La Chiesa di Napoli è stata scossa da un evento inatteso: la convocazione straordinaria di un consiglio presbiterale da parte dell’Arcivescovo Domenico Battaglia, avvenuta il 14 ottobre 2024. A scatenare questa reazione sono state alcune lettere anonime, inviate a figure di spicco della Chiesa, con accuse rivolte al vertice della diocesi partenopea. Accuse arrivate fin sul tavolo del Papa.
La convocazione straordinaria e il tam tam tra i preti
Tutto ha avuto inizio con una comunicazione pubblicata il 7 ottobre sul sito ufficiale della Chiesa di Napoli: gli uffici della Curia sarebbero rimasti chiusi dalle 10 alle 12 del 14 ottobre, per una riunione straordinaria. Un centinaio di persone, tra sacerdoti e dipendenti, sono stati convocati per discutere questioni definite “urgenti e importanti”. La decisione ha immediatamente destato curiosità tra i membri del clero e gli addetti ai lavori, alimentando speculazioni sul motivo di tale convocazione.
Le lettere anonime e le accuse infondate
Tra le ipotesi più accreditate c’è quella relativa all’invio di sei lettere anonime, indirizzate non solo a membri del clero napoletano, ma anche a figure di rilievo della Chiesa, come il Papa e alcuni cardinali. Le lettere contenevano accuse infondate e diffamatorie nei confronti dell’Arcivescovo Battaglia e del suo entourage. Durante la riunione, don Mimmo ha espresso la sua amarezza per l’uso di tali lettere, affermando che l’intento era esclusivamente quello di diffamare senza alcun fondamento reale. Secondo fonti vicine all’Arcivescovo, l’autore o gli autori delle lettere sarebbero già stati identificati.
Le ingiurie contro il vertice della diocesi
Le accuse contenute nelle lettere riguardano diversi aspetti della gestione episcopale di Battaglia, inclusa la gestione delle arciconfraternite e la vicenda legata a don Antonello Foderaro, un sacerdote coinvolto in un’inchiesta legata a presunti rapporti con la ‘ndrangheta a Reggio Calabria. Nonostante le dichiarazioni di estraneità di don Foderaro, la sua nomina a decano della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale ha sollevato ulteriori sospetti.
La vicenda di don Antonello Foderaro
Don Antonello Foderaro è stato nominato decano della sezione San Tommaso della Facoltà Teologica lo scorso settembre, ma è stato coinvolto in un’inchiesta che ha svelato intrecci tra politica e criminalità organizzata. Nonostante le accuse, l’ex decano si è autosospeso dai suoi incarichi lo scorso agosto. Il preside della facoltà, don Francesco Asti, ha difeso don Antonello, parlando di «mele marce» che miravano a colpire l’Arcivescovo Battaglia e i suoi collaboratori.
Tuttavia, il dicastero per la Cultura e l’Educazione cattolica ha respinto la richiesta di revoca dell’autosospensione di don Foderaro, confermandone la sospensione.
Un clima di tensione e incertezza
La vicenda ha generato tensione e incertezza all’interno della Curia di Napoli, alimentando un clima di sospetto e polemica. La decisione di Battaglia di convocare un consiglio straordinario ha voluto essere un segnale di trasparenza e chiarezza, cercando di mettere ordine tra le voci e le accuse che hanno scosso la comunità ecclesiastica napoletana.