Collegati con noi

Cronache

In giro vestite da Harley Quinn con mazza da baseball, denunciate

Pubblicato

del

Due giovani vestite da “Harley Quinn”, la fiamma di Joker, nemico giurato di Batman, andavano in giro a Napoli con una mazza da baseball, la stessa arma utilizzata dall’anti-eroina dell’universo DC Comics. I carabinieri della compagnia Centro ne hanno sequestrate due, una per ogni Harley. Sono state denunciate per porto abusivo di arma.

Le armi sono il tema della notte dei controlli in città. 8 le persone denunciate, 5 sono minorenni. Coltelli di ogni foggia e addirittura una katana, abbinata a un costume da samurai. Durante il servizio di controllo del territorio, svolto con la collaborazione del Reggimento Campania, i carabinieri hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale un 20enne napoletano. Il giovane, senza patente e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ha tentato di eludere un controllo stradale urtando un militare con il suo scooter e poi cercando di fuggire.

Dopo aver perso il controllo del veicolo, è stato bloccato. È ora ai domiciliari, in attesa di giudizio. Una donna di 37 anni, titolare di un bar, è stata denunciata per aver venduto alcolici a un minorenne. Quattro napoletani, già sanzionati per violazioni analoghe e sottoposti a DACUR (il Daspo urbano), sono stati sorpresi a svolgere attività di parcheggiatore abusivo.

Due cittadini del Marocco, risultati irregolari sul territorio nazionale, e un cinquantunenne napoletano, responsabile di evasione, sono stati denunciati. Nel corso delle operazioni, un ristorante cinese è stato sanzionato per violazioni igienico-sanitarie con una multa di 4.500 euro, il sequestro di 30 chili di alimenti non tracciabili e la sospensione dell’attività. Tre persone sono state segnalate alla Prefettura per possesso di sostanze stupefacenti. 13 le contravvenzioni al Codice della Strada, cinque delle quali per mancato utilizzo del casco, con il fermo amministrativo di cinque veicoli.

Advertisement

Cronache

Auto si scontra con un camion nel Foggiano, muore un 34enne

Pubblicato

del

Un uomo di 34 anni è morto all’alba in un incidente sulla strada provinciale 77, a Cerignola, nel Foggiano. L’uomo era alla guida di una Bmw 216 che – per cause da accertare – si è scontrata con un camion. L’auto viaggiava in direzione Manfredonia. L’autista del camion è stato trasportato in ospedale. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche vigili del fuoco e carabinieri.

Continua a leggere

Cronache

Sparatoria in piazza Raffaele Capasso di San Sebastiano al Vesuvio: giovane di Casoria ucciso e un ferito, indagini in corso

Pubblicato

del

Questa notte, piazza Raffaele Capasso è stata teatro di una drammatica sparatoria. Uno sconosciuto ha esploso colpi d’arma da fuoco, colpendo un giovane di appena 19 anni, incensurato e originario di Casoria, che è stato ferito gravemente al petto. Il ragazzo è stato soccorso e portato d’urgenza all’ospedale del Mare, ma è deceduto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso.

Un secondo giovane ferito, non in pericolo di vita

Durante l’aggressione, un altro giovane, anch’egli di 19 anni e incensurato, residente a Napoli, è rimasto ferito al gomito. Trasportato in ospedale, fortunatamente non è in pericolo di vita. Sul luogo della sparatoria sono intervenuti i carabinieri della stazione di San Sebastiano al Vesuvio e la sezione operativa di Torre del Greco.

Una lite tra giovani all’origine della tragedia

Le prime ricostruzioni indicano che i colpi d’arma da fuoco siano stati esplosi al culmine di una lite tra gruppi di giovani. Le indagini sono in corso per identificare il responsabile e chiarire le dinamiche dell’accaduto.

Continua a leggere

Cronache

Csm: verifiche sui sistemi di sicurezza delle procure

Pubblicato

del

Verifiche sulla tenuta, in termini di sicurezza, dei sistemi informatici negli uffici giudiziari. Sui casi di strutture clandestine che operavano nella raccolta di dati sensibili da data base e archivi digitali si muove anche il Csm (in evidenza la sede di Palazzo dei Maresciualli a Roma), che ha avviato una pratica: una iniziativa voluta dai consiglieri Marco Bisogni, Ernesto Carbone e Genantonio Chiarelli. Nell’ambito delle attività della settima commissione, di cui i tre consiglieri fanno parte, è stata deliberata l’apertura di una pratica sui recenti casi di accesso abusivo ai sistemi informatici e telematici utilizzati per la gestione dei servizi e delle utenze della Rete Unica Giustizia. In particolare quelli commessi da Carmine Miano, un hacker 24enne capace di copiare l’intero data base utenti del ministero della Giustizia e di estrapolarne le mail di 46 procuratori capo, tra cui quello diNapoli Nicola Gratteri e quello di Perugia Raffaele Cantone.

“Stando alle informazioni rinvenibili sulle fonti aperte – spiegano i tre componenti del Consiglio facendo riferimento all’arresto dell’hacker Carmelo Miano nell’ambito di una indagine della Procura di Napoli – l’accesso abusivo ai sistemi informatici del Ministero della Giustizia (che ha interessato gli uffici giudiziari di almeno cinque città), sarebbe avvenuto attraverso un’intrusione nei server di alcune società private e della Guardia di Finanza, allo scopo di visionare ed estrapolare documenti riservati relativi a indagini in corso, consentendo, fra le altre cose, di apprendere i contenuti delle email scambiate fra i magistrati addetti alle inchieste”. Ritenuto che tali questioni coinvolgono direttamente competenze consiliari ed in particolare quelle delle Settima Commissione che si occupa dei “problemi relativi allo sviluppo dell’informatica giudiziaria e ai suoi effetti sull’attività giudiziaria e sull’organizzazione degli uffici”, la pratica aperta ha la specifica finalità di verificare “quali siano gli attuali livelli di sicurezza dei sistemi informatici utilizzati negli uffici giudiziari italiani”.

La questione degli accessi abusivi alle banche dati è emersa anche nella maxi indagine di Milano su una rete di presunte cyber spie. Nelle intercettazioni allegate agli atti, l’esperto informatico Nunzio Samuele Calamucci sostiene infatti di avere con lui un gruppo di hacker che ha messo “in piedi l’infrastruttura di Acn”, vale a dire l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Una versione smentita dalla stessa Agenzia con una nota ufficiale diffusa nella giornata di giovedì. “Non c’è alcun legame tra i sistemi IT dell’Acn e le figure coinvolte nelle inchieste sugli accessi abusivi” e dunque, “rigettiamo ogni insinuazione circa presunte forme di compromissione dei servizi digitali”. “Le indiscrezioni giornalistiche circa il fatto che i servizi digitali in uso all’agenzia possano essere stati compromessi dalla rete di spionaggio milanese sono completamente destituite di fondamento”, aggiunge l’Agenzia cyber chiarendo che “i personaggi coinvolti nella vicenda non hanno mai avuto alcun ruolo, contrariamente a quanto affermato, nella progettazione e nello sviluppo dei sistemi informatici in uso all’Agenzia”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto