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Inchiesta a Genova, interrogatorio Spinelli: gli intricati legami di potere e le promesse mancate

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L’indagine per corruzione che coinvolge importanti figure della politica e dell’economia ligure continua a rivelare dettagli e complicazioni. Durante l’interrogatorio di garanzia, l’imprenditore Aldo Spinelli, posto ai domiciliari insieme al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ha offerto uno spaccato dettagliato delle sue interazioni con le autorità per ottenere favori legati alla proroga trentennale del Terminal Rinfuse.

Spinelli, durante l’interrogatorio guidato dal giudice Paola Faggioni, ha descritto come ha cercato di influenzare le decisioni a suo vantaggio, sottolineando contatti e telefonate con Toti, a cui si rivolgeva per risolvere problemi analogamente a quanto faceva con predecessori come Burlando. L’imprenditore ha ammesso di aver bonificato 40 mila euro al Comitato Toti come riconoscimento per l’interessamento del presidente, anche se sostiene che non ne sia conseguito alcun vantaggio diretto.

La conversazione ha toccato anche la situazione di Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità portuale, a cui Spinelli prometteva un posto di lavoro a Roma da 300 mila euro, illustrando così la rete di promesse e favori che caratterizzano il settore. L’interrogatorio ha anche evidenziato l’accusa verso altri membri influenti dell’autorità portuale, tra cui Rino Canavese, l’unico a votare contro la proroga della concessione, criticato duramente da Spinelli per le sue posizioni.

Le dichiarazioni di Spinelli hanno aperto uno squarcio su una realtà di gestione dei pubblici poteri in cui gli interessi personali e quelli economici sembrano intrecciarsi a discapito della trasparenza e dell’equità. La questione della spiaggia dell’Olmo, che Spinelli sperava di trasformare da libera a privata, è solo un esempio delle molteplici richieste fatte a Toti, tutte rimaste inevasive secondo l’imprenditore.

Questo scenario complesso mostra quanto possano essere intricate le relazioni tra politica, economia e gestione del territorio, soprattutto in contesti dove le risorse economiche si mescolano con le carriere politiche. L’inchiesta, quindi, non solo cerca di fare luce su specifiche accuse di corruzione, ma sottolinea anche la necessità di una maggiore trasparenza e integrità nelle interazioni tra imprenditori e pubblici ufficiali.

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Cronache

Investito e ucciso in bici: fu un’esecuzione, 6 fermati

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Non è stato un incidente con un pirata della strada quello che lo scorso 9 agosto è costato la vita a Fabio Ravasio, un 52enne con una passione per lo sport investito poco prima delle 20 in via Vela a Parabiago, nel Milanese, ma una vera e propria esecuzione. I carabinieri di Legnano hanno fermato, su richiesta della Procura di Busto Arsizio, sei persone, fra cui la compagna, con l’accusa di omicidio in concorso aggravato dalla premeditazione dopo che, anche grazie alle confessioni, è stata ritrovata la vettura dell’investimento.

L’auto nera che viaggiava al confine fra Parabiago e Casorezzo proprio mentre in direzione contraria con la sua mountain bike arrivava Ravasio, conosciuto in paese anche per la sua passione per il ciclismo e il tennis, si è spostata sulla sua carreggiata e lo ha colpito frontalmente. Un urto fortissimo per cui è caduto violentemente a terra. E’ stato portato in ospedale ma è morto poche ore dopo. Anche la macchina, hanno spiegato alcuni testimoni, ha sbattuto contro il guard rail danneggiando la carrozzerie e le luci. Dalle immagini, i carabinieri hanno accertato che la targa della macchina con cui l’uomo è stato investito era stata contraffatta.

Hanno così controllato le targhe associabili all’auto nera e hanno scoperto che era intestata a una persona che conosceva Ravasio. Da qui sono partite le indagini sulla sua rete di conoscenze dell’uomo e il pubblico ministero, che ha coordinato i carabinieri della compagnia di Legnano, ha trovato “elementi rilevanti” per dimostrare che la morte del cinquantaduenne non era dovuta a un incidente stradale ma a un investimento fatto di proposito dal conducente dell’auto. Insomma che si è trattato di una ‘esecuzione’ vera e propria.

