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In Italia attori e autori uniti, lettera a Meloni

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La protesta ad Hollywood di autori e attori sindacalizzati comincia ad impattare sull’industria del cinema e fa temere per la produzione oltre che per i festival, come la Mostra del cinema di Venezia o il Comic-Con – la gilda Sag-Aftra ha rilasciato oggi un vademecum su come gli influencer (ammessi nel sindacato) devono comportarsi all’evento di San Diego di questo fine settimana. Ma l’onda si propaga: il sindacato degli attori britannici Equity si radunerà in solidarietà con Sag-Aftra alla fine di questa settimana a Londra e a Manchester – il luogo di lavoro di centinaia di dipendenti della BBC e ITV – a sostegno degli attori in sciopero negli Stati Uniti. E in Italia? Sulla scia dello sciopero degli sceneggiatori statunitensi (WGA), iniziato lo scorso 2 maggio, a cui dal 14 luglio si sono uniti in protesta anche i membri della Screen Actors Guild, anche le stesse categorie italiane portano alla luce “questioni professionali non più rimandabili”.

È di oggi una lettera aperta di WGI (Writers Guild Italia) insieme ad altre cinque associazioni ossia Artisti 7607, Air3 (Associazione Italiana Registi), Anad (Associazione Nazionale Attori Doppiatori), Unita (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) e 100 Autori, indirizzata alla premier Giorgia Meloni e alle istituzioni sul tema dei compensi non adeguati da parte delle piattaforme di streaming. Associazioni che rappresentano migliaia di professionisti tra autori, sceneggiatori, artisti interpreti e doppiatori, tutti impegnati nella filiera della produzione audiovisiva italiana. E che chiedono un incontro urgente e non più rimandabile. “Sul tema dei compensi non adeguati da parte delle piattaforme streaming alle nostre categorie – si legge nella lettera aperta resa nota alla stampa – abbiamo seguito le audizioni in Commissione Cultura del Senato della Repubblica.

Nel corso delle audizioni i rappresentanti delle piattaforme hanno sostenuto, con strumentali interpretazioni normative, di essere in regola con le previsioni di legge sulla trasmissione dei dati e di corrispondere dei compensi “adeguati e proporzionati” come indicato dalla direttiva copyright e dal decreto legislativo di recepimento nel nostro ordinamento. Al netto di generiche frasi di sostegno alle nostre categorie – sottolineano gli artisti – i rappresentanti delle piattaforme hanno completamente evaso il tema delle informazioni sui ricavi che generano in Italia e non hanno comunicato quale livello medio di compensi le piattaforme corrispondono ai professionisti coinvolti nelle opere. Abbiamo ascoltato soltanto mere autodichiarazioni prive di riscontri”. Il presidente dell’Agcom ha incentrato – ricordano – il suo intervento sulla presunta scarsa chiarezza normativa nel settore e sulla altrettanto presunta confusione nata dalla liberalizzazione, che renderebbero conflittuale il mercato. “Ma non ha ricordato che l’Autorità da lui presieduta non ha ancora emanato, dopo quasi due anni, il regolamento previsto dal d.lgs 177/21. Quanto è per noi inaccettabile. Una ulteriore manifestazione di indifferenza nei riguardi dei più basilari diritti delle artiste ed artisti che rappresentiamo, ad oggi ancora privi di un Contratto nazionale di lavoro e ai quali viene ora negato anche l’accesso a compensi ‘adeguati e proporzionati’ per il frutto del proprio lavoro, come invece stabilito per legge”.

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Jovanotti torna con “Montecristo”: nuovo singolo e tour nei palazzetti nel 2025

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Dopo due anni di riposo forzato e qualche collaborazione, come il recente featuring con i Negramaro, Jovanotti torna sulle scene con il singolo “Montecristo”, scritto insieme a Dardust. Il brano, in uscita oggi, segna l’inizio di una nuova fase creativa per Lorenzo Cherubini, accompagnata da un videoclip girato a Lido di Staranzano, in Friuli, descritto dall’artista come “avventuroso, metafisico e psichedelico”.

Il significato di “Montecristo”

Il titolo del brano richiama il celebre romanzo di Alexandre Dumas, che Jovanotti ha ascoltato come audiolibro durante la convalescenza post-operatoria. La canzone esplora temi come il tradimento, la perdita dell’amore e il cambiamento di identità, con Jovanotti che si immedesima in un ragazzo che perde il proprio ruolo nella vita.

