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Cronache

Indagine rifiuti a Giugliano, anche un ‘corvo’ scuote la politica

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Non solo tre inchieste giudiziarie nel giro di appena due mesi ma c’è anche un ‘corvo’ che agita la politica giuglianese. Da settimane sui social il ‘corvo’ attacca l’attuale amministrazione chiedendone le dimissioni. L’altro giorno il sindaco Nicola Pirozzi, ha saputo di essere indagato nell’ambito di un’inchiesta sulla gara per la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti. E subito dopo si sarebbe sospeso dal Pd che proprio in queste ore potrebbe procedere “ad una ulteriore valutazione della situazione politica e amministrativa del comune di Giugliano”.

Una gara che, secondo gli investigatori, nell’estate del 2020, sarebbe stata condizionata. Con Pirozzi, che guida una amministrazione di centrosinistra con il M5S dall’autunno dello stesso anno, è indagato anche il suo predecessore, Antonio Poziello ed un ex assessore del Comune di Giugliano. Un’inchiesta con decine di indagati, tra cui alcuni funzionari pubblici. Pirozzi e Poziello e gli altri indagati, nelle prossime settimane, potranno fornire la loro versione dei fatti e respingere le accuse.

Finora hanno fatto sentire la loro voce il Pd, che ieri in una nota ha apprezzato “la decisione del Sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi, coinvolto in una indagine, di auto sospendersi dal Pd, in coerenza con i principi del Codice etico e dello Statuto del partito” ed Azione che con nota sui social ha espresso “il proprio sostegno al Sindaco e tiene a ribadire il principio fondamentale della presunzione di innocenza, pilastro della nostra democrazia. È importante ricordare che chiunque ha il diritto di essere considerato innocente fino a prova contraria.

Le indagini in corso non devono compromettere l’operato di un amministrazione che ha lavorato e lavora con dedizione per la propria comunità”. E mentre si attendono prese di posizione e decisioni il ‘corvo’ non si arrende e invita l’amministrazione a lasciare. Nella seconda città della Campania ormai da due giorni non si parla che delle inchieste che riguardano il Comune e della identità del ‘corvo’.

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Accertamenti sull’orientamento sessuale: Poliziotto penitenziario risarcito per danno morale dal Ministero della Giustizia

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È tornata all’attenzione pubblica la vicenda di un poliziotto penitenziario che, in seguito a presunti accertamenti sull’orientamento sessuale, ha ottenuto un risarcimento di 10 mila euro per danno morale dal Ministero della Giustizia, come stabilito dal Tar del Piemonte la scorsa estate. L’episodio, che risale al 2020, ha suscitato particolare clamore per l’apertura di un procedimento disciplinare contro una ispettrice coinvolta nel caso.

Le indagini sull’orientamento sessuale e il risarcimento

Secondo fonti vicine al poliziotto, le relazioni di servizio contenute nel fascicolo dimostrerebbero che l’agente è stato sottoposto a due colloqui distinti, focalizzati esclusivamente sul suo orientamento sessuale. Questo tipo di accertamenti, secondo l’agente, erano finalizzati a indagare aspetti strettamente personali, e la condotta è stata definita dallo stesso come “scandalosa.”

Procedimento disciplinare per l’ispettrice coinvolta

L’attenzione attuale si è riaccesa in occasione dell’avvio di un procedimento disciplinare, che vede coinvolta un’ispettrice, indicata dal poliziotto come la responsabile delle indagini personali. La donna, nel frattempo promossa e ora assegnata a un ruolo di responsabilità presso il carcere di Ivrea, sarà ascoltata nei prossimi giorni dal Consiglio centrale di disciplina a Roma. Al momento, non sono stati diffusi dettagli specifici sulle circostanze del caso, ma l’attesa è alta per le dichiarazioni che l’ispettrice rilascerà in merito.

Il sostegno del sindacato Osapp

Il poliziotto penitenziario ha inoltre sottolineato di aver ricevuto il supporto completo del sindacato Osapp, che lo ha seguito e sostenuto durante tutto il percorso legale. Il sindacato si è espresso in difesa del suo associato, denunciando apertamente quanto accaduto come una violazione della sfera privata e della dignità dell’individuo.