Alcune persone definite “di rilievo investigativo” sono state chiamate in Procura a Busto Arsizio e ieri sera hanno confessato spiegando il piano. Una “ampia confessione” su come il piano, messo in piedi con una “finalità patrimoniale”, ovvero per ereditare, è stato prima ideato, poi organizzato e infine realizzato. Hanno raccontato con precisione le loro responsabilità e quella degli altri, indicando il ruolo che ha avuto ciascuno e anche appunto la “finalità patrimoniale” e hanno indicato dove trovare l’auto che era nascosta nel garage di uno di loro. I sei fermati sono stati portati in carcere a Busto Arsizio dove ora sono a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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Tennis: Jannik Sinner licenzia fisioterapista e massaggiatore

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Jannik Sinner ha deciso di licenziare il preparatore atletico Umberto Ferrara ed il fisioterapista Giacomo Naldi a seguito del caso della doppia positivita’ al doping che lo ha visto coinvolto nel marzo scorso.

La notizia del licenziamento di Naldi e Ferrara e’ giunta oggi con una comunicazione ufficiale da parte dello staff di Sinner alla vigilia dell’inizio degli US Open di New York. L’allenatore Darren Cahill ha detto che a New York con Jannik ci sara’ solo lui e l’altro tecnico Simone Vagnozzi. Naldi e Ferrara fuori dallo staff del tennista italiano, dal giugno scorso numero 1 al mondo, e’ la conseguenza di quello che e’ accaduto nel marzo scorso quando Jannik risulto’ positivo al doping. Una vicenda che si e’ conclusa con l’assoluzione di Sinnerda parte di un tribunale indipendente allestito dall’Itia (International Tennis Integrity Agency) perche’ “non colpevole” di aver assunto volontariamente una sostanza vietata dal Codice mondiale antidoping, il Clostebol.

La positivita’ di Sinner e’ emersa a seguito dell’assunzione, involontaria, del contenuto di uno spray da banco che in Italia non necessita di prescrizione medica, il ‘Trofodermin’. Il preparatore atletico di Jannik, Umberto Ferrara, 55 anni, bolognese, ha acquistato il farmaco il 12 febbraio scorso presso la farmacia ‘SS Trinita” di Bologna. Il 3 marzo il fisioterapista Giacomo Naldi, mentre cercava qualcosa all’interno della sua borsa da lavoro, si feriva al mignolo della mano sinistra con uno scalpello che viene utilizzato per togliere i calli

. Il dito e’ rimasto fasciato per alcuni giorni e successivamente Ferrara raccomandava a Naldi di utilizzare il ‘Trofodermin’ avendo il farmaco qualita’ cicatrizzanti e antisettiche. Naldi tra il 5 ed il 13 marzo ha effettuato piu’ massaggi senza guanti, sia parziali che sull’interno corpo, a Sinner per quella che poi e’ stata classificata una contaminazione transdermica. Jannik, pero’, dovra’ attendere la mezzanotte del 6 settembre, per sapere se qualche ente – l’agenzia mondiale antidoping ha gia’ fatto sapere che prendera’ in esame il caso Sinner – presentera’ ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna contro la sentenza di proscioglimento da parte dell’Itia.

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Incidente stradale tra Sala Consilina e Buonabitacolo, morta una bimba di 7 anni

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Un incidente stradale avvenuto all’alba di oggi lungo l’autostrada A2 ha causato la morte di una bambina di 7 anni. Due le auto coinvolte, una Renault e una Citroen, con a bordo complessivamente sei persone, che si sono scontrate tra le uscite di Sala Consilina e Buonabitacolo-Padula, nel salernitano. La piccola, originaria della Sicilia, ha avuto la peggio ed è deceduta nell’ospedale di Polla. Feriti più lievemente gli altri cinque. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco.

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