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In montagna, ai laghi e al mare: tutte le vittime del Ferragosto

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Sotto violenti temporali in Alto Adige e temperature di fuoco nel resto d’Italia, è stato un Ferragosto trascorso fuori casa da quasi un italiano su due ma funestato da numerosi incidenti con vittime, la gran parte di giovane età. Oltre alla bambina senegalese di 11 anni annegata nelle acque del ramo lecchese del Lago di Como davanti agli occhi del padre, un altro giovanissimo senegalese, di soli 20 anni, mentre stava navigando sul lago di Bolsena insieme ad alcuni amici a poca distanza dal porto di Capodimonte, non è più riemerso dopo essersi tuffato dall’imbarcazione ed è stato poi ritrovato morto. In Costiera Amalfitana sono ancora senza esito le ricerche di un 29enne salernitano disperso da due giorni. Il ragazzo era in barca con altri due amici quando, probabilmente a causa di un’onda, è finito in mare.

A quel punto, nel tentativo di recuperarlo, sarebbe stata effettuata una manovra errata, ferendo il 29enne con l’elica della barca. Uno degli amici si è lanciato in acqua per provare a recuperarlo ma il corpo è finito giù in poco tempo. Un altro giovanissimo di soli 24 anni viene cercato dai vigili del fuoco e i sub da ieri pomeriggio. Il giovane, di Bovolone (Verona), si era tuffato nel fiume Sarca e non è più riemerso. Del veronese è anche Francesco Zanetti, 32 anni di Sona (Verona) che è stato ripescato morto dalla Guardia Costiera di Salò (Brescia) nelle acque del Lago di Garda, in cui si era avventurato in acquascooter in orario vietato dalla legge. Un turista di 78 anni, di Castenaso, in provincia di Bologna, è stato invece stroncato da un improvviso malore, mentre era in mare a circa 15 metri dalla battigia nel giorno di Ferragosto a Riccione.

E non si conosce ancora l’identità dell’uomo, di circa 50-60 anni, il cui cadavere è stato recuperato in mare dalla Guardia costiera a 6 miglia a largo di Fregene, sul litorale laziale. Numerosi anche gli incidenti in montagna. Quattro ragazzi tra i 20 e i 30 anni sono rimasti bloccati da una piccola frana a 2mila metri a Forni di Sotto (Udine), non lontano dalla vetta della montagna, perché coi sandali non riuscivano a varcare i detriti. La comitiva – c’era anche un cane – è stata tratta in salvo con un oneroso intervento dell’elicottero sanitario Fvg. Un uomo di Modena di 67 anni è stato invece ritrovato senza vita in Valsorda: potrebbe essere scivolato lungo un pendio ripido e con salti di rocce. È morto anche il 73enne soccorso nei boschi di Craveggia, località della val Vigezzo nel Verbano-Cusio-Ossola. Era scivolato, cadendo in un canalone, e le sue condizioni erano parse da subito molto gravi. Nei boschi della Valtellina è morto un altro cercatore di funghi lombardo di 55 anni nelle ultime ore, dopo che nel weekend altre due persone avevano perso la vita, cadendo in dirupi nella stessa zona. Tragedia sul monte Legnone: un ragazzo di 26 anni era con due compagni sulla Direttissima, uno dei sentieri che portano in vetta, quando un masso si è staccato all’improvviso e lo ha travolto. E’ morto sul colpo, illesi gli amici.

Ed è rimasta ferita ma fortunatamente è viva una piccola di tre anni residente a Montebelluna (Treviso) caduta in un dirupo in Val di Fassa: si trovava su un sasso quando è scivolata ed è precipitata per diversi metri sul pendio erboso sottostante. A Ferragosto, secondo una indagine Coldiretti, 7,5 milioni di italiani ha scelto di trascorrere la giornata all’aria aperta con grigliate, un altro 20% è stato a casa di parenti e amici, il 19% ha pranzato in ristoranti o in agriturismi, quest’anno scelti da circa mezzo milione i vacanzieri. Oltre 14 mila persone hanno visitato le aree museali e archeologiche di Roma. Disagi per oltre 5 ore hanno funestato la giornata odierna per l’interruzione della linea Grosseto Roma a causa di incendio. Nessuna emissione di cenere infine sull’Etna, la situazione è tornata alla normalità.

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Cronache

Polizia scopre nel Milanese l’arsenale della Curva Nord

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Un deposito di armi, che si reputa possa essere l’arsenale della Curva nord interista, è stato scoperto dalla Polizia a Cambiago, nel Milanese. In un capannone, indagando su un ultras che sarebbe legato ad Andrea Beretta, l’ultrà nerazzurro in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, altro capo della Curva, sono stati sequestrati pistole, kalashnikov, bombe a mano e molti proiettili.

Secondo quanto si apprende, all’arsenale gli investigatori milanesi sono giunti la scorsa notte, seguendo la traccia di una proprietà immobiliare di Beretta che però era nella disponibilità di una altra persona, un ultras a lui vicino.

La questura di Milano non commenta, non conferma e non smentisce le notizie relative all’operazione di Polizia che ha portato alla scoperta di un arsenale in un deposito nel Milanese che sarebbe riconducibile alla Curva Nord nerazzurra.

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Cronache

“Bomba Sinner”: un’invenzione giornalistica che alimenta il mito dei botti illegali

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La “bomba Sinner”, il nuovo ordigno di Capodanno sequestrato dai carabinieri in un appartamento di Pozzuoli, è solo l’ultima trovata di un fenomeno mediatico e sociale che va ben oltre la cronaca. Il nome, che richiama il tennista altoatesino Jannik Sinner, si unisce alla lunga lista di fuochi d’artificio illegali battezzati con appellativi accattivanti come “Maradona”, “Scudetto” o “Kvara”. Ma mentre questo genere di denominazioni richiama una sorta di “marketing” dei botti, è impossibile non notare come perpetui luoghi comuni pericolosi e pregiudizi su Napoli e il suo rapporto con l’illegalità.

