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Cronache

Il torrente sotterraneo Ravone esonda e allaga Bologna

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Un torrente che dagli anni Sessanta scorre sotterraneo e lambisce il centro di Bologna, che per mezzo secolo se ne è stato placido e tranquillo sotto strade e case e che nell’ultimo anno e mezzo ha già inondato per due volte una parte di città a causa di una quantità di pioggia mai vista. Il caso del Ravone, un torrente di dieci chilometri, affluente del Reno, è uno dei simboli degli eventi alluvionali che da maggio 2023 non danno pace all’Emilia-Romagna. La prima volta che il Ravone uscì dalla sua sede fu a maggio 2023, nei giorni in cui l’alluvione in Romagna causò 17 morti e miliardi di danni.

Da allora sono stati fatti dei lavori che hanno un po’ allargato gli ‘scatoloni’ di cemento armato dove il torrente scorre per oltre la metà del proprio percorso totale. Ma che non sono stati sufficienti per contenere la pioggia di sabato sera quando in dodici ore è caduta quella che di solito cade in due mesi: l’acqua arriva dagli scantinati, esce dalle porte dei negozi e dei condomini e invade le strade. In pochi minuti arterie importanti come via Saffi, che collega la zona dell’autostrada al centro e dove si trova anche l’ospedale Maggiore, sono diventate dei fiumi.

“L’acqua – ha detto il sindaco Matteo Lepore – con la sua fortissima pressione ha fatto scoppiare i cassoni del Ravone, ma anche dell’Aposa”, un altro torrente sotterraneo che è stato invece intombato nel Quattrocento. “Abbiamo visto esplodere cantine – prosegue il sindaco – solai dei garage, saltate le tombature e i tombini. La maggior parte dell’acqua che ha creato problemi alle case è uscita proprio da queste rotture”.

E così Bologna, che nella sua storia è stata una città di acqua e di canali, oggi quasi totalmente spariti per lasciare spazio a case e strade, ha scoperto di avere sotto i propri piedi una minaccia che non credeva tale e che non è semplice da gestire, soprattutto con il cambiamento climatico che rende stagionali precipitazioni che per secoli sono state ritenute eccezionali. È esondato, invece, un altro canale, quello del Reno, recentemente riaperto nel centro di Bologna in concomitanza con i cantieri del tram in una via che si chiama, appunto, Riva di Reno. Un’esondazione che ha provocato disagi, ma che ha evitato i danni più gravi provocati dall’esondazione dei torrenti tombati, per via della minore pressione dell’acqua che anziché distruggere le proprie strutture di contenimento ha lentamente invaso le strade vicine.

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Incidente stradale nel Salernitano, muore un centauro

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Incidente mortale nel pomeriggio sulla strada statale 18, in località Santa Cecilia nel comune di Eboli (Salerno). Un centauro 50enne è deceduto in seguito all’impatto con un’auto. Nell’incidente sono rimaste ferite altre quattro persone, tra cui un minorenne, che sono state trasportate in ospedale a Salerno. Sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri della compagnia di Eboli per ricostruire la dinamica dell’incidente, avvenuto all’altezza del chilometro 83.

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Sogei: inchiesta sulla corruzione e triangolazione finanziaria

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L’inchiesta che ha coinvolto l’ex direttore generale di Sogei, Paolino Iorio, e l’imprenditore Massimo Rossi si sta ampliando sempre più, rivelando una misteriosa triangolazione finanziaria.

Le tangenti e la triangolazione finanziaria: Thailandia, Napoli, Roma

I soldi delle tangenti, destinati a Iorio per appalti legati alla digitalizzazione, arrivavano dalla Thailandia, passavano per Napoli e venivano consegnati a Roma. Questa complessa operazione ha portato gli investigatori a sospettare un caso di riciclaggio internazionale, con la possibile partecipazione di banche clandestine cinesi.

