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Interruttori molecolari di longevità, in un piccolo verme c’è il segreto per vivere 500 anni

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Scoperto il segreto per vivere fino a 500 anni: consiste nell’accendere contemporaneamente due ‘interruttori’ molecolari della longevità, i cui effetti si potenziano a vicenda allungando la vita del 500%. La strategia, sperimentata con successo nei piccoli vermi nematodi ‘C. elegans’ (da sempre usati come modello per studiare l’invecchiamento in laboratorio), potrebbe aprire la strada a nuove terapie anti-aging anche per l’uomo. A indicarlo è lo studio pubblicato su Cell Reports dai ricercatori statunitensi del Mount Desert Island Biological Laboratory e del Buck Institute for Research on Aging, in collaborazione con i cinesi dell’Universita’ di Nanchino. Nei loro esperimenti sui nematodi, i biologi hanno modificato geneticamente due ‘interruttori’ di longevita’ che attivano due circuiti molecolari nelle cellule (evolutivamente conservati anche nell’uomo): quello legato all’insulina e quello della proteina Tor. Sapendo che la regolazione del primo circuito puo’ aumentare la longevita’ del verme del 100%, mentre il secondo del 30%, i ricercatori si aspettavano che insieme avrebbero allungato la vita del 130%. Invece hanno ottenuto un’impennata del 500%. “L’effetto sinergico e’ stato pazzesco”, afferma Jarod A. Rollins, che ha guidato lo studio con Jianfeng Lan dell’Universita’ di Nanchino. “L’effetto non e’ uno piu’ uno uguale a due, ma uno piu’ uno uguale a cinque. Per sviluppare i trattamento anti-invecchiamento piu’ efficaci non dobbiamo guardare i singoli circuiti, ma le reti che formano”. Questo effetto sinergico potrebbe spiegare perche’ non e’ mai stato trovato un gene che da solo potesse spiegare la sorprendente longevita’ dei super anziani, che riescono a vivere piu’ a lungo degli altri e liberi da gravi malattie. Capire come interagiscono fra loro i circuiti cellulari della longevita’ sara’ fondamentale per sviluppare nuove terapie, considerato che sono gia’ in via di sperimentazione diversi farmaci che puntano a regolare queste singole cascate di segnali per allungare la vita.

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Coppa Italia, manita di un grande Napoli al Palermo

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Il Napoli vola agli ottavi di finale di Coppa Italia. Allo stadio Maradona la squadra di Antonio Conte ha travolto 5-0 il Palermo: avvio all’insegna di Ngonge, autore di una doppietta in cinque minuti (7′ e 12′ del primo tempo). Al 42′ di testa arriva il tris di Juan Jesus. Nella ripresa, cominciata con cinque minuti di ritardo per il lancio di petardi tra le tifoserie, Palermo in dieci per l’espulsione di Vasic, il Napoli dilaga con Neres, a segno al 25′, al 32′ McTominay appena entrato firma il 5-0. Al prossimo turno il Napoli affronterà la Lazio.

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Economia

Giorgetti vede enti locali, impegno su sanità e welfare

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Dopo sindacati e imprese tocca agli enti locali confrontarsi con il governo sulla prossima manovra di bilancio, toccando uno dei nervi scoperti per le Regioni, ovvero la sanità, ma anche la spesa sociale tanto cara ai Comuni. Sul piatto ci sarebbero più soldi per il Fondo sanitario nazionale ma anche l’aumento del contributo delle Regioni alla finanza pubblica, un’operazione praticamente a somma zero necessaria per non incrinare i conti. I margini di manovra per l’anno prossimo sono strettissimi e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, lo ribadirà domani in Cdm ai colleghi, illustrando le cifre definitive del Piano strutturale di bilancio. La crescita, all’1% quest’anno come previsto già dal Def, salirà all’1,2% nel 2025 e 2026, il deficit calerà sotto il 3% nel 2026, mentre il debito sorprenderà al rialzo, e sempre per il solito responsabile cioè il Superbonus.

Nell’incontro con il ministro, l’Anci ha riscontrato l’impegno a contenere i vincoli sui Comuni e un’attenzione specifica sulla spesa sociale, soprattutto quella destinata ai minori nelle strutture d’accoglienza. Il presidente Roberto Pella parla di uno “spirito costruttivo che darà i suoi frutti”.

Le Regioni hanno invece appreso dell’ipotesi di aumentare il Fondo sanitario nazionale per non ridurre il rapporto tra spesa sanitaria e Pil: al momento si parla di 900 milioni al netto degli aumenti contrattuali, cifra che andrà rivista alla luce del valore del Pil per essere coerente con l’obiettivo del governo di una spesa sanitaria sopra l’1,5% del Pil. Verrebbe però mantenuto l’attuale contributo delle Regioni alla finanza pubblica, già salito nel 2024 da 305 a 350 milioni di euro, tanto che le Regioni chiedono di tenere aperto il confronto per arrivare ad una cifra più contenuta. La spesa sanitaria sopra l’1,5% è tra le “inderogabili decisioni” del governo, anche se “questo significa che altre spese devono essere più basse”, aveva detto Giorgetti ai sindacati. L’altra priorità è rendere strutturali il taglio del cuneo e la riforma dell’Irpef, e sui contratti di lavoro pubblico, c’è l’impegno “a recuperare i valori dell’inflazione, ovvero circa il 2% annuo”.

