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Il mogul del rap Sean Combs incriminato, resta in cella

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Il miliardario del rap Sean ‘P. Diddy’ Combs, arrestato lunedi’ sera da agenti dell’Homeland Security in un albergo del centro di Manhattan, è stato incriminato da un gran giurì per oltre un decennio di reati sessuali. Pioniere dell’hip hop mondiale, Combs si e’ dichiarato non colpevole e resterà in carcere in attesa di un processo per il quale l’impresario rischia da 15 anni di carcere all’ergastolo. Combs è il secondo vip della musica recentemente incriminato per reati di sesso dopo R.Kelly, il cantante R&B condannato a oltre 30 anni per pedofilia a New York e Chicago.

Noto anche come Puff Daddy, Combs si era trasferito “volontariamente” la scorsa settimana al centralissimo Park Hyatt sulla 57/a strada per negoziare i termini dell’arresto. Mezz’ora prima di essere ammanettato, era stato visto in strada con il figlio Christian King, concedendo ai fan che lo avevano riconosciuto l’opportunità di qualche selfie con lui. “Non è perfetto ma in questo caso è innocente”, ha detto l’avvocato Marc Agnifilo proponendo alla giudice Robyn Tarnofsky di rimettere in liberta’ Combs dietro il pagamento di una cauzione di 50 milioni di dollari garantita da proprieta’ immobiliari a Miami.

“E’ a rischio di fuga”, ha stabilito invece la giudice minimizzando il rischio che l’impresario faccia in carcere la fine di Jeffrey Epstein, il finanziere pedofilo trovato morto in attesa di processo nella prigione di Rikers Island. L’incriminazione di 14 pagine si legge come un dossier a luci rosse. Menziona gli ormai tristemente famosi “freak parties”, definendoli “elaborate performance sessuali” organizzate da Combs che poi filmava la scena.

Afferma inoltre che l’impresario adescava donne con la lusinga di una relazione e poi usava la forza e le minacce per fargli fare per giorni sesso con prostituti. Dallo scorso inverno Combs è stato al centro di ripetute accuse di violenze da parte di donne e uomini con cui aveva avuto relazioni personali e professionali. In totale sono nove le denunce contro il rapper dal novembre 2023: la prima denuncia “patteggiata” nell’arco di 24 ore era stata della cantante R&B Cassie (Casandra Ventura), che Combs aveva messo sotto contratto con la sua etichetta Bad Boy e che per anni era stata la sua compagna.

Era stata lei la prima a raccontare che “Diddy” l’avrebbe picchiata, drogata e costretta a fare sesso per giorni con prostituti maschi, mentre lui filmava gli incontri in hotel di lusso a New York, Los Angeles, Miami e Atlanta. Combs ha 54 anni e negli anni ’90, lavorando con star come Notorious B.I.G. e Mary J. Blige, è stato il motore per la commercializzazione dell’hip-hop. L’impresario è ricchissimo, con una fortuna stimata a un miliardo di dollari ma dalle incriminazioni è uscito come un uomo violento, perverso e moralmente corrotto. In marzo agenti dell’Homeland Security avevano fatto irruzione nelle sue ville di Miami e Los Angeles in cerca di prove: avevano trovato fucili d’assalto, droghe e 1000 bottiglie olii e lubrificanti intimi.

Era quindi uscito in maggio un video choc in cui si vede Combs seminudo che picchia selvaggiamente Cassie nel corridoio di un hotel di Los Angeles mentre lei tenta disperatamente di raggiungere un ascensore per scappare dalle sue grinfie. L’impresario aveva allora fatto mea culpa: “Non ho scusanti. Sono disgustato oggi come lo ero allora per quel che ho fatto”.

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Medjugorje, il Vaticano oggi fornirà una valutazione sulle presunte “apparizioni” della Vergine Maria

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Il Vaticano sta per fornire la sua attesa valutazione sulle presunte “apparizioni” della Vergine Maria nel villaggio di Medjugorje, situato nel sud della Bosnia. Dopo quasi 15 anni di studi, giovedì il cardinale Víctor Manuel Fernández, a capo dell’ufficio dottrinale del Vaticano, terrà una conferenza stampa sull’argomento, che il Vaticano ha definito “l’esperienza spirituale di Medjugorje”.

Dal 1981, sei bambini e adolescenti affermano di aver avuto visioni della Madonna, visioni che, secondo alcuni di loro, continuano regolarmente. Questo ha reso Medjugorje una meta di pellegrinaggio per milioni di credenti cristiani. Tuttavia, le apparizioni non sono mai state riconosciute ufficialmente dal Vaticano, che ha più volte espresso dubbi sulla loro autenticità.

Papa Francesco ha dichiarato che, pur avendo dubbi sulle visioni attuali, non si può negare l’impatto spirituale di Medjugorje sui pellegrini. Nonostante ciò, il Vaticano ha chiarito che non dichiarerà l’autenticità delle visioni, ma fornirà un orientamento dottrinale che permetta ai fedeli di esprimere la loro devozione senza contraddire la fede.

L’annuncio del Vaticano avrà un impatto significativo su Medjugorje, un luogo che dipende fortemente dal turismo religioso, con il 2024 previsto come un anno record di visite.

