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Il san Carlo applaude Rusalka, trionfo per Asmik Grigorian

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Applausi lunghi e convinti e un vero trionfo per Asmik Grigorian, Rusalka che incanta il San Carlo, in tuta sportiva come con la coda da Sirena, icona di casa. Grande successo per l’opera inaugurale della Stagione d’Opera 2024/25, l’ultima firmata dal sovrintendente francese Stéphane Lissner che porta a Napoli l’ennesimo spettacolo con supercast internazionale, la Rusalka di Antonín Dvořák nella nuova produzione con la regia Dmitri Tcherniakov, per la prima volta al lirico napoletano.

Il celebre regista russo aveva promesso una ‘scossa elettrica’ e sposando l’ opera con una moderna grafic novel e suggestioni cinematografiche stupisce e convince il pubblico della prima. Applausi anche per Dan Ettinger e l’esecuzione della splendida partitura da parte dell’orchestra e del Coro del Teatro San Carlo preparato quest’ultimo da Fabrizio Cassi. Per il soprano lituano Asmik Grigorian, che oltre ad entusiasmare per la voce purissima recita anche straordinariamente con la mimica e con il corpo, è stato un felicissimo debutto al San Carlo. Consensi anche per Adam Smith, il Principe, Ekaterina Gubanova- Principessa Straniera, Anita Rachvelishvili- Ježibaba, Peter Hoare e Maria Riccarda Wesseling che nella inedita visione del regista, e scenografo, sono il Padre e la Madre di Rusalka.

Nella visione di Tcherniakov, la fiaba slava diventa un dramma contemporaneo, la ninfa-sirenetta frequenta una piscina dove si pratica nuoto sincronizzato e a sedurla e’ un allenatore. Comparirà poi il principe che dopo averla investita con la sua auto rossa la porterà ad alla coloratissima festa mascherata a Palazzo. Nel libretto di sala il saluto di Lissner: “Dopo anni di collaborazione, dedizione e passione è arrivato il momento di lasciare il mio incarico – scrive – guardando al futuro del San Carlo sono pieno di gratitudine per il percorso che abbiamo fatto insieme e per ogni istante passato al servizio di questo straordinario teatro. Il San Carlo resterà sempre nel mio cuore – aggiunge – e sarò sempre uno dei suoi sostenitori più affezionati. Il mio augurio è che continui a crescere e a donare al pubblico la magia del teatro”. Per Rusalka repliche il 26 novembre, il 3, 5 e 7dicembre.

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Weekend a teatro con Giordana, Gleijeses e Gallo

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Da Pirandello riletto da Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses al ritorno di Massimiliano Gallo (nella foto Imagoeconomica in evidenza), fino agli Amori rubati da Dacia Maraini alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Sono alcuni degli appuntamenti teatrali del prossimo weekend.

TORINO – Un uomo creduto e poi fintosi morto, quando “risuscita” s’accorge che non può essere riammesso nella società né nella famiglia. Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses firmano a quattro mani l’adattamento da uno dei più celebri scritti di Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, del quale il primo è regista e il secondo interprete assoluto all’Alfieri. Dal 21 al 24 novembre.

MILANO – Sono passati quindici anni da quando, nel 2011, Lucia Calamaro realizzava per la prima volta L’origine del mondo. Ritratto di un interno, raccontando l’attraversamento e la riemersione da uno stato di depressione acuta. Nel 2024 lo spettacolo è tornato in scena, in questi giorni al Teatro Grassi del Piccolo, riadattato alla contemporaneità con Concita De Gregorio, Carolina Rosi e Mariangeles Torres, rispettivamente nei panni di mamma, nonna e figlia. Fino al 24 novembre.

