Collegati con noi

Eventi Live

Il presidente della Camera parla di beni comuni all’Accademia dei Lincei

Pubblicato

del

Eventi Live

‘Il giudice non commenti le norme di cui si occupa’

Pubblicato

del

Con il nuovo decreto legge in materia di Giustizia, toghe e governo si preparano all’ennesima partita. Sul nuovo provvedimento, che sarà discusso lunedì in Cdm, aleggiano il timore di azioni disciplinari per i magistrati che prendono posizione pubbliche su un argomento di cui si occupano o di cui si occuperanno. Secondo la bozza del documento, già approvato nel pre Consiglio di ieri, all’articolo 4 del decreto viene introdotta una nuova norma sulle disposizioni in materia di illeciti disciplinari dei magistrati: un illecito disciplinare nell’esercizio delle funzioni si verifica anche quando c’è “la consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è espressamente previsto dalla legge l’obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza”. In caso di azione disciplinare del ministro, come da prassi spetterebbe poi alla sezione disciplinare del Csm decidere se infliggere una sanzione.

La nuova norma si aggiungerebbe quindi all’insieme dei casi che riguardano gli illeciti disciplinari nell’esercizio delle funzioni dei magistrati. L’introduzione del concetto ampio di “gravi ragioni di convenienza” – secondo fonti dell’Esecutivo – fa seguito, tra le altre considerazioni, ad un’interpretazione già manifestata dalla maggioranza secondo cui il ministro debba avere la facoltà di promuovere azioni disciplinari quando un magistrato, che si occupa di determinate norme ed argomenti, prende posizioni pubbliche su quegli stessi temi. Il Guardasigilli, a un convegno a Firenze, da un lato stempera ma al contempo avverte: “Le bocche dei giudici non sono bocche mute, come Shakespeare definiva le ferite di Giulio Cesare, sono bocche che parlano e che devono essere ispirate dal raziocinio, dal buon senso, e dal principio di legalità e tassatività che derivano dalla Costituzione e dalla legge ordinaria. Non vi è spazio, è già molte volte lo ha ribadito anche il presidente Mattarella, per il diritto cosiddetto creativo. Naturalmente siccome le bocche dei giudici parlano, parlano anche in base allo spirito dei tempi e si adattano alle modificazioni del tempi”. Parole a cui fanno seguito quelle del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli, per il quale c’è una “urgente questione di salute della nostra democrazia la necessità di rimettere a fuoco e in equilibrio, con una visione dall’alto, non affetta da strabismo, il principio costituzionale della separazione dei poteri”.

E “non si dica, per carità, che in base all’articolo 101 della Costituzione, il giudice è soggetto ‘solo’ alla Costituzione. Il costituente parla chiaramente di ‘legge’, non di Costituzione, e non c’è argomentazione seria che tenga per poter superare un dato testuale inequivoco e fondamentale per la tenuta degli equilibri dello Stato democratico”. Il decreto che andrà in Cdm lunedì contiene però anche aspetti sul coordinamento delle indagini che rientrano nel perimetro della sicurezza nazionale cibernetica. In uno dei passaggi della bozza si fa riferimento ai “poteri di impulso” della Direzione investigativa antimafia per le indagini che riguardano reati cyber contro strutture strategiche nazionali: un tipo di fascicolo che andrebbe quindi in carico alla Procura nazionale antimafia mentre al Viminale, come già previsto, spetta la prevenzione e il controllo su questo tipo di fenomeni.

Se confermata, questa introduzione vedrebbe contrarie alcune componenti di governo come Forza Italia e lo stesso capogruppo Gasparri, che non usa mezzi termini: “Dopo il caso Striano, non mi sembra proprio il caso di potenziare nemmeno il potere di impulso di questa Procura, sulla quale stiamo indagando nella Commissione Antimafia. Che da via Giulia si pretenda un aumento di poteri, quando ancora si deve rendere conto dei poteri in mano esercitati negli anni passati, in particolare durante la gestione De Raho, mi sembra stupefacente”. Nella bozza è anche previsto l’arresto obbligatorio in flagranza “nel caso di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico in sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico”.

