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Ambiente

Italia nella morsa del gelo e della neve, 4 morti tra ghiaccio e valanghe

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Italia nella morsa del gelo tra neve, ghiaccio e valanghe. E’ l’effetto dei venti siberiani che hanno fatto precipitare il termometro, non soltanto in montagna, e hanno imbiancato molte citta’. Due persone sono morte in un maxi tamponamento sull’autostrada Torino-Bardonecchia, a causa dell’asfalto ghiacciato, un’altra vittima sull’Appennino tra Reggio e Modena, dove si sono staccate due valanghe ed una in Friuli sempre per una slavina. Numerosi i disagi, da Nord a Sud: treni in tilt per diverse ore sul nodo di Milano, la linea elettrica di alimentazione tranciata dopo il passaggio di un convoglio nella mattinata gelida, due container sono caduti nel Canal Grande a Trieste, dove la Bora ha raggiunto i 110 km/h. “La strada era una lastra di ghiaccio. Non si riusciva a controllare l’auto. Un inferno, quando siamo scesi scivolavamo anche in piedi” raccontano gli automobilisti rimasti coinvolti nel groviglio di lamiere in cui, poco prima delle 10, si e’ trasformata la A32 Torino-Bardonecchia. L’incidente in direzione Nord sul viadotto Rio Ponte’, tra le gallerie Cels e Serre La Vuote, all’altezza di Salbertrand. Ventinove i mezzi coinvolti e oltre trenta feriti. Non ce l’hanno fatta Francesco Armentaro, 38 anni, e Michelanna Giachino, 71 anni. Ed e’ polemica sulla manutenzione dell’autostrada, chiusa per oltre sette ore per consentire i soccorsi. “Le tariffe sono sempre piu’ alte, ma la manutenzione non c’e’! Dove finiscono i soldi?”, si interrogano gli automobilisti, che sui social puntano il dito contro la Sitaf, concessionaria della tratta e del Traforo del Frejus. Il servizio di prevenzione antigeliva era attivo “fin dal primo mattino”, ribatte la societa’, precisando che “poco prima dell’incidente anche alcuni veicoli di pattuglia sono transitati sul viadotto interessato senza segnalare alcuna criticita’ in merito alle condizioni del manto stradale”. Sara’ la polizia stradale a ricostruire quando accaduto e le eventuali responsabilita’. Potevano avere conseguenze ancora piu’ gravi le valanghe – una sul Monte Cusna, sull’Appennino reggiano, e un’altra sul Cimone, montagna modenese – in cui e’ morto il modenese Marcello Fiorentini, 41enne del luogo. Era andato a fare una scalata nei canali del Monte Giovo, insieme ad altre due persone che, appena sfiorate dalla massa nevosa, sono riuscite a dare l’allarme al 112. Tre gli escursionisti che si sono invece salvati sul Monte Cusna. Valanghe anche in Friuli: un escursionista di origini slovene e’ morto a Sella Nevea (Udine), nei pressi del Pic Majot, 1.650 metri di quota. Il suo passaggio, con due compagni rimasti illesi, ha provocato il distacco di un lastrone di neve ventata della larghezza di una settantina di metri e di circa 40 centimetri di spessore. Sempre in provincia di Udine un escursionista e’ morto a Gemona del Friuli (Udine), dopo essere caduto lungo un canale nella zona di Forca di Ledis: e’ scivolato e, in questo caso, il maltempo non c’entra. La perturbazione che ha portato aria fredda di origine polare sull’Italia, e imbiancato numerose citta’, continuera’ a interessare le regioni del centrosud anche nelle prossime ore. Il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso una nuova allerta meteo, che prevede dalle prime ore di domani il persistere di nevicate al di sopra dei 200-400 metri, localmente in calo fino a quote di pianura, su Molise, Basilicata e Puglia. Dalla serata le nevicate interesseranno anche Calabria e Sicilia. Attesi inoltre venti forti, o di burrasca, su Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

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In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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