Verso un cambiamento nelle prassi?

Questo caso rappresenta un esempio delle questioni che sorgono in tema di privacy e diritti personali all’interno dell’amministrazione penitenziaria. La vicenda potrebbe aprire a una riflessione sull’importanza della tutela della privacy per i professionisti in ambito pubblico e sulla necessità di regole chiare per impedire accertamenti invasivi che possano compromettere il benessere morale e psicologico dei lavoratori.

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Cronache

Addio a Franco Alfonso, il barbiere di Mattarella: aveva 85 anni

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E’ morto all’età di 85 anni Franco Alfonso, palermitano, diventato famoso in Italia come il barbiere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il presidente, da oltre venti anni era un “cliente fedelissimo”. Il salone si trova nella centralissima via Catania, a Palermo. Un uomo d’altri tempi che è stato il barbiere di fiducia “di molte personalità importanti”. Ha aperto il suo negozio 61 anni fa e sono state migliaia le persone che si sono sedute sulle sue poltrone antiche in pelle.

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Cronache

Beyond e l’inchiesta Equalize: dossier illegali e traffico di dati sensibili

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Milano è al centro di un’inchiesta su presunti dossieraggi illegali, che vede protagonista la piattaforma Beyond, gioiello tecnologico dell’azienda investigativa Equalize. Secondo quanto riportato dagli inquirenti, Beyond ha l’abilità di aggregare dati da diverse fonti, legali e non, offrendo un potenziale serbatoio di informazioni anche altamente riservate, provenienti da banche dati strategiche nazionali.

Beyond: tecnologia e sospetti di accesso abusivo

Beyond, la piattaforma sviluppata da Equalize, si presenta come uno strumento potente in grado di integrare e assemblare informazioni da fonti commerciali note come Infocamere e Cerved. Tuttavia, l’inchiesta ha svelato come il sistema attingesse anche da banche dati riservate, come lo Sdi del Ministero dell’Interno, che offre accesso a informazioni sensibili gestite dalle forze dell’ordine e altre istituzioni come Inps, Punto Fisco e Serpico.

Operazione “lavanderia”: la manipolazione dei dati

Uno dei punti centrali dell’indagine riguarda il presunto utilizzo di Beyond come una “lavanderia” di dati. Equalize avrebbe “ripulito” i dati illegalmente acquisiti, eliminando tracce e formattazione originali, e inserendoli in report destinati alla vendita. In questo modo, il sistema avrebbe offerto alla clientela documenti camuffati, che mascheravano l’origine illecita delle informazioni.

Un cliente ambito: il tentativo di vendere Beyond alla Lega

L’inchiesta ha rivelato anche un tentativo di proporre Beyond come strumento al partito della Lega. In una conversazione intercettata, Andrea De Donno, indagato e presunto “collaboratore esterno” della Equalize, discuteva con Carmine Gallo, ex poliziotto e amministratore della società, l’idea di offrire la piattaforma alla Lega. Tuttavia, Gallo avrebbe respinto l’iniziativa per evitare un possibile conflitto di interessi: il titolare di Equalize, Enrico Pazzali, è infatti presidente della Fondazione Fiera Milano e avrebbe legami stretti con il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, che potrebbero sollevare problemi reputazionali.

De Donno suggerì un’eventuale soluzione per aggirare il problema di riconducibilità alla Equalize, avanzando l’idea di fare da intermediario tramite la propria società, ma l’idea fu scartata. La conversazione si concluse con De Donno che ribadiva la sua delusione per il rifiuto, sottolineando come avesse “già proposto questa cosa” alla Lega.

L’inchiesta su Equalize e Beyond mette in luce un pericoloso traffico di informazioni sensibili e riservate, un fenomeno che rischia di minare la sicurezza dei dati pubblici e la fiducia nelle istituzioni. Le indagini proseguono per definire con chiarezza i contorni di questa vicenda e accertare le responsabilità di tutti gli attori coinvolti.

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