La rete dietro le tangenti: coinvolgimento di terzi

Le indagini si concentrano non solo sui due principali sospettati, ma anche su chi abbia facilitato il passaggio del denaro dalla Thailandia a Napoli. L’imprenditore Rossi ha dichiarato che i soldi provenivano dall’attività di ristorazione di un suo amico in Thailandia, e che venivano inviati a Napoli, per poi essere trasferiti a Roma dal suo collaboratore Sandro Sestili. Tuttavia, non è ancora chiaro come questo flusso di denaro fosse gestito nei dettagli.

Tentativi di depistaggio e nascondiglio dei contanti

L’inchiesta ha rivelato anche un tentativo di depistaggio. Iorio, durante una perquisizione, ha nascosto 100.000 euro in contanti nel suo appartamento, denaro che non era stato scoperto durante il primo controllo. I sospetti sono aumentati quando le immagini della videosorveglianza dell’appartamento sono state misteriosamente cancellate.

Il progetto da 10 milioni di euro

Un altro aspetto chiave dell’indagine riguarda un progetto da 10 milioni di euro, legato alla fornitura di servizi digitali per la pubblica amministrazione. Iorio, in qualità di direttore di Sogei, avrebbe voluto favorire le società di Rossi, utilizzando la sua posizione per influenzare l’assegnazione degli appalti.

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Uxoricida tenta suicidio in carcere, polemica del legale

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Ha tentato il suicidio in carcere due giorni dopo essere finito in cella, accusato di avere ucciso a coltellate la moglie che dormiva, ma gli agenti della penitenziaria l’hanno bloccato e salvato. Il tentativo di togliersi la vita, reso noto oggi, risale a venerdì sera, dopo che in giornata per Giovanni Salamone, 61 anni, il fermo era stato convalidato al termine dell’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato di fiducia, Gianfranco Foglino, davanti al sostituto procuratore Andrea Trucano. “È assurdo, la prima persona a dover essere informata avrei dovuto essere io o il mio collega, per poi avvertire la famiglia. Invece ho appreso la notizia dai media. Lo stesso giudice nell’ordinanza aveva chiesto che Salamone fosse tenuto sotto controllo, vista la sua condizione di forte disagio. Questa, purtroppo, invece, è la situazione delle nostre carceri”.

Sono le parole di Elisabetta Angeleri, avvocata che difende Salamone, in pool con Gianfranco Foglino. “Non sono riuscita ad avere informazioni certe, perché – prosegue Angeleri – l’agente di polizia penitenziaria con cui ho parlato ha continuato a ripetermi che non c’è il direttore e che di certe cose non si può parlare al telefono. Non mi è stato neanche confermato il ricovero in Psichiatria” e riferisce di essersi sentita dire: “Il suo cliente sta bene, venga domani per il colloquio. Nessuna informazione in più e nello specifico – sottolinea la legale – su quanto accaduto al mio cliente”. Il femminicidio era avvenuto prima dell’alba di mercoledì, nella casa di Solero (Alessandria) presa in affitto dalla coppia da circa un anno, perché la donna, Patrizia Russo, 53 anni, aveva trovato impiego come insegnante in una scuola media della zona. I due, originari di Agrigento, avevano appena fatto ritorno da un soggiorno nella terra d’origine, dove l’uomo ha un’attività agricola.

Proprio in quest’ambito sarebbe nato il disagio psichico, che fin da subito l’uomo aveva dichiarato col legale d’ufficio, Stefano Daffonchi, legato a “diverse, cartelle esattoriali imputabili alla ditta di olio, frutta e verdura di Salamone in Sicilia, per una cifra in fase di ricostruzione” aveva spiegato l’avvocato. Venerdì sera, come ricostruito dall’Osapp, il detenuto – approfittando dell’assenza del compagno di cella per la doccia – con un cappio rudimentale, ricavato dalle lenzuola, ha tentato di togliersi la vita nella casa circondariale Cantiello e Gaeta di Alessandria. L’ha salvato l’immediato l’intervento dei baschi blu. “Un intervento encomiabile – commenta Leo Beneduci, segretario generale del sindacato -. Nonostante la penuria di strumenti e organici, donne e uomini del corpo continuano a fare fino in fondo il proprio dovere con la massima professionalità”.

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