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Cronache

Il pentito Sandokan già interrogato 5 volte in carcere sugli affari dei casalesi

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Francesco Schiavone, noto come “Sandokan” e ex capoclan dei Casalesi, si sta preparando a rivelare i segreti più oscuri alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che da settimane sta raccogliendo le sue deposizioni.

Schiavone, una figura emblematica nel panorama criminale italiano, potrebbe gettare luce su una serie di questioni che vanno dal traffico di rifiuti all’inquinamento ambientale, dall’assegnazione di appalti per grandi opere pubbliche alle attività finanziarie internazionali dei Casalesi. Le sue rivelazioni potrebbero svelare anche le connessioni politiche e finanziarie che hanno alimentato il potere della mafia nel corso degli anni.

Ciò che rende le sue testimonianze ancora più esplosive è la sua presunta affiliazione a Cosa Nostra. Schiavone ha rivendicato il suo legame con la mafia siciliana in più occasioni, e le sue informazioni potrebbero svelare nuovi dettagli sugli eventi che hanno scosso l’Italia, come gli omicidi eccellenti e le stragi degli anni ’90.

Un parallelo inquietante emerge tra gli omicidi di don Giuseppe Puglisi a Palermo nel 1993 e di don Peppe Diana a Casal di Principe nel 1994, segnando un momento critico nella storia delle mafie italiane. Schiavone, sebbene non sia stato accusato dell’omicidio di don Diana, potrebbe offrire una prospettiva unica su quel periodo turbolento e sul coinvolgimento di Cosa Nostra.

Mentre Schiavone si prepara a condividere la sua verità, le autorità anticrimine stanno già pianificando un intenso programma di deposizioni. Le udienze dei processi in corso sugli appalti per la Rete Ferroviaria Italiana, presuntamente coinvolti con i Casalesi, potrebbero presto ricevere i primi verbali di Sandokan.

L’importanza di queste rivelazioni non può essere sottovalutata. Le parole di Schiavone potrebbero non solo sconvolgere la storia italiana, ma anche contribuire a smantellare il potere criminale che per troppo tempo ha oppresso il sud del paese. Resta da vedere quali nuovi capitoli verranno scritti in questa saga intricata e avvincente.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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