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Ambiente

Il fuoco che ha bruciato Notre Dame, i quattro elementi da rispettare e il Capitale Naturale da preservare

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Non è bastato Prometeo, ladro della sacra fiamma degli Dei, a mitigare le nostre paure nei confronti del fuoco. Ne abbiamo sempre più paura e sempre di più ci sconvolge, ingarbuglia, scombina, terrorizza, ci riporta alla nostra condizione umana di impotenza di fronte alla forza degli elementi.

Il fuoco che ha avvolto Notre Dame, ci ha fatto scrivere fiumi di parole sui social, nei blog, sulle testate on-line e oggi su quelle cartacee. L’incendio della Cattedrale parigina ci ha fatto parlare e ascoltare cascate di parole pronunciate nelle edizioni speciali e nei talk show televisivi. Il fuoco, come per esorcizarlo e riportarlo tra noi, dopo questa riappropiazione da parte degli Dei, è stato al centro dei discorsi e lo sarà per molto tempo. Le cause, gli effetti, gli interventi, le soluzioni, tutti ne parleranno e le tesi saranno sicuramente discordanti come già da oggi si evince ascoltando o leggendo le opinioni di saggi e meno saggi, degli esperti e degli improvvisati da bar sport.

Giustamente l’impatto mediatico e sentimentale è enorme. Spero che questa tragedia ci faccia capire la potenza, non solo del fuoco, ma anche degli altri tre elementi che quotidianamente offendiamo, insultiamo, diffamiamo, sfruttiamo, dissanguiamo e spolpiamo.

Quell’Acqua che oramai piena di plastica fa si che arrivino le nostre amate balene sulle spiagge con i ventri stracolmi di plastica.

La Terra, che ci restituisce ogni tipo di schifezza che le abbiamo iniettato nelle viscere,  portato nel corso di questi disastrosi anni in cui abbiamo confuso il progresso con la prevaricazione.

L’Aria, che mentre ancora si discuta se il CO2 sia causa o no dell’innalzamento della temperatura globale, ci si dimentica che in tutti i casi fa male e uccide, innalzamento o meno.

Ecco, speriamo che questa tragedia ci faccia riflettere.

Il fuoco, forse il meno controllabile, quello che gli Dei rivogliono indietro e ancora incatenano Prometeo al Monte Tartaro, ci farà capire che solo il rispetto di tutti e quattro gli elementi, aldilà degli errori umani, o di qualsiasi causa abbia potuto innescare l’incendio di Notre Dame potrà salvare il genere umano oramai assassino di se stesso.

Sarebbe bello, leggere e sentire queste tante, tantissime parole di cordoglio, di rabbia, di amore e di speranza ogni qual volta offendiamo uno dei quattro elementi. Non dimentichiamocene

 

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Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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