Collegati con noi

Cronache

Il Governo nomina il napoletano Luongo nuovo comandante dei Carabinieri

Pubblicato

del

Salvatore Luongo (nella foto in evidenza) è il nuovo comandante generale dei Carabinieri. Il Consiglio dei ministri approva la nomina caldeggiata dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che, a stretto giro, smentisce le ventilate polemiche che avrebbero accompagnato la decisione.

“La nomina del generale – scrive su X – è passata in consiglio dei Ministri all’unanimità, senza una sola discussione ed in meno di un minuto”. Dunque, è il ragionamento, non ci sarebbero “vincitori e vinti” nella scelta. Il generale, che prende il posto dell’uscente Teo Luzi, ha avuto così la meglio sui “possibili candidati di valore” – per utilizzare le stesse parole del ministro della Difesa – che in qualche modo erano considerati più vicini ad altri esponenti di governo e in particolare al sottosegretario Alfredo Mantovano.

Come il capo di Stato Maggiore dell’Arma Mario Cinque. L’altro nome papabile era quello del comandante dell’interregionale Pastrengo Riccardo Galletta. Da Palazzo Chigi arrivano gli auguri della premier Giorgia Meloni, convinta che l'”esperienza” e la “competenza” di Luongo consentiranno al neo-comandante di “guidare al meglio i nostri carabinieri, orgoglio nazionale e forza armata ammirata e apprezzata in patria e all’estero”.

Nato a Napoli 62 anni fa, Luongo ha iniziato la sua carriera militare nel 1977, frequentando prima la Nunziatella di Napoli, poi l’Accademia militare di Modena e successivamente la Scuola di applicazione carabinieri di Roma. “Con i suoi cari e i suoi amici non ha mai cambiato atteggiamento ed è sempre stato il Salvatore di sempre – dice di lui il fratello musicista Claudio -. Oggi è entrato nella storia dell’Arma dei Carabinieri e dello Stato. Sin da bambino voleva essere il primo in ogni cosa e tutto diventava una sfida con se stesso”.

Figlio dello storico comandante dei carabinieri di Venafro (in provincia di Isernia), tre lauree e due master, vanta una lunga esperienza, con incarichi di responsabilità e comando in reparti territoriali. Luongo è stato anche per sette anni alla guida dell’ufficio legislativo del ministero della Difesa, dall’agosto del 2016 al dicembre del 2023, con i ministri Roberta Pinotti e Lorenzo Guerini del Pd, con Elisabetta Trenta del M5s e con l’attuale Giudo Crosetto. Ed infatti la sua nomina è stata apprezzata, e caldeggiata, anche da diversi esponenti dell’opposizione.

Tra le posizioni di rilievo che ha ricoperto, spiccano ruoli strategici nella lotta alla criminalità organizzata e nella cooperazione internazionale contro il terrorismo. Riconosciuto per la sua attenzione all’innovazione, il generale ha contribuito a promuovere sinergie operative che mirano a rendere più efficienti i reparti, concentrandosi sull’integrazione di tecnologie avanzate per la sicurezza urbana e il controllo del territorio. Nella sua lunga carriera, Luongo ha collaborato più volte con le università e ha ricevuto diversi encomi, tra i quali quello di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana e l’Insegna d’onore della Casa Militare della Presidenza della Repubblica. Nel 2006 gli è stato conferito il Premio Campidoglio per il suo lungo impegno a Roma.

Advertisement

Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

Pubblicato

del

La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

Continua a leggere

Cronache

Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

Pubblicato

del

E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

Continua a leggere

Cronache

Detenuto suicida a Poggioreale, aveva 28 anni

Pubblicato

del

Caso di suicidio nel carcere di Poggioreale, a Napoli, dove si è tolto la vita un uomo di 28 anni originario della provincia partenopea. È il quarto suicidio dall’inizio dell’anno a Poggioreale, l’undicesimo in tutta la regione. Sono 81 in tutta Italia, con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita.

“Il sistema penitenziario – spiega il garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi.

Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”. “Dall’inizio dell’anno ad oggi – prosegue Ciambriello – sono 1842 i tentativi di suicidio, 11503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto