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Economia

Istat: disoccupazione agosto al 6,2%, ai minimi dal 2007

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Ad agosto 2024 il numero di occupati risulta in crescita rispetto al mese precedente (+45mila unità) e raggiunge i 24 milioni 80 mila. Lo comunica l’Istat nella stima mensile degli occupati e disoccupati. Il numero di occupati supera quello di agosto 2023 di 494mila unità. Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile al 62,3%.

La disoccupazione in agosto in Italia è scesa al 6,2% dal 6,4% di luglio. Lo comunica l’Istat. Si tratta del livello più basso dal settembre del 2007 (era al 6,2%). Le persone in cerca di lavoro sono 1 milione 588mila, in calo di 46mila unità su luglio e di 355mila unità su agosto 2023.

Il numero di persone in cerca di lavoro cala ad agosto – del 2,8%, pari a -46mila unità – per entrambe le componenti di genere e in tutte le classi d’età, ancora una volta con l’eccezione dei 35-49enni. Il tasso di disoccupazione giovanile scende di 1,7 punti al 18,3%. Ad agosto 2024, rispetto al mese precedente, tra i maschi il tasso di disoccupazione diminuisce di 0,3 punti al 5,9%, mentre tra le donne cala di 0,1 punti, al 6,6%. Su base annua, inoltre, sia per gli uomini sia per le donne si osserva diminuzione della disoccupazione (-0,9 punti tra gli uomini e -2,1 punti tra le donne). Nel confronto trimestrale, precisa ancora l’Istat, si osserva infine una diminuzione delle persone in cerca di lavoro del 5,6%, pari a -97mila unità.

Il numero di occupati ad agosto 2024 supera quello di agosto 2023 del 2,1%. Rispetto a luglio, l’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. L’aumento del numero di occupati coinvolge i dipendenti, sia permanenti – che raggiugono i 16 milioni 106mila – sia a termine, pari a 2 milioni 811mila. Gli autonomi scendono invece a 5 milioni 163mila. Rispetto ad agosto 2023 invece ci sono stati 516mila dipendenti permanenti in più, 123mila autonomi in più e 144mila dipendenti a termine in meno.

Rispetto al mese precedente, ad agosto l’occupazione aumenta (+0,2%, pari a +45mila unità) per gli uomini, i dipendenti e in tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce, così come tra le donne e gli autonomi. Il numero di inattivi cresce (+0,4%, pari a +44mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-34enni e gli ultra cinquantenni. Il tasso di inattività sale al 33,4% (+0,1 punti). Il confronto del trimestre giugno-agosto 2024 con quello precedente (marzo-maggio 2024) mostra un incremento nel numero di occupati dello 0,5% (pari a +114mila unità). La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-5,6%, pari a -97mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,6%, pari a +68mila unità).

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Economia

Morto a 99 anni l’imprenditore Francesco Merloni, era presidente onorario di Ariston Group

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E’ morto oggi a 99 anni nella sua abitazione a Fabriano (Ancona) l’ingegner Francesco Merloni (nella foto in evidenza di Imagoeconomica), presidente onorario di Ariston Group. Ne dà notizia Ariston Group. Merloni, che è stato parlamentare, ministro e capitano d’industria, lascia la moglie Maria Cecilia Lazzarini e i figli Paolo, presidente di Ariston Group, Francesca e Claudia. “Imprenditore e Cavaliere del Lavoro, Francesco Merloni – ricorda l’azienda – è stato uno dei protagonisti dell’industria italiana che, raccogliendo l’eredità del padre Aristide, ha dedicato la sua carriera allo sviluppo internazionale dell’azienda di famiglia”.

Una vita fatta di tante vite, quella di Francesco Merloni: parlamentare, ministro, capitano d’industria. Ma tutte con le Marche come baricentro, Fabriano (Ancona), in particolare. Il 17 settembre scorso aveva festeggiato i 99 anni circondato dall’affetto della sua famiglia. Era legato indissolubilmente anche alla Fondazione “Aristide Merloni”, ente di ricerca di eccellenza nella promozione e nello sviluppo della cultura imprenditoriale territoriale, di cui era presidente. Figlio di Aristide Merloni, fondatore dell’Ariston e delle Industrie Merloni si era laureato in Ingegneria industriale all’Università di Pisa.

Negli anni ’50 entrò a lavorare nell’azienda di famiglia. Entra in Parlamento, per la prima volta e come senatore, nel 1972 con la Democrazia Cristiana. È stato rieletto anche in altre sei legislature: cinque alla camera e un’altra al senato. Nel primo governo presieduto da Giuliano Amato viene nominato Ministro dei Lavori pubblici, giurando il 28 giugno 1992 nelle mani del neo-Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Con la caduta di Amato e l’incarico al Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, Merloni è stato confermato Ministro fino alla fine del Governo Ciampi, 11 maggio 1994.

Sua la cosiddetta Legge Merloni, una radicale riforma del sistema degli appalti pubblici, realizzando anche la trasformazione dell’Anas in Ente pubblico economico. Con la scomparsa della Dc, Francesco Merloni si iscrisse al gruppo parlamentare dei Popolari democratici – l’Ulivo ha continuato. Alle elezioni primarie del Partito Democratico nel 2007 dichiara di sostenere la candidatura di Enrico Letta, amico personale di lunga data di Merloni, a segretario del Pd. Grande amico anche dell’ex Premier, Romano Prodi. Accanto alla sua esperienza politica, ha proseguito la sua seconda vita di successo, da capitano d’industria. Nello stabilimento di Matelica ha iniziato a produrre bombole e serbatoi per il gas, quindi a Castelraimondo i pannelli fotovoltaici per scaldare l’acqua, a Fabriano gli scaldabagni.

In pochi anni nasce Merloni Termosanitari, poi divenuta Ariston Group specializzata in impianti di riscaldamento e climatizzazione. Una multinazionale presente con siti in 17 nazioni, complessivamente sono 29, e che ha chiuso il bilancio 2023 con 3.1 miliardi di euro di ricavi, 212 milioni di euro di utile netto. Gruppo quotato alla Borsa di Milano dal 2021 e quel giorno Francesco Merloni, con suo figlio Paolo a cui nel 2011 aveva passato le redini di Ariston, era presente per suonare la campanella. Probabilmente la vita che più amava Francesco Merloni era quella con la sua famiglia: la moglie Maria Cecilia Lazzarini e i figli Paolo, Francesca e Claudia. “Si chiude definitivamente un’epoca”, il commento commosso dell’ex sindaco di Fabriano, Roberto Sorci, storico collaboratore di tutta la famiglia Merloni.

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Economia

Istat, al via oggi settimo censimento di popolazione e case

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Prende avvio oggi la settima edizione del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni che coinvolgerà 2.530 Comuni e circa 1 milione di famiglie. Lo annuncia l’Istatin una nota in cui si precisa che i risultati dell’edizione 2023 del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni saranno diffusi a dicembre 2024. Il Censimento permanente della popolazione, viene spiegato, si basa sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati di fonte amministrativa trattati statisticamente. Grazie all’integrazione dei dati raccolti attraverso due diverse rilevazioni campionarie – denominate “da Lista” e “Areale” – con le informazioni provenienti dai registri e le fonti amministrative, il censimento è in grado di restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione che dimora abitualmente in Italia non solo a livello nazionale, regionale e comunale ma anche a livello territoriale più fine (quartieri, località abitate e sezioni di censimento).

Attraverso questo impianto censuario, l’Istituto nazionale di statistica fornisce entro dicembre di ogni anno i dati della popolazione per sesso, età, cittadinanza, grado di istruzione e occupazione, a livello regionale, provinciale e comunale, riferiti all’anno precedente. A partire dal 2025 la revisione avrà cadenza annuale e si svolgerà nei mesi da gennaio ad aprile di ciascun anno, con riferimento alla popolazione pubblicata dall’Istat nel mese di dicembre dell’anno precedente.

I Comuni sono chiamati a verificare le posizioni anagrafiche degli individui, che a seguito degli esiti del Censimento permanente al 31 dicembre 2023, si trovano in queste liste da verificare. Per quanto concerne invece le abitazioni, la nuova strategia censuaria ne definisce il numero totale attraverso il trattamento statistico delle informazioni presenti nel Registro degli edifici e delle unità immobiliari, la cui fonte primaria è il catasto dei fabbricati. È possibile così fornire (a partire dai dati 2021) il numero delle abitazioni occupate e quello delle abitazioni non occupate che viene ottenuto associando le abitazioni del suddetto Registro alle famiglie rilevate al Censimento. I risultati di ciascuna annualità del censimento permanente della popolazione vengono diffusi alla fine di ogni anno sul sito istituzionale dell’Istat.

