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Il Parlamento commemora Berlinguer, ricordo bipartisan

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Il compromesso storico e la questione morale. E poi lo sguardo europeo e la necessità di collocare l’Italia nell’Alleanza Atlantica. Sono solo alcuni dei passaggi dell’impegno civile di Enrico Berlinguer ricordati oggi dal mondo della politica. A 40 anni dalla morte del leader del Pci, la commemorazione è bipartisan. La Camera, alla presenza delle figlie Bianca e Laura, gli dedica una parte dei lavori d’Aula. Con interventi che si susseguono da un lato all’altro dell’emiciclo. Accade lo stesso al Senato. Ad aprire la giornata il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che di Berlinguer sottolinea le “scelte coraggiose” per il consolidamento della Repubblica: dalla lotta al terrorismo, al cammino di integrazione europea, passando per il suo “assillo per la pace”.

Quindi la parola passa al Parlamento, con i discorsi commemorativi dei presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. A palazzo Madama, l’esponente di FdI evidenzia la recente standing ovation riservata a Berlinguer dalla convention di FdI a Pescara, così come la tessera del partito stampata in suo onore dal Pd. “Si possono contrastare le idee, ma bisogna sempre riconoscere la natura degli uomini che valgono”, sintetizza La Russa. L’Aula osserva un minuto di silenzio. Poi tutti i senatori si alzano in piedi e cominciano ad applaudire. Lo stesso applauso, senza distinzioni di colore politico, arriva dall’emiciclo di Montecitorio. Dove il presidente Fontana, nel ricordare il “segno profondo” lasciato dal politico sassarese nella storia italiana, rimarca “la sua visione legata all’evoluzione della Comunità europea”.

La sua celebre frase sulla collocazione dell’Italia “sotto l’ombrello della Nato”, viene citata e plaudita dalla deputata della Lega Matone. Fedeltà al Patto Atlantico ricordata anche da Lupi di Noi Moderati e da Russo di Forza Italia. Cuperlo per il Pd, mette l’accento “sull’esempio vivo” di Berlinguer, citando le sue battaglie pacifiste, femministe, ambientaliste e sui diritti civili. “L’uomo delle anticipazioni, del pensiero lungo”, lo definisce Fratoianni da Avs. Cuperlo viene poi chiamato in causa dall’intervento del deputato Amorese di FdI. “Berlinguer è stato il primo segretario della Fgci, Cuperlo l’ultimo, quante similitudini” dice nel sottolineare l’importanza della militanza giovanile. Amorese cita gli incontri “privatissimi” tra Almirante e Berlinguer, e gli omaggi reciproci che Pci e Msi si scambiarono ai funerali dei rispettivi leader. Il deputato poi lancia una frecciatina: “dovremmo tornare a essere curiosi della storia degli altri, soprattutto coloro che spesso la storia degli altri non la vogliono conoscere e non la vogliono rispettare”. Anche dai banchi M5s non si rinuncia all’affondo. Ricciardi attacca chi “strumentalizza il passato”, cercando di equiparare comunismo e fascismo. E conclude: “quando si parla di fascismo, si ricordano le violenze, le leggi razziali e la Decima Mas, in Italia, quando si parla di comunismo, si parla di Enrico Berlinguer”.

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La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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