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Esteri

Kiev fornirà agli Usa la lista dei target in Russia

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Una lista di target a lungo raggio di alto valore da colpire in Russia: la presenteranno agli Usa gli inviati di Volodymyr Zelensky, il ministro della Difesa Rustem Umerov e il consigliere senior del presidente Andriy Yermak, attesi questa settimana a Washington per sollecitare la rimozione delle restrizioni all’uso delle armi americane in modo da colpire più in profondità l’invasore. La mossa è stata rivelata da Politico nel giorno in cui Zelensky ha annunciato di voler presentare un piano di pace a Joe Biden e ai due candidati alla Casa Bianca, Kamala Harris e Donald Trump, mentre proseguono l’offensiva di Kiev nella regione di Kursk e i pesanti attacchi missilistici russi sulle infrastrutture energetiche ucraine. Non è ancora chiaro quali incontri siano previsti a Washington, ma in precedenza i dirigenti ucraini hanno discusso nella capitale Usa col consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e il capo del Pentagono Lloyd Austin.

“Non dovrebbero esserci restrizioni sulla gamma delle armi per l’Ucraina quando i terroristi non ne hanno”, ha detto Zelensky riferendosi ai russi, continuando il suo pressing su Washington e i suoi alleati. Joe Biden ha progressivamente ridotto le restrizioni ma non è dato sapere se farà un ulteriore strappo, preoccupato com’è di evitare un’escalation del conflitto e un confronto diretto con Mosca. Anche l’incursione a sorpresa nella regione di Kursk è oggetto di riflessione. Gli Usa hanno detto per mesi che togliere i caveat sull’utilizzo del materiale bellico americano non farebbe una differenza strategica, dato che la Russia ha spostato gran parte dei possibili target a distanza di sicurezza. L’amministrazione americana inoltre valuta che l’Ucraina non abbia abbastanza sistemi missilistici tattici (Atms), i missili a lungo raggio che vuole usare per colpire gli obiettivi di alto valore in Russia. E le scorte Usa di questi missili sono limitate.

Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ha ribadito che “non ci sono cambiamenti” nella linea della Casa Bianca, pur precisando che “continueremo le conversazioni con gli ucraini e le manterremo private”. Naturalmente resta “l’incrollabile sostegno” Usa a Kiev, come ha ripetuto anche Biden, che nei giorni scorsi ha parlato con Zelensky annunciando un ulteriore pacchetto di aiuti militari per 125 milioni. I due leader, che si incontreranno di persona a margine dell’assemblea generale dell’Onu a New York a fine settembre, hanno discusso della richiesta di Kiev di ulteriori armi a lungo raggio ma non della revoca delle restrizioni, secondo Politico. Ma alcuni deputati e dirigenti ucraini – oltre ad un congressman dem – dicono di aver visto segnali che alcuni membri dell’amministrazione Biden stanno prendendo in considerazione la possibilità di toglierle nei prossimi giorni.

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Breton: von der Leyen non mi voleva, gestione dubbia

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Il francese Thierry Breton accusa Ursula von der Leyen di aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance dubbia” e che lo hanno portato alle dimissioni. “Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente – e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato”, si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen.

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Esteri

Kiev invita Onu e Croce Rossa nella zona occupata del Kursk

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Il nuovo ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andriy Sybiha, ha invitato le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) a visitare la porzione della regione russa di Kursk che le truppe di Kiev occupano. “L’Ucraina è pronta a facilitarne il lavoro ed a provare che rispetta il diritto umanitario internazionale” in quel territorio russo, ha scritto Sybiha su X.

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Comore, il presidente Assoumani accoltellato: è fuori pericolo

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Il presidente delle Comore, Azali Assoumani, è “fuori pericolo” dopo essere stato ferito venerdì in un attacco con coltello da parte di un poliziotto di 24 anni che è stato trovato morto nella sua cella il giorno dopo. Lo rendono noto le autorità dello Stato africano insulare, citate dai media internazionali. L’attentato è avvenuto intorno alle 14 ora locale a Salimani Itsandra, subito a nord della capitale Moroni. “Il presidente sta bene. Non ha problemi di salute, è fuori pericolo. Gli sono stati dati alcuni punti di sutura”, ha detto ieri sera il ministro dell’Energia comoriano Aboubacar Said Anli in una conferenza stampa. Azali è stato aggredito mentre partecipava a un funerale. Il movente dell’attacco non è stato ancora determinato.

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