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Guerra Ucraina

Kiev, 140 ucraini tornano a casa dopo nuovo scambio prigionieri

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 Circa 140 ucraini sono tornati in patria nell’ambito di un nuovo scambio di prigionieri con la Russia. Lo ha comunicato il capo dell’ufficio di presidenza Andriy Yermak, secondo quanto riporta Ukrinform. “Nel nuovo anno non solo respingiamo gli attacchi missilistici del nemico, ma riportiamo a casa anche i nostri cittadini. Questo è un altro grande scambio che è stato effettuato: 140 persone stanno tornando a casa”, ha scritto Yermak. Tra loro ci sono feriti, difensori di Mariupol, dell’isola del Serpente, volontari delle Forze di Difesa Territoriale di Slavutych, padri e figli che erano in prigionia insieme, così come personale militare dell’area di Bakhmut. E poi decine di militari dell’esercito, della marina, delle guardie di frontiera. Otto sono donne. Quanto ai russi, il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che i soldati rientrati sono 82, secondo quanto riporta il Guardian.

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Esteri

Zelensky presenta il suo piano, spiragli alla Nato

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Il presidente Volodymyr Zelensky presenta il piano della vittoria al Parlamento ucraino e, subito dopo, si lancia nell’ennesimo tour per spingere gli alleati a sostenere la sua causa. Prima a Bruxelles, dove parteciperà al Consiglio europeo e visiterà il quartier generale della Nato, e poi a Berlino, dov’è atteso un vertice a quattro con Joe Biden, Olaf Scholz, Emmanuel Macron e Keir Starmer dopo quello annullato a causa dell’uragano Milton. Tra i nodi fondamentali c’è l’ingresso nella Nato e la novità è che, per la prima volta, si aprono spiragli all’interno dell’Alleanza per concedere l’agognato invito formale ben sapendo che l’adesione sarà comunque un processo lungo e tortuoso. Sembrano solo dettagli ma ormai la forma è sostanza, perché su entrambi i lati dell’Atlantico c’è consapevolezza di quanto sia delicata la situazione sul campo di battaglia.

“Forse non siamo ancora al momento della verità ma potremmo esserci vicini”, sottolinea un diplomatico alleato alla vigilia della ministeriale Difesa che per la prima volta vedrà la partecipazione a questo formato dei partner asiatici (Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda). Il Cremlino, non a caso, ha bersagliato l’annuncio di Zelensky con una dichiarazione trita e ritrita: il suo piano – ha dichiarato il portavoce di Vladimir Putin – è “probabilmente lo stesso degli americani, quello di combattere la Russia fino all’ultimo ucraino”. In realtà diverse fonti alleate confermano che, nei corridoi, si discutono apertamente vari scenari, compresi quelli che prevedono la concessioni di territori in cambio della pace. Ipotesi che il presidente ucraino nega pubblicamente con forza. Il modello che si evoca è quello tedesco, che permise alla Germania Ovest di entrare nell’Alleanza benché l’Est fosse sotto controllo sovietico. Scholz lo suggerisce chiaramente.

“Oltre al chiaro sostegno all’Ucraina, è giunto il momento di fare tutto il possibile per esplorare come arrivare a una situazione in cui questa guerra non si protragga all’infinito”, ha detto al Parlamento tedesco dicendosi aperto a colloqui con Putin. L’approccio però fa il paio con le ‘soluzioni creative’ anche sul fronte alleato. “Il primo punto sulla lista del piano Zelensky è l’invito ad entrare nella Nato perché sa che solo l’articolo 5 può proteggerlo dalla Russia sul lungo periodo: ecco, l’atmosfera sul tema sta cambiando”, afferma un’alta fonte diplomatica alleata. “Certo, al momento è difficile che ci sia ma la richiesta, sia da parte degli ucraini che da parte degli alleati favorevoli, s’intensificherà da qui al prossimo vertice della Nato, e non escludo che alla fine l’invito venga esteso”.

