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Ambiente

Invasione di meduse nel Golfo di Napoli: un fenomeno naturale dicono gli esperti

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Spinte dalla corrente frenano la voglia di mare di chi aspettava da tempo che il clima consentisse finalmente qualche tuffo. Niente da fare: sono tantissime le meduse della specie Pelagia Noctiluca che invadono le coste del sud, in particolare del Golfo di Napoli. Piccole, rosacee, urticantissime: sono il terrore dei bagnanti. Dal sito la Gaiola Onlus invitano a non entrare in acqua se non si ha a disposizione qualche presidio farmaceutico ad hoc.

Sono state avvistate proprio alla Gaiola, a Marechiaro, a Posillipo (Napoli) ma anche a Ischia e Procida e in parte delle coste del Tirreno meridionale. In particolare questi organismi per certi versi ancora un po’ misteriosi sono nelle acque flegree forse perché le correnti le hanno spinte verso l’alto e verso le rive. Qualcuno ricorda che è già successo in tempi andati ma per noi, frequentatori di queste zone, il fenomeno più o meno esteso si presenta ogni anno, di sicuro con almeno un mese d’anticipo rispetto ad oggi. “Le meduse sono animali planctonici che non decidono loro dove andare – spiegano gli esperti della Gaiola onlus- vengono trasportati passivamente dalle correnti”.  Fra qualche giorno con ogni probabilità non ci saranno più trasportate, altrove dalle correnti ma probabilmente nei canyon della zona ci saranno piccole giovani meduse che presto cresceranno.

Foto www.facebook.com/CSIGaiola/

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In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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