La realtà dietro la “bomba Sinner”

Il nome non ha nulla a che vedere con il campione di tennis, ma sfrutta l’immaginario di esplosività associata al suo talento sportivo. La realtà, però, è ben diversa: si tratta di un ordigno pericoloso e illegale, capace di causare mutilazioni o peggio. L’ordigno, insieme ad altri 486 petardi illegali, è stato sequestrato dai carabinieri nell’abitazione di un 24enne incensurato a Pozzuoli, trasformata in una vera santabarbara. Materiale esplosivo per un totale di 50 chili era conservato in condizioni precarie, mettendo a rischio non solo l’incolumità del giovane, ma anche quella dei suoi vicini.

Un marketing pericoloso e la complicità dei media

La “bomba Sinner” e altri ordigni illegali sono promossi su piattaforme come Telegram, TikTok e Instagram, dove la vendita e distribuzione si sviluppano con logiche da e-commerce. I nomi accattivanti, però, non sono solo una trovata degli stessi produttori, ma trovano amplificazione nei media, che trasformano questi episodi in sensazionalismo, anziché sottolinearne i rischi. È qui che si insinua una responsabilità più ampia: invece di denunciare con forza il pericolo dei botti illegali, si finisce per rafforzarne la “fama”, perpetuando un’attrazione malsana verso questi prodotti.

Il perpetuarsi dei pregiudizi su Napoli

La narrazione che emerge da episodi come quello della “bomba Sinner” alimenta stereotipi radicati su Napoli e la Campania come luoghi di illegalità e anarchia diffusa. I nomi dei botti – da Maradona a Kvara – sono spesso legati a simboli locali, trasformando un problema grave in un racconto folkloristico che fa leva su luoghi comuni. In realtà, Napoli è una città con un tessuto sociale e culturale straordinario, che spesso lotta contro queste narrazioni riduttive. Collegare automaticamente l’illegalità a simboli della cultura partenopea non fa che danneggiare l’immagine di un territorio già troppo spesso vittima di pregiudizi.

Un problema nazionale, non locale

È importante sottolineare che il fenomeno dei botti illegali non è un problema esclusivamente napoletano. Gli ordigni sequestrati a Pozzuoli erano destinati anche al mercato tedesco, dimostrando che si tratta di un commercio organizzato su scala ben più ampia. Ridurre la questione a un “problema di Napoli” non solo ignora la complessità del fenomeno, ma ostacola una reale presa di coscienza e interventi efficaci.

L’urgenza di un cambiamento culturale

Il fenomeno dei botti illegali rappresenta un rischio concreto per la sicurezza pubblica e un problema culturale. Ogni anno, questi ordigni causano gravi ferite, amputazioni e persino vittime. Serve un cambio di paradigma: da una narrazione che esalta nomi e appellativi dei botti, si deve passare a una comunicazione che ne evidenzi i pericoli, senza alimentare inutili sensazionalismi.

La “bomba Sinner” non è solo un ordigno pericoloso: è un simbolo di come il sensazionalismo e la superficialità possano alimentare pregiudizi e ignorare il vero problema. Napoli merita una narrazione diversa, che metta in evidenza la lotta quotidiana di tanti cittadini contro l’illegalità, piuttosto che ridurla a un cliché. Allo stesso tempo, occorre un impegno collettivo per contrastare la produzione e la diffusione di fuochi illegali, puntando su una cultura della sicurezza e della responsabilità.

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Rischio disagi nel weekend per lo sciopero dei treni

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Treni a rischio per chi viaggia nel weekend. Scatta stasera alle 21 lo sciopero nazionale di 24 ore nel trasporto ferroviario, fino alla stessa ora di domenica, proclamato dai sindacati autonomi. La protesta coinvolgerà “tutto il personale delle aziende che operano nel settore ferroviario”, informa il sindacato di base Usb e quindi Fs, Italo e Trenord. Fs già da ieri ha avvertito che “lo sciopero potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale di Trenitalia”, con gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, che “potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine della protesta sindacale”. Il gruppo invita, quindi, i passeggeri “a informarsi prima di recarsi in stazione e, se possibile, a riprogrammare il viaggio”.

L’agitazione di questo weekend “si colloca dentro la vertenza per il rinnovo contrattuale nazionale delle attività Ferroviarie, portato avanti da un fronte ampio di sigle di base” spiega l’Usb. Ma dopo questo stop i treni non saranno coinvolti dallo sciopero generale di Cgil e Uil in programma venerdì 29 novembre. A parte il trasporto ferroviario, lo sciopero coinvolgerà, infatti, tutto il resto del personale dei trasporti: aereo, marittimo, bus, tram, filobus. Sullo sciopero generale indetto dalla Cgil e dalla Uil per il 29 novembre “abbiamo rispettato tutte le norme e le leggi che ci sono”, ripete intanto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine della tappa di Bologna della terza marcia mondiale per la pace.

“Invito tutti i lavoratori a esserci”, è l’appello del segretario generale, che spiega come si sia deciso di “esentare i ferrovieri semplicemente perché c’è uno sciopero già oggi e domani, quindi non era possibile proclamarlo e abbiamo rispettato quella regola. Per il resto, abbiamo rispettato le norme e le leggi che ci sono”. “Ai lavoratori di tutte le altre categorie e settori chiediamo di partecipare, perché la condizione che ci ha portato allo sciopero parte da cose molto precise. Landini il 29 sarà alla manifestazione a Bologna. Nella stessa giornata il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà invece a Napoli.

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