Lui, il bimbo, ha cinque anni. È affetto da “iperattività regressa con ritardo cognitivo e sospetto autismo”. Ed è stato escluso dalla recita di Natale della sua scuola. Sul gruppo di Whatsapp delle mamme viene diffuso un foglio: ci sono i nomi dei quindici compagni di classe di Andrea (usiamo un nome di fantasia, ndr). Manca soltanto il nome di Andrea. Lo spiacevole episodio si è verificato in una scuola del napoletano. La mamma del piccolo, Luisa, (anche in questo caso usiamo un nome di fantasia per proteggere il bimbo), ha raccontato a Juorno i dettagli della vicenda, con tutta l’amarezza ed il dolore che episodi del genere portano inevitabilmente con se.
Come ha scoperto dell’esclusione di suo figlio dalla recita scolastica?
Dal gruppo di Whatsapp delle mamme di classe. All’improvviso pubblicano un foglio con scritti a penna i nomi dei partecipanti… Ne mancava solo uno, quello di mio figlio. Allora scrivo che forse lo hanno dimenticato. A quel punto mi risponde una mamma, dicendomi che la maestra voleva prima parlarmi per spiegare alcune problematiche legate alla partecipazione del bambino. Sono andata su tutte le furie, oltre che per l’esclusione, per la grave violazione della privacy di un minore. Il fatto è stato comunicato ad un’altra mamma e non direttamente a me.
Ha parlato poi con la maestra?
Dopo che è stata resa nota la vicenda, come per magia, la maestra ha iniziato a riempirmi di messaggi per tentare di rimediare alla situazione. Ha iniziato a chiedermi quando sarei andata a scuola per parlare della partecipazione del piccolo alla recita di Natale. Sempre ieri mi ha comunicato che il bambino non aveva la foto di Natale, chiedendomi di portarlo a scuola per provvedere. Allora ho avuto la conferma definitiva che hanno agito in malafede; non gli avevano fatto nemmeno la foto da consegnare ai genitori il giorno della manifestazione. L’insegnante mi ha detto che mio figlio era impegnato in altre cose quando hanno scattato le fotografie. In realtà è stato escluso a priori con possibilità eventuale di inserimento; “se proprio ci tenevo”, come hanno detto, allora avrebbero trovato qualcosa da fargli fare.
E con la preside ci ha parlato?
La preside ha ammesso l’errore dell’insegnante, ma poi si è giustificata dicendo che il bambino non ha ancora la 104 e l’insegnante di sostegno e quindi lo tratta come un bambino normale. Una volta ci disse che eravamo troppo attaccati al bambino e poco elastici. Poco elastici, per esempio, quando rientrava a casa con il pannolino sporco. Noi non abbiamo costretto nessuno a cambiarglielo, abbiamo chiesto se si poteva usufruire di questo servizio, per il quale paghiamo una quota extra oltre alla retta. Altre volte tornava con dei graffietti o dei morsi, una cosa normale fra bimbi, ma la maestra per non ammettere la situazione, ci ha allarmato dicendomi che mio figlio stava diventando autolesionista. Io non ci ho dormito per una settimana. L’abbiamo portato a fare tre visite private, e tutti e tre i medici ci hanno confermato che non è autolesionista. Ci chiedeva dunque maggiore elasticità, altrimenti sarebbe stata costretta a dire di non essere più in grado di tenere il bambino nella scuola.
Qual è il suo stato d’animo?
Io sto malissimo, sono una mamma che piange in continuazione. Mi sembra il primo schiaffo della vita dato a mio figlio e non so quanti ancora ne prenderà. Ma sono agguerrita. Per me sarebbe stato sufficiente anche vedere il suo nome sul foglio dei partecipanti, so bene che mio figlio non parla e che quindi non avrebbe potuto partecipare in modo attivo alla recita.
Cosa farete adesso con la scuola?
Stiamo parlando con il nostro avvocato, ma intanto abbiamo ritirato il bambino dalla scuola. Non ci andrà più perché è stato escluso a priori e la sua privacy è stata violata: non andava pubblicata quella lista prima di parlare con me. Mi dispiace che dagli altri genitori non siano arrivati messaggi di solidarietà, ma voglio pensare che non tutti sappiano o abbiano capito bene quello che è successo.
Fin qui il racconto della mamma del bimbo escluso dalla recita natalizia. Noi abbiamo ovviamente evitato ogni riferimento che possa in qualche modo consentire la identificazione non solo del bambino ma anche dei genitori. E l’abbiamo fatto in accordo con il legale di questa famiglia. Se e quando di questa vicenda se ne dovesse occupare la giustizia, la speranza è che si valuti il bene primario: quello del bimbo.
Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.
A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.
Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.
«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.
Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.
«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.
L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.
Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.
Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.
I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.
Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.
Un evento di natura superficiale
La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.
La rete di monitoraggio sul Vesuvio
Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.
Cosa significa per la popolazione
Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.
Consigli per la cittadinanza
È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.
L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.
Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.
Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.
La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.
Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.
Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.