L’Ucraina, si rimarca, non è però la Svezia o la Finlandia, il processo di riforme necessario per entrare nell’Alleanza sarà complesso e poi si dovrà avere una situazione al fronte stabilizzata. Dunque tra l’invito e l’ingresso effettivo passerà giocoforza del tempo. Ma la svolta potrebbe servire a Zelensky per restare in partita, considerando le pressioni sul fronte interno e l’inverno difficile che ha di fronte. Il segretario generale Mark Rutte nel mentre ha rivelato che la Nato è “sulla buona strada” per consegnare i 40 miliardi di euro promessi a Kiev per il prossimo anno, come concordato al vertice di Washington. “Posso annunciare – ha detto – che gli alleati hanno impegnato 20,9 miliardi in assistenza militare nella prima metà del 2024”. Il presidente Biden, dal canto suo, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari da 425 milioni di dollari, con ogni probabilità il contributo Usa alla coreografia di annunci prevista nell’ambito della ministeriale alleata, dove si terrà anche un Consiglio Nato-Ucraina, organizzato per l’occasione nel formato cena, più informale. “Sarà l’occasione per ascoltare dal vivo gli aggiornamenti dal campo di battaglia e le esigenze reali dell’Ucraina”, spiega una fonte. “”Non tutti gli alleati fanno quanto dovrebbero fare al momento, quindi avere una certa iniezione di urgenza politica è utile”.

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Esteri

La Russia avanza in Ucraina e prende un altro villaggio

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Non si ferma l’avanzata russa in Ucraina dove guadagna terreno con la conquista del villaggio di Mykhailivka, alla periferia di Selydové, nell’est del Paese, in un’area dove l’esercito di Putin procede rapidamente da diverse settimane. La conquista della nuova roccaforte ha una valenza importante nella lunga guerra di logoramento che si sta combattendo al fronte e potrebbe portare a ulteriori progressi russi vicino a Pokrovsk, una città mineraria che produce carbon coke, necessario per la fabbricazione dell’acciaio.

Tale città costituisce un nodo logistico strategico per l’esercito ucraino e la sua perdita dimezzerebbe la produzione di questo metallo, essenziale per l’industria militare e costoso da importare. Il presidente Volodymyr Zelensky, pur ammettendo che la situazione nell’est della regione del Donetsk, dove si trova Pokrovsk, e nel sud di Zaporizhzhia è “molto difficile”, ha poi accusato la Corea del Nord di fornire soldati all’esercito russo per l’invasione dell’Ucraina. “Vediamo una crescente alleanza tra la Russia e i regimi come la Corea del Nord. Non si tratta più solo di trasferire armi. Si tratta di inviare persone dalla Corea del Nord nelle forze armate dell’occupante”, ha chiosato, postando poi un messaggio su X dove ha invitato alleati e partner a fornire ulteriore sostegno e sistemi di difesa aerea al suo Paese.

“Non bisogna perdere tempo”, ha sollecitato, precisando che “bisogna inviare” a Mosca “un chiaro segnale di determinazione”. A fronte dalle conquista russe, Kiev può invece rivendicare, stando ad un blogger militare legato alle forze aeree russe, l’abbattimento di un Sukhoi Su-34 da parte di un F-16 fornito dall’Occidente. Se la notizia – pubblicata dal settimanale statunitense Newsweek – fosse confermata, spiega l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), si tratterebbe del “primo abbattimento ucraino di un aereo con equipaggio russo con un caccia” occidentale. La Bbc da parte sua riferisce della presunta esecuzione di nove soldati ucraini catturati dalle forze russe nella regione russa del Kursk. Secca la reazione del difensore civico ucraino Dmytro Lubinets che ha accusato Mosca di aver violato “tutte le regole e le consuetudini di guerra”.

