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Esteri

Kosovo:Vucic,dura reazione Serbia a richiesta Consiglio Europa

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 La Serbia reagira’ duramente alla richiesta del Kosovo di adesione al Consiglio d’Europa. Lo ha detto il presidente Aleksandar Vucic, con riferimento all’annuncio di Pristina, confermato in serata dalla ministra degli esteri Donika Gervalla, che domani presentera’ la domanda di ammissione al Consiglio d’Europa. “Io ho detto che si tratta della violazione non solo di tutti i principi del diritto internazionale, ma anche della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’Onu (del 1999) e di tutti gli accordi conclusi finora”, ha detto Vucic in tarda serata a Bruxelles al termine della cena informale organizzata dall’Alto rappresentante Ue con i leader dei Balcani occidentali. Su tale tema, ha aggiunto, nelle prossime ore convochera’ a Belgrado il Consiglio per la sicurezza nazionale. “Se qualcuno pensa di poterci ricattare e di poter piegare la Serbia con le pressioni, sappia che non sara’ cosi’ facile”, ha detto Vucic ai media serbi. La Serbia, ha detto, riprendera’ la sua azione diplomatica per indurre altri Paesi a revocare il proprio si’ all’indipendenza del Kosovo. Finora sono stati 18. L’unico principio che oggi vale e’ che non vi sono principii – ha aggiunto il presidente serbo con riferimento anche alla richiesta di dare all’Ucraina lo status di Paese candidato alla Ue con procedura accelerata.

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Esteri

Cuba in lista d’attesa per l’ingresso a pieno titolo nei Brics

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Cuba e altri 12 paesi, tra cui anche la Bolivia, la Turchia, l’Indonesia e la Nigeria, sono da oggi membri associati dei Brics. È quanto è “emerso nel corso del XVI Vertice dell’organizzazione che si conclude oggi a Kazan, in Russia”, ha celebrato il sito giornalistico governativo Cubadebate sulla sua homepage, rilanciando un post dell’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America – Trattato commerciale dei popoli (Alba-Tcp) sul suo account ufficiale di X. “I Brics incorporano 13 nuovi paesi associati, due dei quali dell’Alba-Tcp: Bolivia e Cuba. L’incorporazione di questi nuovi paesi associati è percepita come un segnale che i Brics cercano di rafforzare la cooperazione multilaterale per espandere la loro influenza sulla scena internazionale” si legge nel post rilanciato da Cubadebate, che evidenzia la presenza a Kazan del ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla.

A differenza dell’ultimo summit in cui ai cinque paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) se ne aggiunsero altri, nel 2022 a Pechino, questa volta non è stato però diramato nessun comunicato ufficiale sul sito dell’organizzazione intergovernativa che riunisce alcune delle economie più importanti del pianeta. Forse perché in quell’occasione fu annunciato l’ingresso di cinque paesi ma poi, a causa della sorprendente vittoria in Argentina di Javier Milei, a entrare nel 2023 furono solo Iran, Etiopia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Per evitare rischi di gaffes, dunque, nessun comunicato ufficiale, anche perché tra i nuovi paesi associati dei Brics c’è l’Arabia Saudita che, pur non avendo posto veti, ha inviato un rappresentante di secondo livello al vertice russo a causa dei rapporti tesi con l’Iran, che invece dei Brics è membro a tutti gli effetti.

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Esteri

Kiev licenzia il capo di Stato maggiore incaricato dei droni

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Roman Hladkyi, il controverso capo di Stato maggiore delle Forze dei sistemi senza pilota ucraine è stato licenziato dal suo incarico, a meno di due mesi dalla nomina. Lo rendono noto i media locali, citando il Ministero della Difesa di Kiev. Hladyki era già stato licenziato dal suo incarico di capo di Stato maggiore della Marina a causa di uno scandalo nell’aprile 2018. “A seguito di un’indagine condotta dal Servizio di sicurezza dell’Ucraina, è stato stabilito che il mandato continuato di Hladkyi fosse insostenibile”, ha detto il dicastero in un comunicato. La deputata ucraina Mariana Bezuhla afferma che Hladkyi è “sospettato di alto tradimento, spionaggio e corruzione”. (

