di tutti i tempi, aveva resistito agli acciacchi, agli infortuni, ai dolori: era sopravvissuto anche all’annus horribilis (il 2023), tornado a giocar a Brisbane dopo dodici mesi di stop. “Gli ultimi due anni sono stati difficili, non riuscivo a giocare senza limitazioni – racconta -. Non è stata una decisione facile, mi è servito del tempo per prenderla. Ma tutto ha un inizio e una fine, e credo sia arrivato il momento, quello giusto, di mettere il punto. È stata una carriera lunga, ho avuto più successi di quelli che mi sarei mai potuto immaginare. Sono stato davvero fortunato”. E’ tornato in campo al Roland Garros, il suo torneo, vinto 14 volte (come lui nessuno mai) che unito a Montecarlo e Roma lo ha reso per sempre il re della terra battuto.
A Parigi è tornato ancora in estate per i Giochi, in coppia con il suo erede Carlos Alcaraz: lui che in bacheca vanta anche l’oro olimpico conquistato a Pechino 2008, bissato in doppio a Rio 2016. E proprio nella capitale francese, solo due mesi fa, aveva risposto stizzito all’ennesima richiesta sui tempi del suo ritiro. “Quando lo avrò deciso ve lo farò sapere” aveva detto. E la scelta è fatta ora. “Mi fa molto piacere che l’ultima partita sarà rappresentando il mio Paese, è la chiusura ideale, perché una delle mie prime gioie da tennista è stata la finale di Davis a Siviglia nel 2004”. E mentre dal mondo arriva l’omaggio globale (tra i primi quello del rivale-amico Roger Federer “speravo che questo giorno non arrivasse mai, grazie per le cose incredibili fatte”) Nadal ricambia.
“Voglio ringraziare tutte le persone coinvolte in questo sport: i tennisti che hanno condiviso tanto tempo con me, soprattutto i miei grandi rivali. Ho passato tantissime ore con loro, le ricorderò per il resto della mia vita”, dice mentre scorrono le immagini di Federer e Djokovic. Poi la famiglia: “Sono tutto per me – ha detto -. Mia madre ha fatto tanti sacrifici in modo che potessi avere tutto. Mia moglie Mery, stiamo insieme a 19 anni: grazie per tutto quello che hai fatto, sei stata la compagna perfetta nella mia vita. Tornare a casa e vedere come sta crescendo mio figlio è stata una forza che mi ha mantenuto vivo e con l’energia necessaria per continuare. Mio zio, grazie a lui ho fatto tutto questo, mio padre fonte di ispirazione, un esempio di impegno, di resilienza, lo ringrazio in un modo molto speciale”.
Ringrazia i tifosi “mi avete dato energia in ogni momento, tutto quello che ho vissuto è stata la realizzazione di un sogno. Lascio con la certezza di aver dato tutto, di essermi impegnato al massimo. Posso solo chiudere dicendo: grazie mille a tutti, ci vediamo presto”. A Malaga gli ultimi colpi (dopo due anni in cui ha giocato solo 23 match) di uno di più grandi sempre: lo dicono i numeri (22 slam, dietro solo a Djokovic, con 14 Roland Garros, 4 Us Open, 2 Australian Open 2 Wimbledon), e il lascito di un campione così. Se è vero che a tutto c’è un inizio e una fine le mirabilia di Nadal non smetteranno mai di incantare.