Nel commentare il pezzo, il rapper e cantautore ricorda un momento cruciale della sua vita:

“Nell’estate del 1976 dissi a me stesso: ‘Hey, diventa quello che sei’.”

Musicalmente, “Montecristo” mescola il reggaeton, un suono tipico dell’America Latina, con elementi che raccontano la storia e il senso dell’avventura, riflettendo lo spirito di Jovanotti di “andarsi a prendere le cose”.

Un ritorno atteso e un tour nei palazzetti

Jovanotti non nasconde l’entusiasmo per il ritorno alla musica:

“Sono emozionato. Ripartire con nuova musica e nuovi progetti è bellissimo. Abbiamo tanto da condividere nei prossimi mesi, sarà pazzesco, si parte!”, ha scritto sui social.

L’uscita di “Montecristo” anticipa l’atteso “Palajova 2025”, il tour nei palazzetti che segna il ritorno di Jovanotti su questi palcoscenici dopo sette anni. Il tour, già sold-out al 70%, non prevede per ora date nel Sud Italia, ma promette di essere un evento memorabile.

Il processo creativo di “Montecristo”

Jovanotti racconta che il brano è nato dal testo, condiviso con Dardust:

“L’ho fatto ascoltare a Dardust, lui ha creato una musica e insieme abbiamo messo in piedi la canzone in pochi minuti. Poi ci sono voluti tanti, ma tanti, per finirla e vestirla come si deve.”

Il risultato è una canzone che intreccia storia personale, avventura e suoni internazionali, confermando ancora una volta la capacità di Jovanotti di reinventarsi e sorprendere il pubblico.

Un nuovo capitolo per Jovanotti

Con “Montecristo” e il tour “Palajova 2025”, Jovanotti inaugura un nuovo capitolo della sua carriera, fatto di musica, progetti ambiziosi e tanta energia. I fan non vedono l’ora di scoprire cosa riserveranno i prossimi mesi, ma una cosa è certa: Lorenzo Cherubini è pronto a stupire ancora una volta.

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Geolier raddoppia con “Dio lo sa – Volume secondo”: il successo continua

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Dopo essere stato l’artista italiano più venduto del 2023 con i due volumi di “Il coraggio dei bambini”, Geolier torna a stupire con “Dio lo sa – Volume secondo”, un nuovo capitolo musicale che potrebbe consacrarlo nuovamente come il più venduto del 2024. Il progetto include otto nuovi brani, che si aggiungono ai 21 già presenti nel disco pubblicato dopo la sua partecipazione a Sanremo, dove si è classificato secondo con “I p’mme tu p’tte”.

In contemporanea con l’uscita del nuovo disco, Geolier si prepara a un altro successo: la sua autobiografia “Per sempre”, scritta con un collaboratore, è già il libro più venduto su Amazon solo con le prenotazioni, confermando il momento d’oro del rapper partenopeo.

Geolier, una carriera in continua ascesa

Nato Emanuele Palumbo, Geolier è cresciuto nel rione Gescal e oggi, a 24 anni, si conferma come una delle voci più rappresentative del rap napoletano. Musicalmente fedele al suo stile boom bap old school, mescola la tradizione melodica napoletana con rime cariche di street credibility e attenzione al messaggio.

Tra i nuovi brani spicca “Reale”, prodotto da Dat Boi Dee, che ripercorre la notte della finale di Sanremo. Geolier riflette sul concetto di vittoria e sconfitta, affermando che “a volte il vero vincitore è il perdente”. Non manca una nota di sfida: “Prima o poi ci torno lì e mi riprendo tutto quello che è mio”.

I temi del nuovo disco

Geolier affronta temi profondi con la sua consueta intensità:

  • Resilienza e successo personale: in “Cchiù fort”, realizzata con i Co’Sang, racconta di condivisione e sacrificio, sottolineando il valore della fratellanza.
  • Famiglia e riconoscenza: in “Che sole oggi” rivendica l’educazione familiare che lo ha salvato dalla strada, dedicando i suoi successi al padre.
  • Riflessioni sulla ricchezza: in “500k”, prodotto da Yung Snap, esplora il potere e i limiti del denaro.

Tra le collaborazioni spicca Rose Villain in “Tu ed io”, un brano melodico che parla d’amore e difficoltà, e la firma di Drd in “Mai per sempre”, una traccia emotiva che affronta ferite del passato e parole mai dette.