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Harris, ‘Trump è un fascista’. Tycoon, ‘solo bugie’

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Sale la tensione tra Kamala Harris e Donald Trump, a meno di due settimane dall’election day negli Stati Uniti. I due candidati continuano i loro tour forsennati negli Stati in bilico, vero ago della bilancia in una corsa serratissima, e continuano ad attacarsi a vicenda senza esclusione di colpi. “Sono convinta che Trump sia un fascista”, ha ribadito la democratica all’incontro con gli elettori in Pennsylvania ospitato dalla Cnn. “E non lo penso solo io, ma anche le persone che hanno lavorato con lui”, ha detto la vicepresidente Usa citando l’ex capo dello staff John Kelly che in un libro ha riportato la famigerata frase del tycoon sui “generali di Hitler” che lui stesso avrebbe voluto.

“Trump non difenderà la Costituzione americana, la ucciderà”, ha aggiunto la Harris insistendo sul fatto che il repubblicano “è un pericolo” per gli Stati Uniti. Trump, ha accusato, “è pronto a stilare una lista dei suoi nemici per vendicarsi. Attaccherà i suoi oppositori pacifici o i giornalisti. Ha detto di essere pronto ad usare l’esercito contro il nemico interno”. La dem ha anche risposto a domande sulla sua agenda dall’economia all’immigrazione, tallone d’Achille della sua vicepresidenza. “Io rappresento una nuova generazione di leader, un approccio nuovo che si basa su esperienze diverse”, ha spiegato prendendo, ancora una volta, le distanze da Joe Biden e annunciando una serie di provvedimenti per abbassare il costo dei generi alimentari e delle abitazioni.

Quanto all’immigrazione, la vicepresidente ha scaricato sul Congresso americano il dramma irrisolto. “Il nostro sistema è rotto, è rotto da anni e abbiamo bisogno di una soluzione permanente”, ha detto la Harris che poi, incalzata dall’anchor Anderson Cooper sul perché in questi tre anni e mezzo l’amministrazione democratica non abbia risolto la questione, ha risposto: “Questo è un problema che in ultima analisi pertiene al Congresso, è il Congresso che ha i cordoni della borsa”. A proposito del muro lungo il confine meridionale con il Messico la candidata democratica alla Casa Bianca ha detto che “vuole rafforzare la frontiera sud”, senza rispondere direttamente alla domanda se voglia costruire una barriera. Sulla politica estera, in particolare la guerra a Gaza, la vicepresidente ha sottolineato che “le migliaia di morti palestinesi sono inconcepibili” e che bisogna “lavorare per una soluzione a due Stati”. Più o meno alla stessa ora in Georgia, Trump attaccava Harris accusandola di aver “messo in hotel di lusso migliaia di criminali dal Venezuela e dal Congo”. Il tycoon è poi tornato sul caso di Kelly, definendolo “uno squilibrato”.

Il tycoon ha anche accusato la vicepresidente di “non sapere mettere due parole in fila e di essere la peggiore della storia americana”. Sul palco del comizio è salito anche l’ex candidato indipendente alla presidenza Robert Kennedy Jr, che ha dato il suo sostegno a The Donald. “Non ci meritiamo un presidente che tenga la corruzione alla larga da Washington? Non ci meritiamo un presidente che farà l’America di nuovo grande?”, ha chiesto il nipote 70enne di Jfk accolto da un’ovazione del pubblico che ha gridato “Bobby, Bobby”. Nel frattempo su Trump è caduta una nuova tegola: l’ex modella Stacey Williams lo ha accusato di averla palpeggiata e molestata nel 1993 alla Trump Tower in “un perverso gioco” con Jeffrey Esptein. La donna, che ha lavorato come modella professionista negli anni ’90, ha raccontato di aver incontrato il tycoon nel 1992 a una festa di Natale attraverso il finanziere, morto suicida in carcere nel 2019. La campagna di Trump ha negato con forza le accuse, definendo la donna “un’ex attivista di Barack Obama” e sostenendo che “la storia è stata inventata dalla campagna di Harris”.

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