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Hezbollah sotto attacco, un colpo strategico senza precedenti del Mossad e delle Israel Defense Forces

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Le esplosioni che hanno recentemente colpito Hezbollah tra Libano e Siria hanno inflitto un durissimo colpo al “Partito di Dio”. Migliaia di feriti, una milizia disorientata e la catena di comando vulnerabile: questo è il quadro che emerge dalle operazioni orchestrate dall’intelligence israeliana, che ha ottenuto un risultato devastante senza ricorrere a un singolo attacco convenzionale. In pochi minuti, il Mossad e i servizi delle Israel Defense Forces (IDF) hanno messo in ginocchio la milizia guidata da Hassan Nasrallah, un risultato che in una guerra tradizionale sarebbe stato possibile solo dopo una lunga e costosa serie di attacchi.

Gli esperti sottolineano come questo attacco abbia reso temporaneamente inabili al combattimento migliaia di miliziani di Hezbollah, con ospedali e basi libanesi sovraffollati di feriti. Le esplosioni non hanno causato un elevato numero di morti, ma i danni fisici riportati dai membri della milizia sono stati gravi: ferite profonde, amputazioni, perdita della vista e dell’udito. Molti di questi combattenti non torneranno operativi prima di alcune settimane o mesi, mentre altri non saranno più in grado di combattere.

Un attacco non letale ma devastante

Le esplosioni, pur non essendo mortali, hanno causato danni significativi alle capacità operative di Hezbollah. Le testimonianze riportano ferite devastanti: mani esplose dopo aver afferrato i cercapersone, mutilazioni, e gravi traumi fisici che segneranno questi miliziani per tutta la vita. Questo non solo riduce il numero di combattenti pronti all’azione, ma li rende facilmente identificabili per le forze di intelligence israeliane, aumentando il rischio per Hezbollah.

La crisi della leadership e l’incubo logistico

Per Nasrallah, questo attacco rappresenta un vero incubo. La difficoltà nel rimpiazzare rapidamente i feriti, mantenendo un livello operativo efficiente, è una delle principali preoccupazioni. A differenza di altre organizzazioni, Hezbollah non può semplicemente reclutare chiunque: ha bisogno di combattenti addestrati, molti dei quali hanno già partecipato alle operazioni in Siria o hanno lanciato missili contro Israele. Inoltre, la base di reclutamento è limitata alla comunità sciita, in particolare ai fedeli di Nasrallah, escludendo il movimento Amal, complicando ulteriormente il processo di rimpiazzo.

Un colpo alla comunicazione: l’offensiva digitale

Uno degli effetti più gravi di questo attacco è la paralisi delle comunicazioni all’interno del movimento. Hezbollah, nel tentativo di evitare cyberattacchi, aveva recentemente abbandonato l’uso dei cellulari in favore dei cercapersone (pager), considerati più sicuri. Tuttavia, questo sistema si è rivelato vulnerabile, e ora l’organizzazione si trova in difficoltà. Senza cercapersone, dovrà tornare a utilizzare vecchi sistemi di comunicazione, come linee telefoniche obsolete, che sono facilmente intercettabili da Israele e da altri avversari.

La sfida per Hezbollah è dunque doppia: da un lato, gestire una crisi umanitaria e militare senza precedenti; dall’altro, trovare nuovi metodi di comunicazione sicuri e immediati. Questo scenario di paralisi inquieta i vertici del movimento, soprattutto in vista di un possibile attacco terrestre da parte di Israele.

Questo attacco non convenzionale ha dimostrato la potenza strategica dell’intelligence israeliana, capace di infliggere un duro colpo a Hezbollah senza entrare direttamente in conflitto armato. Il “Partito di Dio” si trova ora in una posizione estremamente vulnerabile, e la capacità di reagire sarà cruciale per il suo futuro.

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Venezuela, El Pais: saccheggiati 4 miliardi di petrolio

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La compagnia pubblica Petroleos del Venezuela S.A. (PDVSA) sarebbe al centro di uno dei maggiori scandali di corruzione nel Paese. Secondo un’inchiesta pubblicata dal quotidiano spagnolo El País, un gruppo di ex gerarchi chavisti e imprenditori ha saccheggiato circa 4,2 miliardi di dollari (oltre 3,7 miliardi di euro) alla compagnia. Questo colossale furto non ha solo colpito le finanze dell’azienda, ma ha anche avuto un impatto devastante sull’economia venezuelana, sostiene il quotidiano.

Lo schema di corruzione è stato operativo tra il 2007 e il 2012, durante i governi dell’ex presidente Hugo Chávez. I coinvolti, tra cui alti funzionari di PDVSA e imprenditori legati al regime, hanno utilizzato una complessa rete di tangenti e commissioni illegali per dirottare fondi. Aziende, principalmente cinesi, pagavano commissioni fino a un 10% per aggiudicarsi contratti milionari con la compagnia statale Uno dei personaggi chiave in questo intrigo è Diego Salazar, cugino dell’ex ministro di Energia ed ex presidente di PVDSA, Rafael Ramírez. La rete di corruzione non includeva solo funzionari e impresari: tra di loro c’erano regine di bellezza, ambasciatori, attrici e avvocati.

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