Il paradiso delle Hawaii brucia. Diversi grandi incendi stanno divampando nello stato americano a causa della siccità e dei venti forti portati dall’uragano Dora, che hanno alimentato e rafforzato una serie di roghi provocando evacuazioni di massa, interruzioni di corrente diffuse e costringendo le persone a gettarsi in mare per scappare dalle fiamme.
La situazione è grave soprattutto sull’isola di Maui, dove si contano almeno sei morti. Il bilancio delle vittime, avvertono le autorità, è destinato probabilmente a salire con le fiamme che non danno tregua. Inoltre, diverse persone sono state ricoverate ad Honolulu a causa di ustioni, e oltre 2.100 persone sono state accolte in rifugi di emergenza. Alcuni testimoni descrivono scene apocalittiche e di panico, con molte persone costrette a lanciarsi nell’oceano per salvarsi dalle fiamme. I video in circolazione mostrano le vie della popolare cittadina di Lahaina, rinomata meta turistica, avvolte dal fuoco e decine di negozi mangiati dalle fiamme. Le autorità hanno chiuso al pubblico tutte le arterie stradali della città e anche quelle di West Maui, isolando praticamente la parte occidentale dell’isola, che resta accessibile solo al personale di emergenza.
“È sicuramente uno dei giorni più difficili per noi”, ha commentato la portavoce della contea, Mahina Martin. La governatrice ad interim delle Hawaii Sylvia Luke ha dichiarato l’emergenza e ha attivato la Guardia nazionale dello stato per facilitare le evacuazione e aiutare i pompieri che, nonostante gli sforzi, stanno incontrando difficoltà a domare le fiamme. Hawaiian Electric, fornitore di energia che serve il 95% degli 1,4 milioni di residenti delle Hawaii sulle isole di Oahu, Maui, Hawaii, Lanai e Molokai, ha avvertito che oltre 14.000 utenti a Maui non hanno elettricità. I venti dell’uragano Dora – secondo il servizio meteorologico nazionale di Honolulu – hanno raggiunto i 97 km orari, andando ad accrescere la forza degli incendi in zone che da tempo erano colpite da una insolita siccità. Tanti turisti che si trovano nelle isole in vacanza hanno raccontato sui social momenti di paura, come Jennifer Lucander, la quale ha spiegato che è stata costretta a evacuare da Lahaina poiché i detriti “volavano ovunque”. “È stata una cosa spaventosa. Dovremmo partire domani a mezzogiorno… incrociamo le dita e preghiamo per tutti a West Maui”, ha scritto ancora postando diverse immagini con colonne di fumo che si alzano sopra le palme.
Quattro militari italiani impegnati nella missione di pace UNIFIL in Libano sono rimasti feriti a seguito di un attacco alla base situata nel sud del Paese. Fonti governative assicurano che i soldati, che si trovavano all’interno di uno dei bunker della base italiana a Shama, non sono in pericolo di vita. Le autorità italiane e internazionali hanno espresso forte indignazione per l’accaduto, mentre proseguono le indagini per ricostruire la dinamica dell’attacco.
UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LIBANO. SOLDATI DELLE NAZIONI UNITE (FOTO IMAGOECONOMICA)
La dinamica dell’attacco
Secondo le prime ricostruzioni, due razzi sarebbero stati lanciati dal gruppo Hezbollah durante un’escalation di tensioni con Israele. Al momento dell’attacco, la base italiana aveva attivato il livello di allerta 3, che impone ai militari l’utilizzo di elmetti e giubbotti antiproiettile. La decisione si era resa necessaria a causa della pericolosità crescente nell’area, teatro di scontri tra Israele e Hezbollah.
Un team di UNIFIL è stato inviato a Shama per verificare i dettagli dell’accaduto, mentre il governo italiano monitora attentamente la situazione.
UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON. FOTO IMAGOECONOMICA ANCHE IN EVIDENZA
Le dichiarazioni del ministro Crosetto
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha commentato con durezza l’attacco, definendolo “intollerabile”:
“Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi UNIFIL come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.
Crosetto ha inoltre sottolineato la necessità di proteggere i militari italiani, impegnati in una missione delicata per garantire la stabilità nella regione.
La solidarietà del Presidente Meloni
Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà ai militari feriti e alle loro famiglie, dichiarando:
“Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di UNIFIL. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano. Ribadisco che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di UNIFIL”.
Unifil: una missione per la pace
La missione UNIFIL, operativa dal 1978, ha il compito di monitorare il cessate il fuoco tra Israele e il Libano, supportare le forze armate libanesi e garantire la sicurezza nella regione. L’attacco alla base italiana evidenzia la crescente instabilità nell’area e i rischi a cui sono esposti i caschi blu impegnati nella missione di pace.
La trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene collaborerà con Elon Musk e Vivek Ramaswamy come presidente di una commissione della Camera incaricata di lavorare con il Dipartimento dell’efficienza. “Sono contenta di presiedere questa nuova commissione che lavorerà mano nella mano con il presidente Trump, Musk, Ramaswamy e l’intera squadra del Doge”, acronimo del Department of Government Efficiency, ha detto Greene, spiegando che la commissione si occuperà dei licenziamenti dei “burocrati” del governo e sarà trasparente con le sue audizioni. “Nessun tema sarà fuori dalla discussione”, ha messo in evidenza Greene.
Donald Trump nomina la fedelissima Pam Bondi a ministra della Giustizia. L’ex procuratrice della Florida ha collaborato con il presidente eletto durante il suo primo impeachment. “Come prima procuratrice della Florida si è battuta per fermare il traffico di droga e ridurre il numero delle vittime causate dalle overdosi di fentanyl. Ha fatto un lavoro incredibile”, afferma Trump sul suo social Truth annunciando la nomina, avvenuta dopo il ritito di Matt Gaetz travolto da scandali a sfondo sessuale. “Per troppo tempo il Dipartimento di Giustizia è stato usato contro di me e altri repubblicani. Ma non più. Pam lo riporterà al suo principio di combattere il crimine e rendere l’America sicura.
E’ intelligente e tosta, è una combattente per l’America First e farà un lavoro fantastico”, ha aggiunto il presidente-eletto. Bondi è stata procuratrice della Florida fra il 2011 e il 2019, quando era governatore Rick Scott. Al momento presiede il Center for Litigation all’America First Policy Institute, un think tank di destra che sta lavorando con il transition team di Trump sull’agenda amministrativa. Come procuratrice della Florida si è attirata l’attenzione nazionale per i suoi tentativi di capovolgere l’Obamacare, ma anche per la decisione di condurre un programma su Fox mentre era ancora in carica e quella di chiedere al governatore Scott di posticipare un’esecuzione per un conflitto con un evento di raccolta fondi.
La nomina di Bondi arriva a sei ore di distanza dal ritiro di Gaetz dalla corsa a ministro della Giustizia dopo le nuove rivelazioni sullo scandalo sessuale che lo ha travolto. Prima dell’annuncio, l’ex deputato della Florida era stato contattato da Trump che gli aveva riferito che la sua candidatura non aveva i voti necessari per essere confermata in Seanto. Almeno quattro senatori repubblicani, infatti, si era espressi contro e si erano mostrati irremovibili a cambiare posizione. Il nome di Bondi, riporta Cnn, era già nell’iniziale lista dei papabili ministro alla giustizia stilata prima di scegliere Gaetz. Quando l’ex deputato ha annunciato il suo passo indietro, il nome di Bondi è iniziato a circolare con insistenza fino all’annuncio.