(Nella foto in evidenza di Imagoeconomica la sede centrale dell’Istat a Roma)

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Economia

Stellantis taglia le stime, il titolo crolla in Borsa

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Il mondo delle auto fa tremare le Borse. Le ultime cattive notizie arrivano da Stellantis, che taglia le stime dei risultati del 2024 con una riduzione delle consegne alla rete di più di 200.000 veicoli nel secondo semestre, il doppio della stima precedente. Il titolo crolla, e chiude in calo del 14,72% a Milano e del 14,74% a Parigi, in una brutta giornata per l’intero settore automotive. A Piazza Affari perde anche Iveco (-4,04%), mentre limita i danni Ferrari (-1,2%). Ma la maglia nera della giornata va al marchio Aston Martin che, dopo la revisione al ribasso della guidance, crolla a Londra perdendo il 24,51%. A Parigi poi lo scivolone di Renault (-5,57%), indicata da recenti indiscrezioni di stampa come possibile protagonista di un’eventuale fusione proprio con Stellantis. Lunedì nero per l’auto anche a Wall Street, con General Motors e Ford che perdono rispettivamente il 3,4% e il 2,9%. Stellantis ha aperto la giornata annunciando la decisione di rivedere al ribasso i target indicati, soprattutto a causa dei “problemi di performance in Nord America e del deterioramento nelle dinamiche globali del settore”.

Il margine del risultato operativo adjusted è atteso tra il 5,5% ed il 7% per l’intero 2024, in calo rispetto al precedente “double digit”, mentre il free cash flow industriale, prima positivo, è previsto in rosso tra 5 e10 miliardi di euro. Non è il primo gruppo Stellantis a rivedere i target: lo hanno già fatto le tedesche Bmw e Mercedes, la svedese Volvo, mentre Volkswagen ha ipotizzato anche la chiusura di uno stabilimento e la riduzione dei dipendenti. Lo stesso annuncio lo ha dato lo storico brand inglese dell’Aston Martin, che produrrà circa 1.000 auto in meno rispetto a quanto aveva pianificato con una riduzione delle vendite di circa il 10%. Tra le principali cause della decisione del gruppo guidato da Carlos Tavares c’è l’andamento delle vendite negli Usa, dovuto anche al fatto che per paura degli scioperi l’azienda ha prodotto un numero di auto molto più alto di quello che il mercato ha poi assorbito. “Il gruppo – spiega Stellantis – ha accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l’obiettivo di non più di 330.000 unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025”. L’azienda spiega che continuerà “a far leva ed espandere i propri differenziatori competitivi ed è convinta che le azioni di recupero poste in essere si tradurranno in performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre”.

Molti i commenti negativi all’annuncio di Stellantis. “Penso che abbiano fatto il peggio che si potesse fare da tutti i punti di vista”, dice il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. “Mi preoccupo di salvare i posti di lavoro rimasti, affrettando la revisione della messa al bando delle auto a benzina e diesel e quindi pressando la commissione europea perché il riesame avvenga già nel 2025, cosa che ormai anche già la Germania e altri Paesi chiedono, perché pensare di mettere fuori legge le auto a benzina e diesel tra 10 anni è una follia, un suicidio”.

Il segretario di Azione, Carlo Calenda, parla di “una gestione arrogante e disastrosa quella di Stellantis caratterizzata da perdite, mancanza di trasparenza, impianti chiusi e pochi investimenti di prodotto” e ribadisce la necessità che i vertici vadano “in Parlamento a spiegare cosa sta accadendo in Italia”. Sono preoccupati anche i sindacati che hanno dichiarato uno sciopero di tutto il gruppo Stellantis e dell’indotto di otto ore per il 18 ottobre. E’ da 40 anni che non si fanno otto ore di sciopero unitario nel mondo ex Fiat. A rischio, secondo Fim, Fiom e Uilm, 25 mila posti di lavoro. Intanto Leapmotor International, il brand cinese di Stellantis, apre gli ordini per la city car T03 e il suv C10, modelli elettrici, nei rivenditori autorizzati del gruppo in Europa.

(La foto in evidenza di un sito produttivo Stellantis negli Usa è di Imagoeconomica) 

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