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Cronache

Il Gusto per la Ricerca compie 20 anni, a Modena 10 top chef

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Il Gusto per la Ricerca compie 20 anni e festeggia l’anniversario con un evento di alta cucina solidare che si terrà domenica 10 novembre alle 12.00 presso il Maserati Factory, Modena. In questi due decenni la onlus ha raccolto 2.101.716,59 interamente devoluti a più di 20 diversi beneficiari “Il Gusto per la Ricerca” è il nome della onlus fondata nel 2004 dai fratelli Raffaele e Massimiliano Alajmo insieme al Dott. Stefano Bellon.

Sono stati più di 70 gli chef che nel corso degli anni hanno donato la loro arte a sostegno della causa de Il Gusto. Per questa edizione alcuni di loro rinnoveranno il loro supporto, realizzando il pranzo riservato ad un massimo di 150 ospiti:

  1. Heinz Beck – La Pergola;
  2. Massimo Bottura – Osteria Francescana;
  3. Antonino Cannavacciuolo – Villa Crespi;
  4. Fratelli Cerea – Da Vittorio;
  5. Enrico Crippa – Piazza Duomo;
  6. Fabrizio Mellino – Quattro Passi;
  7. Riccardo Monco – Enoteca Pinchiorri;
  8. Norbert Niederkofler – Atelier Moessmer;
  9. Fulvio Pierangelini – Rocco Forte Hotels;
  10. Fratelli Alajmo – Le Calandre.

Il pranzo sarà preceduto da un ricco aperitivo realizzato da tutti gli chef ai quali si uniranno, come da tradizione, Andrea e Mauro Lorenzon, rispettivamente del ristorante Pietra Rossa e La Caneva di Venezia. Durante il pranzo il “gastronauta” Davide Paolini e il “Beker” Fabrizio Nonis condurranno l’asta con 10 preziosi lotti per incrementare il ricavato dell’evento che verrà completamente devoluto a:

  • – La Miglior Vita Possibile “L’Associazione” nasce nel 2018 con due obiettivi, far crescere la consapevolezza sulle cure palliative pediatriche e avviare una raccolta fondi per permettere la costruzione del Nuovo Centro Regionale per le Cure Palliative e Terapia del Dolore Pediatriche – Hospice Pediatrico del Veneto, unico centro nel Triveneto.
  • – Il Tortellante Un laboratorio terapeutico – abilitativo dove giovani e adulti nello spettro autistico imparano a produrre pasta fresca fatta a mano. La sua storia inizia all’interno di Aut Aut Modena, l’associazione che promuove e coordina progetti di formazione, assistenza e raccolta fondi per il sostegno alle famiglie con persone autistiche nella provincia di Modena.
  • – La Casa di Fausta – ASEOP Struttura di accoglienza realizzata dall’Associazione ASEOP di Modena (Associazione Sostegno Ematologia Oncologia Pediatrica), avente la finalità di ospitare gratuitamente i piccoli pazienti in cura presso il Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Modena e le loro famiglie provenienti dalle zone più lontane della provincia e della regione, ma anche dall’estero. Le prenotazioni possono essere effettuate scrivendo a gusto@alajmo.it oppure telefonando al numero 049630303, l’offerta minima è di 2000 euro a coppia. Tutti gli chef, il personale e i fornitori opereranno a proprie spese senza alcun rimborso.

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Cronache

Uccide un 44enne, poliziotto rischia il linciaggio

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Un uomo di 44 anni ucciso, a conclusione di un inseguimento, da un poliziotto, che poi rischia il linciaggio ad opera dei familiari della vittima e finisce in prognosi riservata in ospedale. É accaduto nel pomeriggio a Crotone. Per la ricostruzione dei fatti sono in corso le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale. La vittima è un pizzaiolo, Francesco Chimirri, noto anche perché molto attivo su Tik Tok, dove aveva quasi 158 mila follower. Del poliziotto che lo ha ucciso, in servizio nella Questura di Crotone, si sono apprese, al momento, soltanto le iniziali e l’età, G.S., di 37 anni. L’agente é stato ricoverato nell’ospedale di Catanzaro, dove sarà sottoposto nelle prossime ore ad un intervento chirurgico per le numerose lesioni che ha riportato soprattutto al volto.

L’agente, comunque, non sarebbe in pericolo di vita. La vicenda ha avuto inizio ad Isola Capo Rizzuto, un centro a pochi chilometri da Crotone. Secondo una prima ricostruzione, il poliziotto, che era in borghese e libero dal servizio, avrebbe notato Chimirri mentre investiva con la sua auto alcune automobili parcheggiate. Notata la scena, l’agente si sarebbe posto all’inseguimento di Chimirri, affiancando la sua auto e raggiungendolo soltanto nel centro abitato di Crotone, nel quartiere “Campanaro”, considerato dagli investigatori ad alta sensibilità criminale perché vi risiedono numerosi pregiudicati. Quando le due auto si sono fermate, Chimirri avrebbe tentato di aggredire il poliziotto, che nel frattempo era sceso dalla sua vettura. A quel punto c’é stata la reazione di G.S., che ha impugnato la sua pistola d’ordinanza ed ha sparato tre colpi contro il quarantaquattrenne, uno solo dei quali lo ha raggiunto, provocandone la morte istantanea.

