Ipotizza l’omicidio colposo, al momento contro ignoti, l’indagine della procura di Biella sulla morte di Sandro Tognatti, avvenuta a diciassette ore di distanza dalla somministrazione del vaccino AstraZeneca. In attesa dell’autopsia, in programma domani mattina, il procuratore Teresa Angela Camelio, che coordina le indagini, non ha escluso la “sussistenza di nesso eziologico” tra l’inoculazione e il decesso. E, prima ancora che l’Aifa vietasse del tutto l’uso del vaccino, ha disposto il sequestro del lotto ‘incriminato’. Oltre 393mila flaconi che i carabinieri del Nas hanno prelevato in tutta Italia, negli hub di distribuzione e nei centri di vaccinazione a cui erano stati consegnati. Il lotto ABV5811 e’ stato il secondo a finire sotto sequestro dopo l’ABV2856, bloccato nei giorni scorsi in seguito alla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paterno’ in Sicilia, dove oggi gli ispettori del Ministero della Salute si sono recati all’ospedale Umberto I di Siracusa, senza rilevare anomalie, e nella base militare di Augusta, dove era di stanza il sottufficiale. Sulla sua morte indaga la procura di Siracusa che, in attesa dell’esito dell’autopsia e dei risultati degli esami istologici e tossicologici, ha autorizzato i funerali. Si svolgeranno mercoledi’ pomeriggio, alle 16, nel duomo di Catania. Per l’ultimo saluto, il 43enne avra’ anche il picchetto d’onore. Esclude legami con la vaccinazione anti Covid, invece, la Procura di Agrigento in merito al decesso di un operatore sanitario di Licata in servizio in una casa di riposo di Palma di Montechiaro. All’uomo, per altro, era stata inoculata una dose Pzifer. Biella si aggiunge dunque alle altre procure che gia’ indagavano sul vaccino, tra cui appunto Catania, Trapani, Siracusa, Bologna e Napoli. E proprio nel capoluogo campano si registra un altro caso sospetto, quello della 54enne Sonia Battaglia. La donna lotta tra la vita e la morte all’ospedale del Mare, ricoverata in terapia intensiva dopo una dose AstraZeneca del lotto ABV5811, lo stesso del professore biellese. Come il musicista, non aveva patologie pregresse: “E’ sempre stata sana come un pesce – raccontano i famigliari – e anche dopo il vaccino sembrava stesse bene, tanto che e’ andata a lavorare. Due giorni dopo ha avuto la febbre, dormiva in continuazione, non riusciva a parlare” fino a diventare “totalmente immobile”. I legali dei famigliari di Anna Maria Mantile, la professoressa deceduta a Napoli a distanza di alcuni giorni dalla somministrazione di una dose del vaccino anglo-svedese, hanno intanto chiesto alla Procura di Napoli l’acquisizione della documentazione sui dati inerenti le controindicazioni emerse nel corso della fase sperimentale del vaccino, somministrato ad oltre un milione di italiani. Per l’esattezza, le dosi utilizzate sono 1.093.800 sulle 2.196.000 consegnate, ovvero il 49.8% di quelle arrivate nel nostro paese. Le prime inoculazioni l’11 febbraio, quando ne furono fatte 2.919, mentre il picco al momento e’ stato raggiunto venerdi’ scorso, con 64.684 dosi somministrate.