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Inter Natale in vetta, col Torino basta Dumfries

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Hakimi non c’e’ piu’, volato via verso Parigi? Nessun problema, ci pensa Dumfries ad esaltare e lanciare l’Inter ancora in vetta alla classifica. Basta infatti un gol dell’olandese (il terzo nelle ultime quattro partite) per battere il Torino e centrare la settima vittoria di fila in campionato, in una partita che doveva essere complicata e difficile e’ stata per merito del pressing a tutto campo dei granata, che a lungo ha tarpato le ali agli uomini di Simone Inzaghi. Non e’ bastato, pero’, a frenarli, con i nerazzurri che si godranno il Natale in vetta alla classifica, in un momento di forma straordinario: non solo il settimo successo di fila, ma anche la sesta gara consecutiva senza subire gol (in un parziale aperto di 17 reti fatte e 0 incassate), con Handanovic imbattuto da oltre 550′. Senza dimenticare il fattore Meazza, dove l’Inter ha vinto ben 19 partite nel corso del 2021. Numeri importanti, soprattutto considerando che arrivano dopo la gara in cui i nerazzurri hanno faticato di piu’ negli ultimi mesi. La strategia di pressing a tutto campo di Juric infatti ha tolto certezze a Lautaro e compagni, quantomeno in fase offensiva, visto che Handanovic, tolto un brivido su Pjaca e una parata su Lukic, non si e’ dovuto sporcare troppo i guanti. Il piano partita dei granata ha creato anche situazioni particolari, con i difensori da entrambe le parti trasformatisi nei primi attaccanti: non a caso, dopo il destro a giro di Pjaca fuori di poco, l’occasione migliore per sbloccare la partita e’ capitata a Bastoni, involatosi da solo verso la porta ma venendo rimontato al momento del tiro.

A poco a poco, pero’, l’Inter e’ riuscita ad uscire dalla pressione granata, trovando ampi spazi in ripartenza. E proprio in contropiede ha colpito: volata di Dzeko e assist, dopo un velo di Brozovic, per Dumfries, che con un piattone di destro ha sbloccato il risultato. La reazione del Torino e’ stata minima, anzi e’ stato Lautaro Martinez ad avere la palla per il raddoppio, calciando pero’ a lato a porta sguarnita dopo aver saltato Milinkovic-Savic. Col vantaggio in tasca, nella ripresa l’Inter ha cercato di controllare il ritmo, con il risultato pero’ di abbassarsi troppo facendo anche riprendere un certo vigore ai granata che sembravano spenti. L’unica occasione concessa, pero’, dalla difesa interista e’ arrivata con una punizione di Lukic dal limite, ben parata da Handanovic. Troppo poco per inserierire la squadra di Inzaghi, che nel finale ha sfiorato nuovamente il 2-0 con un destro di Sanchez respinto dal palo. “La squadra, nonostante fossimo solo 1-0, ha rischiato poco o niente. Le vittorie e i momenti aiutano. Sappiamo che siamo in ottimo momento, la squadra e’ stata bene in campo. Abbiamo avuto buona gestione nonostante le difficolta’ che ti crea il Torino”, il commento del tecnico nerazzurro a Dazn nel post gara. Una vittoria che rappresenta il modo migliore per chiudere il 2021 verso un inizio di 2022 da montagne russe che prevede, tra gennaio e febbraio, le sfide con Juventus (Supercoppa), Atalanta, Milan, Liverpool in Champions League e Napoli.

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Verona sconfitto al Bentegodi, Inter fa cinquina

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Incubo Verona, cinquina Inter. Grandinata di reti per la squadra di Simone Inzaghi al Bentegodi. Un quarto d’ora di partita vera, poi un assolo, un autentico monologo per l’Inter capace di realizzare cinque reti nella sola prima frazione. Un divario assoluto, ma resa del Verona inspiegabile dopo la prima rete subita. Perchè, per assurdo, è l’Hellas a sfiorare per prima il vantaggio ma poi, dopo la rete di Correa, l’Inter fa il bello e cattivo tempo. Una sorta di allenamento per i campioni d’Italia che sbancano Verona senza eccessiva fatica. Inter senza Lautaro, influenzato e Calhanoglu infortunato, è Correa che forma con Thuram il tandem d’attacco. Verona che si schiera a specchio con Tengstedt che accompagna Mosquera per un Hellas a due punte.

Avvio a dir poco frizzante. Belahyane scalda i riflessi di Sommer, poi Tengstedt, ben assistito da Tchatchoua, spacca la traversa della porta di Sommer. Ma l’Inter reagisce alla grande. Correa di testa fa le prove generali del gol cogliendo la parte alta della traversa di Montipò, poi spettacolare l’azione del vantaggio. De Vrji spacca il pressing e cerca Correa, velo per Thuram che chiude il triangolo e colpo sotto dell’argentino a mandare in visibilio i tifosi nerazzurri. Ma l’Inter non è sazia e raddoppia di lì a poco. Correa ricambia l’assist a Thuram con una bella palla in profondità, male la coppia dei centrali gialloblù Magnani e Dawidowicz, Thuram salta Montipò e fa il bis. Difesa del Verona imbarazzante. Altra imbucata centrale, difesa schierata male e Thuram copia e incolla l’azione precedente per la propria doppietta personale.

