Collegati con noi

Esteri

Kiev accusa: soldato ucraino decapitato dai russi

Pubblicato

del

Un mezzo blindato ucraino abbandonato nella vegetazione del fronte orientale nella regione di Donetsk. Sul cofano, la testa mozzata di un soldato ucraino. E’ l’ennesima barbarie della guerra in Ucraina, dove il procuratore generale Andriy Kostin ha denunciato che ora “i comandanti russi hanno ordinato di non prendere prigionieri i soldati ucraini ma di ucciderli con una crudeltà disumana, mediante decapitazione”.

Allungando l’elenco dei crimini di guerra che sin dal 24 febbraio 2022 macchiano ulteriormente di atrocità un’invasione che non conosce alcuna regola o rispetto per la vita umana. La procura ucraina sostiene che ad aver dato l’ordine di decapitare i soldati ucraini sono stati “i leader di una delle divisioni delle forze di occupazione della Federazione Russa nel distretto di Volnova, nella regione di Donetsk”. Durante una ricognizione aerea in una delle posizioni di combattimento nell’oblast orientale, l’esercito ucraino ha scoperto un veicolo blindato danneggiato delle Forze di difesa di Kiev. Su di esso, la testa mozzata di un soldato. Sono “nuove prove terrificanti della politica criminale della Russia mirata allo sterminio degli ucraini”, ha denunciato Kostin su X pubblicando una foto – censurata – dell’ultimo orrore della guerra.

“Questa terribile barbarie non deve avere posto nel 21esimo secolo. E’ l’ennesima prova che i crimini di guerra commessi dall’aggressore non sono episodi isolati ma una strategia pianificata del regime russo: questi ordini criminali sono stati impartiti al livello di comando del battaglione e della compagnia delle forze di occupazione”, secondo il procuratore, che promette che tutto ciò “non resterà impunito”, invitando “il mondo intero civilizzato a isolare lo Stato terrorista e assicurarlo alla giustizia”. La procura generale ha aperto un’indagine per violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra e per omicidio premeditato sull’episodio, l’ultimo di un lungo elenco di denunce di crimini di guerra in Ucraina: a inizio giugno, Kostin aveva riferito che le forze dell’ordine ucraine indagano sulle denunce di esecuzioni di 61 prigionieri di guerra ucraini, mentre sono più di 400 i procedimenti riferiti a episodi di maltrattamenti. Crimini che risalgono nel tempo, fin dai primi mesi della guerra, a danno dei civili – indelebili le immagini dei massacri a Bucha – e dei militari, come le torture e gli omicidi dei soldati ucraini perpetrati dai sanguinari mercenari della Wagner del defunto Yevgeny Prigozhin. Crimini che sembrano destinati a perdurare, mentre la guerra prosegue su tutto il fronte, da nord a sud. Verso una nuova estate di ostilità.

Advertisement

Esteri

L’arresto di Puff Daddy tra abusi, favoreggiamento della prostituzione, traffico sessuale e stupro

Pubblicato

del

L’industria musicale americana potrebbe trovarsi di fronte a una crisi simile a quella vissuta dal mondo del cinema con il movimento #MeToo, che esplose dopo le denunce contro il produttore Harvey Weinstein. Questa volta, al centro delle accuse, c’è il noto rapper e produttore Sean ‘Diddy’ Combs, conosciuto anche come Puff Daddy o P. Diddy.

Le accuse e l’arresto di Puff Daddy

Sean Combs è stato recentemente arrestato a Manhattan dalle forze dell’ordine, in seguito a diverse denunce presentate dalla sua ex compagna, la cantante Cassie. Le accuse sono gravi e includono abusi sessuali, favoreggiamento della prostituzione, traffico sessuale, e stupro. Il procuratore Damian Williams ha confermato che Combs è stato incriminato per traffico sessuale e associazione a delinquere, aggiungendo che ulteriori dettagli verranno rivelati nelle prossime ore.

I White Party e gli ospiti illustri

A rendere la vicenda ancora più inquietante è il contesto in cui si inseriscono le accuse. I famosi White Party organizzati da Combs, noti per la presenza di personalità di spicco della politica e dello spettacolo, potrebbero essere stati il palcoscenico di attività illecite legate alle accuse mosse contro di lui. Nel corso degli anni, queste feste sono diventate simbolo del potere e dell’influenza di Combs nel mondo dello spettacolo.

L’effetto domino di un possibile nuovo #MeToo

L’arresto di Puff Daddy potrebbe rappresentare solo l’inizio di un nuovo capitolo di accuse e denunce all’interno dell’industria musicale americana. Come accadde nel mondo del cinema, dove il movimento #MeToo portò alla luce decenni di abusi e molestie, il settore musicale rischia ora di affrontare una nuova ondata di scandali.

In attesa di ulteriori sviluppi, l’industria si trova a fare i conti con la possibilità che uno dei suoi protagonisti più noti e influenti possa essere l’epicentro di uno scandalo destinato a scuotere l’intero sistema.

Continua a leggere

Esteri

Naomi Campbell e le spese pazze come fiduciaria della fondazione benefica

Pubblicato

del

La top model britannica Naomi Campbell è stata interdetta per cinque anni dalla carica di amministratore di un ente di beneficenza in Inghilterra e Galles, dopo che l’associazione per la lotta alla povertà da lei fondata quasi due decenni fa è stata giudicata “mal governata” e con una “gestione finanziaria inadeguata”.

A seguito di un’indagine triennale sulle attività finanziarie di “Fashion for Relief”, la Charity Commission ha dichiarato di aver riscontrato “molteplici casi di cattiva condotta e/o cattiva gestione” e che solo l’8,5% delle spese complessive dell’ente è stato destinato a sovvenzioni di beneficenza in un periodo di sei anni a partire dal 2016. La 54enne ha dichiarato di essere “estremamente preoccupata” dai risultati dell’ente regolatore e che è in corso un’indagine da parte sua.

Continua a leggere

Esteri

Cinque ippopotami muoiono intrappolati nel fango in Namibia

Pubblicato

del

Cinque ippopotami sono morti intrappolati in una pozza di fango nel nord-est della Namibia, dove il fiume Chobe, al confine con il Botswana, si è prosciugato a causa della siccità: lo ha annunciato il ministero dell’Ambiente. Gli animali facevano parte di un gruppo di 130 ippopotami intrappolati in una pozza adiacente al fiume dall’acqua evaporata, ha precisato il portavoce del ministero Romeo Muyunda.

“Purtroppo, cinque ippopotami sono morti nella regione dello Zambesi. Pensiamo che possano essere morti di fame, ma non escludiamo malattie come l’antrace”, ha aggiunto. Ippopotami e altre specie animali sono rimasti intrappolati in altre due aree della zona, ha continuato, spiegando che si sta scavando un pozzo per salvare gli animali. A maggio la Namibia ha dichiarato lo stato di emergenza a causa della siccità record che ha colpito diversi Paesi dell’Africa meridionale, affamando milioni di persone. Secondo alcune stime, questa siccità è la peggiore che la regione abbia mai registrato nell’ultimo secolo. All’inizio di settembre, la Namibia ha annunciato di aver avviato l’abbattimento di oltre 700 animali selvatici, tra cui 83 elefanti. L’obiettivo del governo è di sfamare la popolazione colpita dalla siccità, alleggerendo al contempo la pressione sui pascoli e sulle risorse idriche minati dall’assenza di acqua.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto