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Il giorno di Toti, ma il governatore non risponde al gip

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L’interrogatorio di garanzia di Giovanni Toti, ai domiciliari per corruzione ambientale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e promesse elettorali, dura solo mezz’ora: il governatore arriva al palazzo di giustizia di Genova alle 14:09, con un’auto con i vetri oscurati che entra direttamente nel garage, e ne esce alle 14:35. Un brevissimo incontro con la gip Paola Faggioni e con uno dei magistrati che coordina l’inchiesta che ha terremotato la politica ligure, portando Toti ai domiciliari assieme all’ imprenditore della logistica Aldo Spinelli e al carcere per l’ad (sospeso) di Iren ed ex presidente dell’authority portuale Paolo Signorini. Difeso dall’avvocato Stefano Savi, come era stato ampiamente annunciato, Toti si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere.

“Chiederemo la prossima settimana di farci interrogare. Al momento stiamo leggendo tutte le carte – ha detto il legale – E dopo chiederemo la revoca dei domiciliari”. E sarà quella l’occasione per ribadire i concetti che già in questi giorni il legale ha espresso: Toti “rivendica di avere svolto una attività politica alla luce del sole e tutta tracciata. Non ha avuto un vantaggio personale, non c’è stato un uso privato”. “Il presidente sta bene ed è determinato a spiegare tutto quello che c’è da spiegare” fanno sapere dall’entourage del governatore che è costantemente in contatto con l’avvocato Savi. Stamani però non è stato possibile per nessuno, né per le decine di giornalisti assiepati davanti al tribunale né per gli inevitabili curiosi fermi all’angolo della strada, vedere le due macchine scure che hanno accompagnato Toti in Tribunale. Né tantomeno attendere davanti alla porta del Gip e nei corridoi.

Il governatore, scortato dalla Guardia di finanza, è stato fatto passare dai parcheggi sotterranei. “Una cortesia istituzionale”, è stato fatto notare da abituali frequentatori del palazzo di giustizia, che “per altri indagati eccellenti non è stata adottata”. In più, poco prima delle 13, il corridoio che portava alle aule è stato improvvisamente ‘blindato’ con alcune transenne e un cartello: ‘Venerdì 10 maggio – piano 3 dalle ore 13:00 interdetto per lavori”. Ordine e sindacato dei giornalisti hanno protestato con una nota: “Nessuno può impedire ai cronisti di fare il proprio lavoro. Devono essere garantiti sempre, e a maggiore ragione su fatti così rilevanti, il diritto di cronaca e la libertà di stampa che non posso andare a intermittenza in base ai soggetti coinvolti”.

Subito dopo aver firmato il verbale, Toti è stato riaccompagnato ad Ameglia, poco più di 100 km da Genova, nella casa che tante volte ha fatto da sfondo ai suoi selfie. Lì approfondirà le circostante e le contestazioni che gli vengono fatte nelle oltre 600 pagine di ordinanza e negli atti dell’inchiesta e preparerà la sua difesa prima di presentarsi davanti ai pm, molto probabilmente la prossima settimana. L’avvocato Savi continua comunque a ribadire che tutto il denaro, tutti i fondi ricevuti sono tracciabili, che tutto è stato fatto alla luce del sole e che quelle sottolineate nell’ordinanza non sono ‘dazioni’ (per il codice penale il passaggio illegale di denaro, generalmente da un imprenditore a un politico, in cambio di protezione o di favori). Insomma, dice Savi, non c’è stato nulla di illecito. E Toti questo vuol spiegare quando incontrerà, per la seconda volta, i magistrati.

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Palazzina crollata a Saviano: recuperato anche il corpo dell’anziana

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Sale a quattro vittime il bilancio finale del crollo di un palazzina a Saviano, in provincia di Napoli. Questa notte i vigili del fuoco hanno recuperato anche il corpo dell’ultima vittima, la donna anziana nonna dei bimbi coinvolti nell’incidente, ultima dei dispersi del crollo. E’ terminato così l’intervento di soccorso da parte dei vigili del fuoco.

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Crolla una palazzina a Saviano, morti due bimbi e la madre

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Vista dall’alto la scena è apocalittica: i droni restituiscono le immagini di un edificio collassato, devastato. E sembra di immaginare quel rumore assordante, “come il botto di un jet”, che alle 7.05 ha squassato la sonnolenta domenica mattina di Saviano, un paesone di 15mila abitanti a una quarantina di minuti da Napoli. Il bilancio di quella orrenda deflagrazione, dovuta probabilmente a una fuga di gas, è drammatico: due bambini di 4 e 6 anni sono morti e con loro la mamma. Un altro fratellino e il padre sono rimasti feriti, l’uomo in modo grave. Un’ottantenne, la nonna, è ancora sotto le macerie. In pratica, è stata distrutta un’intera famiglia. L’esplosione si è verificata in via Tappia, al civico 5. Si tratta di una zona nell’immediata periferia del centro storico.

E’ la contrada Masseria Carlona. In quella palazzina abita la famiglia Zotto: al piano rialzato Antonio Zotto, 40 anni e sua moglie Vincenza Spadafora, 41, con i figli Gennaro di 2, Autilia Pia di 4 e Giuseppe di 6. Al primo piano la mamma di lui, Autilia, ottantenne. Saranno gli accertamenti disposti dalla procura di Nola (sul posto è arrivato il capo dell’ufficio Marco Del Gaudio) a stabilire esattamente cosa è avvenuto: ma l’ipotesi in assoluto più accreditata è che ci sia stata una fuga di gas. E poi l’esplosione. “Sembrava il botto di un aereo supersonico. Che era un crollo l’abbiamo capito quando si è levata un’enorme nube di polvere”, dice una delle persone arrivate sul posto subito dopo. E il sindaco, Vincenzo Simonelli, ha invece pensato che fossero “i fuochi di una festa patronale. Poi mi ha telefonato il maresciallo dei carabinieri e mi ha detto che, purtroppo, non era così”. La deflagrazione ha devastato la zona, provocando danni anche ad alcune abitazioni adiacenti: per due famiglie è stato disposto lo sgombero perché i vetri e gli infissi sono andati in frantumi.

