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Isole Covid Free e trasporti, governo pensa a estate

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Se da una parte l’Istat scatta una nuova impietosa fotografia della crisi piu’ nera della storia del turismo italiano (i viaggi degli italiani nel 2020 hanno toccato il loro minimo storico, 37 milioni e 527 mila con 231 milioni e 197 mila pernottamenti, -44,8% per le vacanze e -67,9% per il business), dall’altra attorno al settore piu’ massacrato dalla pandemia che vale il 13% del Pil cominciano a spuntare proposte e prove di ripartenza che vanno dal passaporto vaccinale alle isole Covid Free, dai trasporti “sicuri” al 110% esteso alle strutture ricettive. E si comincia anche a parlare di date: il ministro del turismo Massimo Garavaglia ipotizza il 2 giugno: “E’ la nostra festa nazionale e potrebbe essere una data delle riaperture per noi”. Incoraggiante il premier Draghi, che pure sottolinea di non poter dare una data, perche’ tutto dipende dall’andamento epidemiologico e dalle vaccinazioni: “Garavaglia dice a giugno. Speriamo, magari anche prima, hi lo sa. Non diamo per abbandonata la stagione turistica, tutt’altro”. Di rendere le isole Covid Free, come sta facendo anche la Grecia, parla il ministro del turismo (“possiamo farlo”) ma anche i presidenti di Sardegna e Sicilia, Christian Solinas e Nello Musumeci, che chiedono al premier Mario Draghi di “avere il coraggio” di andare oltre la proposta di vaccinazione delle sole isole minori e puntare a immunizzare con il vaccino l’intera popolazione delle due isole piu’ grandi Isole del Mediterraneo e “a spiccata vocazione turistica”, che “possono garantire numeri importanti per la ripresa dell’economia nazionale”. Proposta a cui plaude anche il leader della Lega, Matteo Salvini: “Sono a favore di Sicilia e Sardegna e la loro proposta di comprare i vaccini anche di tasca loro pur di ripartire con il turismo”. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, parla invece del passaporto vaccinale, una possibilita’ allo studio del governo, come hanno fatto altri Paesi, per attrarre i turisti. “Lavoriamo – dice anche Garavaglia – al Green Pass che prevede tre condizioni, il vaccino, avere avuto il Covid e il tampone negativo. Non e’ discriminatorio e da noi esiste gia’ in Sardegna. E’ un modello che sta gia’ prendendo piede, perche’ ad esempio ci sono gia’ numerosi voli che procedono cosi'”. A trasporti sicuri in vista dell’estate pensa il ministro delle Infrastrutture e delle mobilita’ sostenibili Enrico Giovannini al lavoro “con il ministro Garavaglia”. “Dobbiamo prepararci all’estate con anticipo – osserva – per avere un sistema di trasporti sicuro sia per l’Italia che per l’estero”. Anche su Alitalia “il Governo – spiega – e’ intenzionato a fare molto presto per consentire anche di sfruttare la fase delle ripartenze non solo in Italia”. Si parla anche di ampliamento del superbonus al 110% agli edifici strumentali d’impresa (ristoranti, alberghi, agriturismi): “Potrebbe essere complesso ma lavoreremo su questa cosa, e mi impegno a discuterne con il ministero dell’Economia”, annuncia il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Tornando al rapporto dell’Istat, gli effetti della pandemia e delle conseguenti misure di contenimento sono evidenti sia per i viaggi “italiani” che per quelli diretti all’estero. Le mete nostrane subiscono il contraccolpo minore, registrando una variazione negativa del 37% (-27,2% in termini di notti, circa 76 milioni in meno). Per le destinazioni estere, invece, si tratta di un vero e proprio tracollo: la riduzione dei viaggi e’ dell’80% e i pernottamenti persi rispetto al 2019 sono oltre 100 milioni (-78,2%). Il brusco calo della domanda turistica lascia invariato il primato del Nord-est, che anche nel 2020 e’ la destinazione piu’ scelta (30,2% dei viaggi totali) e, al contempo, si conferma l’area dove risiede la maggior parte dei turisti (19,7%, 29,8% in termini di provenienza dei viaggi). Tra le regioni e’ il Lazio a pagare il prezzo piu’ alto del calo dei viaggi. Tra gli altri che emergono dal rapporto c’e’ il fatto che la pandemia ha aumentato il ricorso agli alloggi privati e quindi tra le strutture ricettive, gli alberghi sono i piu’ colpiti. Ancora piu’ marcato il ricorso all’automobile come mezzo per viaggiare. Infine crolla l’intermediazione, prevale decisamente la prenotazione diretta.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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