É stato in quel momento che alcuni familiari e conoscenti di Chimirri si sono scagliati contro il poliziotto, tempestandolo con calci e pugni. Solo l’intervento dei carabinieri, giunti nel frattempo sul posto, ha consentito di riportare la situazione, sia pure con grande difficoltà, alla calma, sottraendo il poliziotto da una situazione che si era fatta per lui molto critica. I carabinieri, per ricostruire in ogni dettaglio la dinamica di quanto è accaduto, hanno acquisito le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza installate nella zona. I militari stanno anche sentendo, nella qualità di testimoni, le persone che hanno assistito alla scena. Obiettivo delle indagini, in particolare, è di ricostruire l’intera dinamica dei fatti culminati con la morte di Francesco Chimirri e di identificare le persone che hanno aggredito e quasi linciato il poliziotto in modo da inchiodarle alle loro responsabilità. Un compito difficile anche perché la scena dell’aggressione sarebbe avvenuta fuori dal campo visivo delle telecamere. La vicenda ha suscitato scalpore sia a Crotone che ad Isola Capo Rizzuto. L’agente è in servizio da alcuni anni ed é considerato un poliziotto esperto e di grande professionalità. Stima circondava anche Francesco Chimirri, conosciuto da molti per la sua professione di pizzaiolo e per il suo attivismo sui social. Le indagini dei carabinieri dovrebbero consentire a breve di chiarire tutti i contorni della vicenda.

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Trovati morti nel giardino di casa madre e figlio

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I cadaveri di due persone, che al momento sono identificato come quelli di una madre – una donna molto anziana – e del figlio, sono stati ritrovati nel giardino di una casa di Orbetello (Grosseto), a San Donato, in una zona isolata di campagna. A segnalare il ritrovamento sarebbe stato un passante che ha visto la donna a terra, a faccia in giù, nel vialetto di casa. Pensando a un malore avrebbe chiamato i soccorsi. L’uomo è stato invece ritrovato dentro un pozzo artesiano. Non è ancora chiaro cosa sia successo e gli accertamenti dei carabinieri sono in corso.

Secondo le prime valutazioni, i decessi potrebbero risalire ad alcuni giorni fa ma la casa si trova in aperta campagna, in un reticolo di strade vicinali che non sono granché frequentate. Tale ubicazione avrebbero favorito il ritardo nella scoperta dei corpi. Sul posto la Croce rossa e i vigili del fuoco.

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Chiusa in auto con le fiamme, prima di morire ha raccontato i fatti a figlia: arrestato il marito

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L’ultima carezza di una figlia alla madre: “Mamma, hai i capelli tutti bruciati”. “Mi ha chiuso in macchina con le fiamme. Mi sento morire”. Ed e’ proprio in quell’istante che la 60enne Maria Angela Turturo, davanti agli occhi della figlia Antonia e del personale sanitario dell’ospedale “Perinei” di Altamura, ha esalato l’ultimo respiro. Parole sussurrate e un’altra vita spezzata, un altro femminicidio che si aggiunge agli oltre 65 gia’ registrati in Italia dall’inizio del 2024, secondo i dati del Viminale.

L’ultimo episodio si e’ verificato a Gravina in Puglia, a circa 55 km da Bari: per il delitto, la polizia di Stato ha arrestato questa mattina il 65enne Giuseppe Lacarpia, pregiudicato e marito della donna, con l’accusa di omicidio premeditato e aggravato. Secondo la ricostruzione dei fatti, la tragedia e’ avvenuta nella notte di domenica 6 ottobre, lungo strada vicinale dei Pigni. L’uomo avrebbe appiccato il fuoco alla propria automobile, una Fiat Panda X, con la moglie all’interno.

Nonostante la vittima sia riuscita a fuggire dall’auto in fiamme, riportando ustioni parziali, e’ stata brutalmente aggredita dal marito. Lacarpia l’ha immobilizzata sull’asfalto in posizione supina, schiacciandola con il proprio corpo – che pesava circa 100 kg – e posizionando le ginocchia sull’addome, esercitando pressione sullo sterno con le braccia. Questo avrebbe provocato alla donna fratture gravi allo sterno e alle costole, causando la compressione del cuore e, infine, l’arresto cardiocircolatorio che ha portato al decesso della 60enne.

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