ROMA – E’ Una relazione per un’accademia di Franz Kafka diretto e interpretato da Tommaso Ragno, ad aprire il cartellone di Agot 40, la stagione per quarantennale dello storico Argot Studio di Trastevere. In scena la vicenda di Pietro il Rosso, la scimmia a cui Kafka dà voce nel 1917 con un racconto breve su una rivista. Pietro viene catturato mentre è con il suo branco, lo feriscono due pallottole, una al volto e l’altra all’anca, che lo rende zoppo. Dopo la prigionia, mentre raggiunge l’Europa su una nave, capisce: può imitare bene gli uomini e in questo modo garantirsi una forma di libertà, che lo porterà nei teatri a esibirsi. Fino a quell’invito a tenere una lezione all’Accademia. Dal 21 al 23 novembre; e dal 26 novembre all’1 dicembre.

ROMA – Dalle pagine de L’amore rubato di Dacia Maraini e alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, arriva in scena all’India l’orrore della violenza di genere per svelare la complessità di alcune relazioni tra uomo e donna, in cui l’apparenza affettiva può nascondere una radice di sinistra messinscena. In cartellone, due monologhi per Amori rubati, il progetto composito a cura di Federica Di Martino: Anna con Viola Graziosi e Angela con Federica Restani. Fino al 24 novembre.

NAPOLI – In attesa del ritorno in tv del suo avvocato Malinconico, Massimiliano Gallo è in teatro, mattatore al Cilea di Anni 90’…Noi che volevamo la favola!, ideale sequel del suo Stasera, Punto e a Capo!, dedicato invece al decennio precedente. Ora tocca agli anni di Certe Notti di Ligabue, del Karaoke di Fiorello, di Bim, bum, bam e Non è la Rai, di film come La vita è bella e Forrest Gump. Anni in cui si giocava a Super Mario e si parlava di un mondo da connettere. Gli anni del Viagra, ma anche di Mani Pulite, dell’entrata in politica di Silvio Berlusconi e delle guerre, dal massacro di Srebrenica al genocidio in Ruanda. Dal 21 al 24 novembre e dal 28 novembre all’1 dicembre.

PALERMO – Un americano sbarcato nella Berlino anni ’30. Una ragazza inglese dai liberi costumi. E poi il mitico Kit Kat Club. A 50 anni dalla pioggia di Oscar per il film di Bob Fosse con Liza Minnelli, Arturo Brachetti torna nei panni di Emcee in Cabaret, il musical tratto dal romanzo di Christopher Isherwood con le musiche di John Kander, in cartellone al Teatro al Massimo. Regia dello stesso Brachetti e Luciano Cannito. Dal 22 al 30 novembre.

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La cucina lungo l’Appia Antica, nuova stagione per Dinner Club

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La Regina Viarum, fresca del riconoscimento di patrimonio dell’umanità Unesco, non è stata solo strada di collegamento di valenza politica e commerciale. Nel corso dei secoli, lungo i suoi oltre mille chilometri si sono sviluppate culture, idee e persino tradizioni culinarie. Per esplorarle da Roma a Brindisi è partito il Dinner Club di Carlo Cracco, il cui viaggio può essere seguito nella terza stagione in arrivo su Prime Video dal 21 novembre. Quattro episodi che vedranno Christian De Sica, Emanuela Fanelli e Rocco Papaleo avventurarsi su un camper vintage guidato da Cracco.

Tra un Papaleo improbabile seduttore di vedove (e non solo), De Sica alle prese con il piatto dell’ultimo ‘monsù’ d’Italia e la Fanelli che tenta di pescare un grongo (un pesce che somiglia un po’ a un serpente) a mani nude, l’obiettivo non è solo quello di divertirsi e appassionare lo spettatore, ma di imparare a cucinare dei piatti particolarissimi. Anche perché andranno poi proposti a cena, dove ad attendere i cuochi improvvisati ci saranno Antonio Albanese e Sabrina Ferilli, ormai veterani, e Corrado Guzzanti, ospite d’eccezione.

