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Corona Virus

In italia resta mascherina su voli,no a stop da 16 maggio

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Bagagli e biglietto alla mano. Mascherina forse. Da Lunedi’ scattera’ un allentamento dell’obbligo di utilizzo di tali dispositivi di protezione sui voli aerei nell’Unione europea, ma con dei distinguo che stanno innescando dubbi in molti viaggiatori. Di certo c’e’ che se si parte dall’Italia la mascherina si dovra’ continuare a indossarla anche dopo il 16 maggio. Stessa cosa, ovvero mascherina indossata in volo, se il Paese di partenza o destinazione in Ue ne prevede ancora l’uso sui mezzi di trasporto. Negli altri casi, sara’ raccomandata. La novita’, prevista nelle linee guida Ecdc-Easa per la sicurezza nei viaggi pubblicate recentemente, sta pero’ creando non poche incertezze, mentre il quadro pandemico nel nostro Paese continua a migliorare. Dal 16 maggio, dunque, partendo in aereo dall’Italia bisognera’ indossare la mascherina dal momento che l’ordinanza in vigore prevede che l’obbligo di mascherina su mezzi di trasporto e aerei permanga fino al 15/6. Che per l’Italia non cambi nulla si evince dalle stesse nuove linee guida Ecdc-Aesa (Agenzia europea sicurezza aerea): “se gli Stati di partenza o destinazione richiedono l’uso di mascherine nei trasporti pubblici – si legge – gli operatori aerei dovrebbe richiedere ai passeggeri e equipaggio di indossare una mascherina oltre il 16/5”. Negli altri casi, ovvero negli Stati dove l’uso della mascherina sui mezzi di trasporto non e’ richiesto, dal 16 maggio gli operatori aeronautici e aeroportuali “dovrebbero continuare a incoraggiare passeggeri e membri dell’equipaggio a indossare una maschera durante il volo cosi’ come in aeroporto”. Inoltre, sara’ comunque consigliato di indossare una mascherina FFP2 durante il volo alle persone a rischio di Covid grave e si raccomandera’ alle persone con sintomi respiratori di indossarla. Dal canto loro molte compagnie aeree vanno verso l’adozione di una linea comune: nel rispetto della regolamentazione Enac (Ente nazionale dell’aviazione civile), che prevede l’obbligo di mascherina su mezzi di trasporto e aerei fino al 15 giugno, ai passeggeri in partenza dall’aeroporto di Fiumicino con voli Lufthansa, Air France, Swiss e Austrian Airlines, verra’ chiesto di continuare ad indossare il dispositivo di protezione FFP2 a bordo dell’aereo anche dopo il 15 maggio. “Visto che si parte dall’Italia e onde evitare possibili multe – viene spiegato – anche se il Paese di arrivo non prevede l’uso di mascherina sui mezzi di trasporto, come la Svizzera, continueremo a chiedere ai passeggeri di indossare il dispositivo FFP2 sull’aereo”. Intanto continua a migliorare il quadro epidemiologico in Italia e in Ue. Nel nostro Paese infatti, come rileva l’ultimo monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, l’incidenza scende a 458 casi per 100mila abitanti e l’indice di trasmissibilita’ Rt e’ stabile a 0,96. Anche gli ospedali sono sempre meno pieni, con l’occupazione di intensive e reparti che cala rispettivamente al 3,4% e al 12,6%, ben al di sotto della soglia di allerta. Il bollettino giornaliero del ministero conferma il trend: sono 38.507 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 39.317) e le vittime sono 115 con un calo di 15 rispetto a ieri. Il tasso di positivita’ e’ al 14,5%, in lieve calo, e negli ospedali sono 341 i ricoverati in terapia intensiva, 7 in piu’ rispetto a ieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 7.907 (-251). Tutto questo mentre la variante Omicron, come evidenzia l’indagine rapida Iss relativa al 3 maggio, ha ormai raggiunto una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 predominante e la presenza di alcuni casi delle sottovarianti BA.4 e BA.5. I casi sono “in discesa in tutte le Regioni e fasce d’eta’”, ha commentato Anna Teresa Palamara, dirigente dipartimento Malattie infettive Iss, sottolineando tuttavia l’aumento le reinfezioni (al 6%) ma con casi non gravi. La circolazione del virus “resta pero’ ancora alta”, avverte il direttore Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. Da qui l’invito, per chi ancora non l’avesse fatto pur avendone l’indicazione, ad effettuare la 3/a e 4/a dose del vaccino anti-Covid.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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