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Il Sanremo di Conti: più brani e cover tra chi è in gara

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“La prima domanda la so: ‘chi te l’ha fatto fare?'” ha scherzato il direttore artistico Carlo Conti, presentando alla Milano Music Week ‘Il Sanremo che verrà’, quello che lo vedrà tornare al festival dopo le tre edizioni dal 2015 al 2017. “Ho detto sì – ha poi spiegato il presentatore – perché è il mio lavoro, è come chiedere a un cantante di fare una canzone. E poi ho sentito, al di là dell’azienda, l’affetto di major, discografici, indipendenti, tutti erano d’accordo sul mio nome, allora ho detto ‘vediamo se l’orecchio funziona sempre bene’ e ho detto sì”. Dopo i festival firmati Amadeus, con Conti “Sanremo riparte da zero, anche perché lo share cambia dal primo gennaio e non sarà paragonabile”, così come “dal primo gennaio raddoppieranno anche il numero di copie per dischi d’oro e platino”, “quindi non si potrà scrivere ‘questo batte quello’, cose – ha sottolineato – assurde e superate. La cosa più importante è regalare belle canzoni agli italiani, poi, punto di share più o punto meno, alla mia veneranda età è una questione che ho superato”.

Nessuna rivalità con Amadeus, anzi: “Ho sentito Ama e Fiorello – ha raccontato in un incontro tutto esaurito -, veniamo dallo stesso periodo storico, siamo cresciuti tutti in radio, a pane e musica, abbiamo avuto le nostre soddisfazioni, le nostre porte chiuse, gli alti e bassi e siamo ancora qua. Siamo molto amici e legati, non c’è nessun tipo di rivalità”. Anche perché ogni direttore artistico ha in mente il ‘suo’ Sanremo. E in quello di Conti – che ha già annunciato il ritorno dei giovani al festival – ci saranno alcune novità, a partire dal numero dei pezzi in gara: “Avevamo previsto 24 canzoni ma le aumenteremo. Non ne potrò mettere 40 perché poi deve iniziare il dopofestival e non posso andare oltre”. Il direttore artistico ha detto che annuncerà i brani in gara domenica primo dicembre al Tg1 delle 13.30. E poi ha rivelato che nella serata delle cover – che avrà un suo vincitore, svincolato da quello del festival – i big in gara potranno duettare tra loro.

“Visto che la mia intenzione è aumentare i partecipanti, il venerdì sera i cantanti in gara – ha spiegato – potranno fare un duetto tra loro e fare una canzone sola. Non mi sembrava giusto che la serata delle cover influisse sul verdetto della canzone, quindi sarà una serata a sé di puro divertimento”. Ci sarà poi un’altra modifica al regolamento: “i voti si sommeranno sempre, non verrà azzerato per i finalisti, ma andrà ad aumentare i voti che quei cantanti avevano già”. Nessuna anticipazione sui co-conduttori né sugli artisti in gara, che Conti sta scegliendo proprio ora: “ascoltare tutti i big è difficilissimo, il succo per me – ha sottolineato – è questo momento, in cui devi scegliere i protagonisti. Questa è la bistecca che metti sul piatto, il resto è il contorno, se la bistecca non è buona il festival non funziona. E prendo un festival in forma strepitosa, pensando al grande lavoro fatto da Amadeus in questi anni”.

Inevitabile pensare anche a Pippo Baudo: “lo sento spessissimo, abbiamo un rapporto stretto, non puoi fare Sanremo senza pensare a lui” e al suo mitico ‘perché Sanremo è Sanremo’, claim che per Conti spiega i rumors che come sempre accompagnano il festival. “Alcuni sono più fantasiosi, altri meno, ma va bene, Sanremo è come la Nazionale, quando gioca siamo tutti un po’ allenatori, ed è il suo fascino”. La formazione non è ancora definita, ma lo schema di gioco sì: “ho fatto ciò che faceva Baudo, un mosaico con tanti sapori seguendo la tendenza principale del periodo, con la differenza che prima c’era la canzone per Sanremo e ora ci sono tanti generi diversi, dal tormentone estivo al brano da festival”. Una squadra che andrà composta nei prossimi giorni: “in questo periodo, mentre dormo, sento il ritornello di una canzone che ho messo da parte e mi chiedo – ha confidato – se ho sbagliato. E’ il momento che sento con maggior responsabilità, come è successo nelle altre tre edizioni, il resto è fumo”.

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