Alla fine dei giochi, un premio… inaspettato. Tutto ha inizio lungo i primi chilometri dell’Appia, ancora nella capitale, con un percorso in bicicletta che Fanelli ricorda ancora bene. “A Christian e Rocco hanno dato la bici con la pedalata assistita, a me una Graziella”, rimprovera tra le risate, “i sampietrini si accusano i due giorni dopo…” Poi, via alle danze. “Quando sono arrivato pensavo che con Cracco avrei mangiato cose molto raffinate – rivela De Sica – e invece la prima cosa che mi ha fatto cucinare sono stati” i testicoli del toro, per non ripetere il termine usato dall’attore. Oltre alla cucina, dal viaggio esce fuori il dipinto di un’Italia sincera che ha delle tradizioni sorprendenti.

“Un’esperienza sorprendente, tant’è che ho restituito anche la paga – scherza Papaleo – ma poi hanno insistito…” Quanto a un possibile ritorno nel programma, l’aria che si respira è positiva. “Io mi sono divertito molto, ero un imbucato”, afferma Guzzanti. “A me piacerebbe fare come un inviato dall’estero”, commenta Albanese, al che Ferilli dice: “all’inizio doveva essere così. Siamo partiti sotto Covid e abbiamo dovuto ‘ripiegare’ sull’Italia”, scelta comunque vincente.

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Prime cotte e sesso, una serie su giovani e amore

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Che genitori e figli adolescenti possano avere qualche problema comunicativo, è esperienza comune. Anzi, fa un po’ parte del processo di crescita. L’importante, però, è che ci sia la volontà di capirsi. Come nel caso di Isabel Achaval e Chiara Bondì, registe e mamme, che hanno voluto così tanto comprendere qualcosa in più sulle proprie figlie adolescenti da essere andate in giro per Roma per intervistare i giovani su uno dei temi più importanti della vita di tutti: l’amore. Ne è nato ‘Chi vuole parlare d’amore?’, la docuserie in esclusiva su RaiPlay, disponibile dal 19 novembre.

Dalle prime cotte alle prospettive per il domani, le risposte di intervistati e intervistate – fermati in lungo e in largo davanti a licei, luoghi di studio, nelle piazze – hanno scattato la fotografia di cosa voglia dire per i ragazzi di oggi amare qualcuno. In un mondo tanto cambiato rispetto a qualche decennio fa, chi è già nato nella modernità può essere simile o diverso rispetto al passato in come si innamora, cosa cerca da una relazione e come si approccia al sesso. Cinque le puntate, in un viaggio alla ricerca della verità sull’amore e il sesso tra i ragazzi, i loro desideri e timori: la prima è dedicata ai ‘Primi amori’, come sbocciano, perché e che cosa si desidera dall’altra persona.

Ma ci sarà spazio anche per gli ‘Amori difficili’, dove a raccontarsi sono coloro che hanno già capito il dolore e, talvolta, il pericolo che si può celare dietro a una relazione sbagliata. Non mancherà poi ‘La scoperta del sesso’, con una lezione di educazione sessuale in cui i ragazzi hanno potuto chiedere tutto ciò che più loro interessava. Dunque le registe hanno voluto parlare delle ‘Questioni di identità’, quelle legate a orientamento sessuale e genere, con anche l’intervista a una ragazza che sta affrontando un percorso di transizione. Fino a ‘Il futuro?’, puntata che – tra arte e poesia – è più incentrata su quali siano gli strumenti principali per educare ai sentimenti le nuove generazioni.

Per mettere in prospettiva ciascuna risposta, le registe hanno anche scelto di rivolgersi ad esperti, uno per ciascuna puntata. Non solo i soliti psicologi – anche se c’è spazio anche per lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi – ma le scrittrici Maria Grazia Calandrone e Viola Ardone, il filosofo Matteo Nucci, la ginecologa Veronica Sabelli, l’ostetrica e divulgatrice Violeta Benini e la docente Giulietta Stirati. “La docuserie racconta la scoperta delle emozioni più intime nella fase dell’adolescenza – dice Maurizio Imbriale, direttore di Rai Contenuti digitali e transmediali – per invitare i ragazzi a parlare dei propri sentimenti, ad aprirsi e normalizzare alcuni temi considerati ancora oggi dei tabù, che spesso inibiscono i rapporti tra i giovani o alimentano insicurezze personali difficili da gestire”.

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