Lo spazio per fare altro è davvero poco, nonostante nel Psb la crescita per il 2024 verrà confermata all’1%, e i prossimi due anni salga all’1,2%. Sarà un aiuto al deficit che quest’anno, grazie alle maggiori entrate, parte dal 3,8% invece del 4,3% indicato nel Def. Con la tagliola della spesa netta fissata dalle regole europee all’1,5% di media, il deficit calerà almeno al 3,2% nel 2025, e nel 2026 si guadagnerà l’uscita dalla procedura d’infrazione scendendo al 2,7%. Ma Giorgetti ricorderà ai colleghi in Cdm il peso del debito, cresciuto a causa dei vari bonus edilizi a cominciare dal Superbonus 110, spiega il Mef.

Nonostante gli interventi degli ultimi anni per frenare gli effetti della maxi agevolazione, il debito continuerà a gonfiarsi per i crediti che ancora devono essere smaltiti dallo Stato: dal 134,8% dell’anno in corso salirà al 137,1% nel 2025 e al 138,3% nel 2026. Con un Psb “prudente e responsabile”, resta l’esigenza di trovare altre risorse. Il ministro chiarisce che “noi chiediamo un contributo a tutti quelli che se lo possono permettere cercando insieme la strada migliore per raggiungere gli obiettivi”. Si studiano quindi diverse strade con diversi soggetti, in particolare “chi ha maggiormente beneficiato di condizioni particolarmente favorevoli”.

Non saranno tasse sugli extraprofitti, ribadisce il Mef. Anche perché, ricorda il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, “non esistono gli extraprofitti” in nessuna dottrina, e le banche italiane finora sono state tutte salvate “con i contributi obbligatori delle banche concorrenti”, non con fondi pubblici. Resta però la disponibilità ad aiutare, con un anticipo di liquidità o un contributo volontario, ed è quello che si sta discutendo. Purché bilanci e patrimonio vengano salvaguardati.

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Economia

I consumi di cosmetici in Italia oltre 13,4 miliardi euro

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Il fatturato totale dell’industria cosmetica “nelle stime 2024 supererà i 16,7 miliardi di euro con una crescita del 10,5% rispetto all’anno precedente. Le previsioni per il 2025 proiettano un ulteriore andamento positivo (+8%) che porterà il valore del fatturato a 18,1 miliardi di euro. A incidere su questi numeri impatteranno anche le esportazioni che, con 8,1 miliardi di euro (+15% rispetto al 2023), si stima cresceranno di ulteriori 10,5 punti percentuali nel corso del 2025». Lo dice Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia presentando alla terza edizione della Milano Beauty Week, la 47/a edizione dell’Indagine congiunturale, un appuntamento che con cadenza semestrale permette di scattare un’istantanea sull’andamento del settore ed evidenziare le principali tendenze in atto.

Analizzando i valori del mercato interno, anche le stime di chiusura 2024 relative ai consumi cosmetici degli italiani siano in crescita (+7% nel confronto col 2023), raggiungendo il valore di 13,4 miliardi di euro. La proiezione per il 2025 è ulteriormente contraddistinta da un incremento, +6,1%, portando così la previsione dei consumi 2025 a un valore di 14,2 miliardi di euro. Il dettaglio sull’andamento dei singoli canali distributivi, sia nelle stime 2024 sia nelle previsioni 2025, mostra trend altrettanto positivi, anche a doppia cifra.

È il caso della profumeria che chiuderà il 2024 con un +10,2% e consumi pari a 2,8 miliardi di euro. Andamento analogo per l’e-commerce, +10,7%, che tocca così un valore di 1,2 miliardi di euro. Buona anche la crescita dell’erboristeria, +7,4%, per un valore del canale stimato di oltre 420 milioni di euro. La grande distribuzione con 5,5 miliardi di consumi cosmetici resta il canale più rappresentativo a valore con un incremento del 5,3% rispetto al 2023. Dopo la seconda posizione della profumeria, la farmacia mantiene il terzo posto e chiuderà il 2024 in crescita del 7,2% e un valore di 2,2 miliardi di euro.

Buoni anche i trend dei canali professionali: i saloni di acconciatura con quasi 620 milioni di euro chiuderanno il 2024 a +5%, mentre i centri estetici, secondo le stime 2024, registreranno un valore prossimo ai 220 milioni di euro per i consumi cosmetici con una crescita del 6,1% nel confronto col 2023. Segno positivo anche per le vendite dirette che, seppur in misura inferiore ad altri canali, segnano un incremento sul 2023 dello 0,9% e supereranno i 350 milioni di euro.

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