Dopo tre anni e un milione di tamponi effettuati, il filone di indagine sulla gestione dei test diagnostici in Campania ha registrato una svolta significativa con l’archiviazione delle accuse. La decisione è stata presa dal giudice Fabrizio Finamore del Tribunale di Napoli, che ha accolto le conclusioni del pm Simone De Roxas, il quale aveva richiesto l’archiviazione per tutti gli indagati legati alla gestione dei tamponi, considerati uno strumento strategico nella lotta contro il coronavirus.
Il direttore dell’Istituto Zooprofilattico, Antonio Limone, è stato completamente scagionato dalle accuse, insieme ai suoi collaboratori. Le accuse di turbativa d’asta, corruzione, e peculato erano emerse nel febbraio 2020, nell’ambito di un’indagine volta a verificare possibili compromessi o cointeressenze nell’assegnazione degli appalti per la realizzazione dei tamponi, cruciali per la sequenziazione e il tracciamento del virus.
La vicenda ruotava attorno ai rapporti tra lo Zooprofilattico e Ames, un laboratorio privato che aveva messo a disposizione i propri locali per l’allestimento di attrezzature e personale per la realizzazione dei tamponi. L’inchiesta, che aveva sollevato accuse di favoritismo e irregolarità nella gestione degli appalti, si è conclusa con il giudice che ha affermato: “Non sono emersi riscontri alle ipotesi di accusa”.
Il direttore Limone, commentando la decisione, ha sottolineato la difficoltà degli anni trascorsi, in cui ha lavorato intensamente per consentire la realizzazione di circa un milione di tamponi. Ha anche evidenziato come le accuse abbiano ferito la sua reputazione e dignità, ma ha espresso la sua soddisfazione per l’archiviazione, condividendo il merito con i suoi collaboratori.
Nell’inchiesta, si era ipotizzato che lo Zooprofilattico avesse favorito Ames nell’assegnazione degli appalti, ma Limone ha respinto questa ipotesi, sottolineando che Ames aveva messo a disposizione gratuitamente i locali, e quindi non era possibile bandire una gara per ottenere strutture gratuite.
Nonostante la soddisfazione per l’archiviazione, Limone non ha dimenticato la complessità del periodo, sottolineando il lavoro svolto in situazioni critiche come a Capodichino e ad Ariano, dove era necessario contenere la diffusione del virus.
Mentre il filone delle accuse sui tamponi si conclude con un’archiviazione, altri aspetti legati alla gestione della pandemia restano sotto indagine. La Procura, ad esempio, ha fissato un’udienza preliminare per esaminare l’appalto relativo alla realizzazione di posti di terapia intensiva in strutture modulari, coinvolgendo ex esponenti della cabina di regia e imprenditori specializzati nella fornitura di strutture ospedaliere. Si cercherà di verificare possibili combinazioni tra pubblico e privato o fughe di notizie che potrebbero aver favorito aziende ottenendo forniture di denaro pubblico.