Non c’è più partita, l’Inter gioca sul velluto, il Verona è già sotto la doccia. Alla mezz’ora è poker, Aslani per De Vrij che gira con il destro e fulmina Montipò. Alla festa ospite si iscrive anche Bisseck che difende palla nel cuore dell’area gialloblù e cadendo riesce a mettere le spalle sotto l’incrocio dei pali di un Montipò tristemente abbandonato al suo destino. Ad inizio ripresa Inzaghi toglie Barella ed inserisce Zielinski che prova subito la sestina ma trova una pronta risposta di Montipò, Zanetti, invece, effettua quattro cambi per dare un po’ di fiducia ad una squadra imbarazzante ed arrendevole. E’ una ripresa senza emozioni, l’unica proprio allo scadere con una gran traversa colpita da Correa. L’Inter agguanta, almeno momentaneamente, la testa della classifica e, indubbiamente, manda segnali forti alle dirette avversarie.

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Tennis, sorpresa Djokovic: “Murray nuovo coach, benvenuto a bordo”

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Andy Murray sarà il nuovo allenatore di Novak Djokovic. L’annuncio a sorpresa è dello stesso giocatore serbo con un post sui social dove ha pubblicato una foto che lo ritrae insieme al campione britannico ed una didascalia criptica: “Non gli è mai piaciuto ritirarsi”. “Benvenuto a bordo, leggenda”, ha poi aggiunto ufficializzando la novità. Lo stesso Murray ha poi rilanciato il post dell’ex rivale. “Sono entusiasta di avere uno dei miei più grandi rivali sullo stesso lato della rete, come mio allenatore. Non vedo l’ora di iniziare la stagione e competere in Australia insieme a Andy con il quale ho condiviso molti momenti eccezionali sul suolo australiano”, ha dichiarato Djokovic a SkyNews Uk.

“Mi unirò alla squadra di Novak, aiutandolo a prepararsi per l’Australian Open. Sono davvero entusiasta e non vedo l’ora di passare del tempo sullo stesso lato della rete per una volta, aiutandolo a raggiungere i suoi obiettivi”, ha replicato lo scozzese che pochi mesi fa ha annunciato il suo ritiro come giocatore giocando il suo ultimo incontro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. “Rivali, compagni di doppio, amici e amanti? (vedi diapositiva 3💋)”, aveva scritto Murray pubblicando tre foto che lo ritraevano con Djokovic fin da adolescenti, a testimonianza di una lunga amicizia. Per Murray è la prima esperienza da allenatore.

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La Salernitana in crisi: il disastro della gestione Colantuono dopo l’addio di Martusciello

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La Salernitana vive uno dei momenti più critici della sua stagione, culminato nella pesante sconfitta per 4-0 contro un Sassuolo in grande forma, ora al comando della classifica. La terza vittoria consecutiva dei neroverdi evidenzia il divario abissale tra una squadra ben orchestrata e una Salernitana che sembra aver perso ogni identità di gioco sotto la guida tecnica di Stefano Colantuono.

Un cambio di panchina senza risultati

L’arrivo di Colantuono, chiamato a sostituire Giovanni Martusciello, si sta rivelando un completo disastro. Sotto il profilo del gioco, la Salernitana appare incapace di esprimere idee tattiche convincenti, mentre sul piano dei risultati il bilancio è altrettanto negativo.

La disfatta contro il Sassuolo ne è un esempio lampante. Nonostante due buone occasioni nel primo tempo con Amatucci e Wlodarczyk, gli errori individuali e la mancanza di organizzazione difensiva hanno compromesso qualsiasi possibilità di ottenere un risultato positivo.

Il confronto con Martusciello

L’esonero di Giovanni Martusciello, spinto alle dimissioni da una società incapace di supportarlo con una campagna acquisti all’altezza, appare oggi una scelta controproducente. Nonostante le difficoltà di mercato, l’ex allenatore era riuscito a costruire una squadra capace di lottare e proporre un gioco organizzato. La sua gestione, pur con le sue difficoltà, aveva dato una minima stabilità a un gruppo privo di rinforzi di qualità.

Colantuono, al contrario, non è riuscito a imprimere un’identità alla squadra, che ora sembra completamente smarrita.

La disfatta contro il Sassuolo

La gara contro il Sassuolo ha messo in evidenza tutte le lacune della nuova gestione tecnica. La Salernitana ha resistito per 64 minuti prima di capitolare su un errore fatale di Fiorillo, che ha consentito a Berardi di servire Pierini per il vantaggio neroverde.

Da quel momento, la squadra di Colantuono è crollata: Laurienté ha raddoppiato all’82’, Moro ha firmato il tris su rigore e Thorstvedt ha completato la goleada nei minuti di recupero.

Futuro incerto

A questo punto, la società dovrà interrogarsi sulle scelte fatte, perché il rischio di vedere la Salernitana sprofondare ulteriormente è sempre più concreto.

Le voci dei tifosi si fanno sempre più insistenti: sarebbe stato meglio continuare con Martusciello, che, pur con mezzi limitati, aveva dimostrato di saper tirare fuori il meglio da un organico carente.

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