Continua a leggere

Eventi Live

Conte alla prova della costituente, incognita Grillo

Pubblicato

del

In ballo c’è il futuro del Movimento, con la regola del doppio mandato, il nome e il simbolo. E perfino gli incarichi di Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza) e di Beppe Grillo: nessuno dei due può essere sicuro che lunedì ricoprirà ancora lo stesso ruolo. E poi c’è un’incognita più contingente, che però incide molto sul clima – se non sull’esito – della Costituente M5s, che si aprirà nelle prossime ore a Roma: la presenza del Garante. Grillo ha saputo tenere alta l’attesa, anche se i beninformati dicono che difficilmente si farà vedere di persona. “E’ imprevedibile, magari farà un collegamento video”, azzarda qualcuno. Per adesso, però, agli organizzatori non è stato comunicato nulla. “In ogni caso – fanno sapere – massima disponibilità a dargli la parola”.

L’altra incognita, stavolta legata al regolamento, è quella del quorum: gli iscritti sono 88.943 e perché siano valide le decisioni su alcuni temi, come il ruolo del garante o il cambio del nome e del simbolo, dovrà votare la maggioranza più uno. E’ un passaggio tecnico ma anche politico. E infatti nel M5s qualche preoccupazione c’è. Già da giorni, la truppa dei parlamentari vicini a Conte mette in guardia dal “sabotaggio”, cioè da un’azione pro-Grillo che sarebbe in corso per incentivare l’astensionismo, in modo da vanificare i voti “di peso” e quindi l’esito stesso della Costituente. Che, ogni ora di più, assume l’aspetto del duello fra Conte e Grillo.

E’ vero che si tratta di un passaggio pensato per ridisegnare e quindi rilanciare un Movimento uscito con le ossa rotte dalle ultime tornate elettorali, ma è anche vero che sia il presidente sia il garante hanno finito per personalizzarlo. Grillo cercando di minare fin dall’inizio il percorso, Conte mettendo sul piatto la sua stessa permanenza alla guida del M5s. Fra le decisioni che i militanti sono chiamati a confermare o a sconfessare, infatti, c’è anche quella sul campo progressista. “Se questo fosse messo in discussione con una soluzione interamente opposta ne trarrei le conseguenze – ha detto Conte – E questa si chiama coerenza”. Mentre non si è sbilanciato sugli altri temi che animano il dibattito nel M5s, come il doppio mandato e il nome.

“Sono in ascolto della comunità – ha detto Conte – lasciamo che decida. Ci sono tantissime altre urgenze, dalla sanità al lavoro sottopagato, al contrasto dell’evasione fiscale, giustizia, transizione ecologica. Tantissime questioni che definiscono i nuovi obiettivi strategici su cui tutti i nostri iscritti stanno votando”. A Grillo, il messaggio della vigilia lo ha lanciato la deputata Vittoria Baldino, vicina a Conte: “Si parla di scissione quando una parte se ne va. L’abbiamo subita nella scorsa legislatura con Luigi Di Maio e ci ha portato bene alle elezioni politiche. Ci sarà un voto della base e a chi non starà bene la direzione decisa insieme sarà libero di compiere le proprie scelte. Ma è legittimo e lo dico senza biasimare nessuno. Meglio uscire che fare opposizione interna”.

E anche Conte, in un’intervista al Qn, ha detto la sua sul progetto dei fan di Grillo: “Il M5s non può tornare indietro né vagheggiare un ritorno alle origini che oggi, in un contesto politico anche internazionale completamente differente, non avrebbe senso e ci porterebbe solo all’isolamento e all’irrilevanza”. Insomma, il clima è da quiete prima della tempesta. Dalla sede M5s, Conte viene descritto come “sereno e soddisfatto del lavoro fatto finora. Quella di domani – viene spiegato – è la chiusura di un procedimento collegiale e partecipativo che va avanti da 3 mesi. Sarà un momento della verità, in un clima di coesione”. Rassicura la partecipazione: “sold out di presenze – viene spiegato – 3.500 i partecipanti”. Il clou della Costituente sarà domenica alle 15, quando ci sarà la chiusura del voto e lo scrutinio: il momento della verità.

Continua a leggere

Eventi Live

Pechino, i presidenti Mattarella e Xi Jinping al Forum culturale Italia-Cina

Pubblicato

del

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto