Opposizioni all’attacco sull’intervista della premier Giorgia Meloni a TgPoste. Venti di minuti di trasmissione andata in onda ieri contemporaneamente in tutti gli uffici postali italiani oltre che online. Un tempo nel quale la premier ha parlato, tra l’altro, di Pnrr e Caivano, ma ha anche spiegato di essere stata “sottovalutata tutta la vita” come “accade a molte donne”. E che si è concluso con la cartolina della presidente agli italiani. ‘E’ TeleMeloni’, accusa il centrosinistra mentre +Europa annuncia una interrogazione al ministro Giorgetti. Nessun commento da parte di Palazzo Chigi sulla polemica.
Meloni: “Poste modello per il PNRR. L’Azienda può realizzare una piattaforma per vendere il made in Italy nel mondo”
“Ho ricevuto parecchie segnalazioni – racconta il leader di SI Nicola Fratoianni – sull’evento creato dal Tg di Poste: quasi tutte per esprimere indignazione e senso del ridicolo per l’operazione mediatica messa in campo. Ma era proprio necessario fare un’intervista ‘esclusiva’ alla presidente del Consiglio?”. “Già la Rai – va giù duro – si sta trasformando in TeleMeloni. Ci si mettono pure le aziende pubbliche a fare operazioni di propaganda. Ma pensano davvero che trasformarsi nel nuovo Istituto Luce faccia il bene del Paese?”. “Ma fino a dove si estende TeleMeloni? – accusa il Pd con il responsabile Informazione Sandro Ruotolo – E’ diventata una cosa insopportabile. Siamo davanti all’occupazione del potere, dei mezzi di comunicazione peraltro pagati da tutti i cittadini”.
“Siamo di fronte a una nuova frontiera dell’occupazione politica dell’informazione – dice anche M5s con il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli – con l’aggravante dell’utilizzo di uno strumento di divulgazione in capo a un’azienda il cui azionista di maggioranza è lo Stato, tramite Cassa depositi e prestiti e il MEF. Cosa dobbiamo aspettarci di più? Un comizio di Giorgia Meloni su treni, bus e metropolitane?”. E non è morbida nemmeno +Europa. “Venti minuti di pura propaganda – attacca il segretario Riccardo Magi – trasmessi in ogni ufficio postale d’Italia, dove i poveri utenti non hanno nemmeno la possibilità di cambiare canale. Sembra uno scenario orwelliano invece è la realtà”. Magi ricorda, però, che “azionista di maggioranza di Poste è lo Stato italiano”. Di qui l’interrogazione parlamentare al ministro del Tesoro. “Perché gli altri leader politici – è la richiesta – non hanno la stessa disponibilità? Visto che il Mef offre a Giorgia Meloni questa stupenda opportunità promozionale, è urgente e doveroso che TgPoste ristabilisca l’equilibrio e intervisti tutti gli altri: altrimenti sarebbe un servizio ad personam che, è proprio il caso di dirlo, deve essere rispedito al mittente”.