Nel sud di Gaza, vicino alla città di Rafah, un’esplosione ha ucciso otto soldati dell’Idf, segnando una delle più gravi perdite per l’esercito israeliano negli ultimi mesi. Il ministro degli Esteri israeliano, Katz, ha commentato l’episodio definendolo un “sabato difficile”. L’esplosione ha coinvolto un veicolo blindato che faceva parte di un convoglio di sei mezzi che rientrava da una missione nell’area di Tal al-Sultan.
Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione potrebbe essere stata causata da un ordigno piazzato sulla strada o lanciato da un miliziano palestinese. Tra le vittime c’è il capitano Wassem Mahmoud, di 23 anni, originario del villaggio di Beit Jann, nel nord di Israele. L’Idf sta ancora indagando per determinare se l’esplosione sia stata provocata da un attacco o da una detonazione accidentale degli esplosivi trasportati dal veicolo.
Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha confermato che, nonostante l’elevato costo in vite umane, Israele continuerà a perseguire gli obiettivi della guerra, tra cui la distruzione delle capacità militari di Hamas e il ritorno dei rapiti israeliani. L’episodio rischia di alimentare le critiche contro il governo Netanyahu e le richieste di cessate il fuoco nell’opinione pubblica israeliana.
Hamas ha rivendicato l’imboscata, affermando di aver ucciso e ferito diversi soldati israeliani nella zona a ovest di Rafah, dove le forze israeliane sono molto attive da settimane. L’esplosione di oggi è l’episodio più mortale per i soldati israeliani da gennaio, quando 21 militari furono uccisi nel crollo di due edifici a Gaza. Con questa ultima tragedia, il numero dei soldati israeliani uccisi dall’inizio dell’offensiva su Gaza ha raggiunto quota 307.
Il bilancio delle vittime palestinesi è significativamente più alto, con oltre 37.000 morti, secondo il ministero della Sanità di Gaza. Entrambi i conteggi sembrano destinati a salire, con i negoziati per una tregua in stallo e le operazioni israeliane che continuano. Al Jazeera ha riportato raid e bombardamenti di artiglieria nelle aree a ovest di Rafah da parte dell’esercito israeliano.
Le tensioni continuano anche al confine nord di Israele con il Libano, dove Hezbollah ha lanciato razzi sull’Alta Galilea. L’Idf ha risposto uccidendo un agente di Hezbollah in un attacco con drone nel sud del Libano. Gli scambi di attacchi preoccupano Washington, dove funzionari americani hanno espresso timori che il conflitto possa espandersi su vasta scala.
Ieri, altri due soldati israeliani sono stati uccisi in combattimento nel nord della Striscia di Gaza. Un ordigno esplosivo ha colpito il loro carro armato, uccidendo un 28enne e un 49enne del 129° battaglione dell’8a brigata corazzata di riserva. Con questi ultimi incidenti, sale a dieci il bilancio dei militari israeliani uccisi nell’enclave palestinese ieri.
La situazione resta estremamente tesa, con un alto costo in vite umane da entrambe le parti e poche prospettive di una tregua imminente. Le operazioni militari continuano e la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’evolversi del conflitto.