Il Cremlino non commenta a riguardo, ma tramite il suo portavoce Dmitry Peskov, rilancia sul piano diplomatico e annuncia la volontà di Putin ad voler aprire un dialogo con Olaf Scholz, mentre risulta confermata la visita a Berlino venerdì prossimo del presidente americano Joe Biden. I due leader si sarebbero dovuti vedere nei giorni scorsi e insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al primo ministro britannico Keir Starmer avrebbero dovuto partecipare a un vertice internazionale degli alleati dell’Ucraina a Ramstein, un’importante base americana nel sud-ovest del Paese, insieme al presidente Zelensky. Un incontro poi saltato per l’emergenza maltempo in Florida.

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Esteri

Morta in cella reporter ucraina Victoria Roshchyna catturata dai russi

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“La giornalista ucraina Victoria Roshchyna è morta in una prigione russa il 19 settembre scorso. Reporters sans frontières esprime le sue più sincere condoglianze alla famiglia e chiede un’indagine approfondita sulle circostanze della sua morte. Le autorità russe non hanno rilasciato alcuna informazione sulla sua detenzione”. La notizia della morte di Victoria compare così sul sito di Rsf, la più importante Ong internazionale per la protezione dei giornalisti e la difesa della libertà di stampa, mentre Kiev apre a riguardo un’indagine per “crimine di guerra”. La procura generale di Kiev ha aperto un procedimento penale dopo la morte della giornalista ucraina con l’accusa di crimine di guerra insieme a omicidio premeditato. “Il 10 ottobre – afferma il procuratore generale secondo quanto scrive Ukrainska Pravda – i media hanno pubblicato informazioni sulla morte della giornalista ucraina Roshchyna, detenuta illegalmente dalla Federazione Russa.

A questo proposito, il procedimento penale avviato per la sua scomparsa riguarda la violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra, combinata con omicidio premeditato”. L’indagine sarà condotta dall’Sbu, i servizi segreti ucraini, sotto la guida della procura. Victoria avrebbe compiuto 28 anni questo mese, era scomparsa nell’agosto dell’anno scorso dopo essersi recata nell’Ucraina orientale controllata dai russi per un reportage. E non si sono avute sue notizie fino allo scorso aprile quando suo padre ha ricevuto una lettera dal ministero della Difesa di Mosca in cui si diceva che era stata trattenuta dalle autorità russe e rimaneva in stato di detenzione. Nulla di più. Perchè le circostanze del suo arresto non sono mai state rese pubbliche e non era chiaro dove fosse detenuta in Russia. Solo adesso si hanno alcune – ma sempre limitate – informazioni a riguardo, come quelle diffuse dall’agenzia di stampa russa Mediazona secondo cui Victoria è morta durante il trasferimento a Mosca da una prigione di Taganrog, vicino al confine con l’Ucraina.

“Purtroppo, le informazioni sulla morte di Victoria sono state confermate”, ha detto da parte sua Petro Yatsenko, portavoce del quartier generale di coordinamento dei prigionieri di guerra dell’Ucraina. “È troppo presto per parlare delle circostanze della morte: stiamo lavorando per stabilirle”, ha aggiunto. Victoria ha lavorato come freelance per varie agenzie di stampa indipendenti, tra cui Ukrainska Pravda, e ha collaborato con il servizio ucraino dell’agenzia di stampa finanziata dagli Stati Uniti Radio Free Europe. Ha scritto della sua vita nelle zone dell’Ucraina occupate dai russi, in particolare la Crimea, e dell’assedio di Mariupol. Nel 2022 è stata più volte fermata dalle autorità russe, poi liberata. In un episodio le è stata sequestrata l’apparecchiatura. E nello stesso anno le è stato conferito il premio Courage in Journalism dall’International Women’s Media Foundation per i suoi reportage dall’Ucraina orientale, ma aveva rinunciato alla cerimonia di consegna del riconoscimento in modo da potersi concentrare sul suo lavoro.

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