Tra i primi a intervenire sono stati i carabinieri della stazione di Saviano. In zona infatti c’era una pattuglia impegnata nei controlli di routine. E quando i militari hanno sentito il boato si sono diretti subito in via Tappia. E’ stato un brigadiere a varcare per primo la soglia di casa, a dare l’allarme per poi rimanere a scavare insieme ai scavare insieme ai vigili del fuoco e agli altri soccorritori. In pochi minuti centinaia di persone si sono radunate intorno alla palazzina. Tutti hanno cominciato a scavare, con ogni mezzo, e anche a mani nude.

I primi ad essere estratti, per fortuna vivi, sono stati papà Antonio e il figlio più piccolo Gennaro. L’uomo è ricoverato in condizioni serie al Cardarelli, mentre dal Santobono, dove il piccolo è stato portato d’urgenza, arrivano buone notizie: ha riportato solo la frattura di un femore, niente di grave, se la caverà.

Ma insieme a loro viene recuperato anche il cadavere di Autilia Pia, di soli 4 anni. E da via Tappia, poco dopo, continuano ad arrivare altre brutte notizie: anche il corpo di Giuseppe, 6 anni, viene estratto. Non ce l’ha fatta. Da sotto le macerie le due donne che mancano all’appello non rispondono alle chiamate dei soccorritori. I vigili del fuoco hanno messo in campo squadre specializzate e apparecchiature sofisticate, che dopo alcune ore identificano una delle due disperse: non respira. Il cadavere, che in un primo momento sembrava essere quello dell’anziana, viene invece identificato dai familiari come quello di Vincenza, la mamma dei tre bambini. Per l’ottantenne Autilia le ricerche sono ancora in corso. Tutta la comunità di Saviano si è stretta intorno ad una famiglia conosciuta – Antonio lavorava in un supermercato, lei era casalinga – e benvoluta. Il sindaco Simonelli è scosso. E’ sul posto da ore – anche la premier Meloni lo ha chiamato dagli Usa per essere aggiornata della situazione, esprimere il cordoglio suo e del governo e la vicinanza delle Istituzioni – e dice: “I soccorritori stanno facendo un grande lavoro”

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Si riapre rotta dei migranti, mille sbarcati in 2 giorni

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Dopo un periodo di calma tornano gli sbarchi dei migranti, con l’arrivo sulle coste italiane di oltre mille persone in due giorni. Anche se nel 2024 i numeri restano lontani rispetto a quelli relativi all’anno scorso, quando gli sbarchi furono il triplo. Una questione, quella dei migranti, che sarà anche sul tavolo di Palazzo Chigi: nelle prossime ore è previsto un vertice tra governo, imprenditori e sindacati per affrontare la nuova normativa per i lavoratori regolari, con le modifiche al decreto flussi e la possibile abolizione del click day. Il provvedimento potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri a fine mese e contenere anche le misure per far fronte alle aggressioni dei medici negli ospedali. Era stata proprio la presidente del consiglio Giorgia Meloni a sollevare il problema del click day, presentando a giugno un esposto alla Procura Antimafia in cui denunciò che i flussi d’ingresso legali vengono usati come “ulteriore canale di immigrazione irregolare”, con lo spettro di una regia della criminalità organizzata.

Quanto agli sbarchi, l’approdo più gettonato è come di consueto quello di Lampedusa che ieri ha visto 21 sbarchi per un totale di 788 migranti, a cui si sono aggiunte altre 176 persone soccorse nella notte tra sabato e domenica su due imbarcazioni, una partita da Sfax in Tunisia e l’altra salpata da Sabratah in Libia. Sull’isola è crollata una porzione di scogliera di Ponente: non ci sono stati feriti perché nel momento del cedimento non c’erano imbarcazioni ma se il crollo fosse avvenuto giovedì scorso poteva essere una tragedia visto che proprio su quella scogliera erano sbarcati 49 migranti partiti da El Hamra, in Tunisia. Sbarchi a getto continuo anche al Porto di Roccella Jonica, nella Locride. Dopo l’arrivo venerdì scorso di 81 profughi di varie nazionalità, nel corso della notte tra sabato e domenica sono verificati altri due sbarchi di 142 migranti.

E sempre in Calabria altri 98, tra cui 16 bambini, a bordo di una barca a vela sono sbarcati a Crotone. Arrivi anche nel Salento, con 80 persone sbarcate a Leuca da un motoveliero partito dalla Turchia, e in Sardegna, dove 30 tra algerini e tunisini sono arrivati con vari barchini e accolti nel Centro di Monastir. Tanti sbarchi ma fino ad ora numeri ancora lontani da quelli dell’anno scorso in cui in Italia da gennaio al 20 settembre arrivarono 132.796 persone, mentre quest’anno nello stesso periodo sono stati 45.067 i migranti approdati sulle coste italiane. “La situazione nel Mediterraneo Centrale è molto complessa – denunciano dalla Ong Open Arms che con il veliero Astral nelle ultime ore ha messo in sicurezza 263 persone poi arrivate a Lampedusa – Continuiamo a registrare l’arrivo di barche di ferro e numerosi minori. Nonostante gli accordi con paesi come Libia e Tunisia, la presenza delle persone in mare non cambia ma esaspera le condizioni di partenza”.

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