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Il cinema al Quirinale, i David nel segno delle donne

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A dimostrare che sia un’edizione nel segno delle donne, questa 69/a dei David di Donatello, basterebbe il fatto che a correre con ben diciannove candidature è il C’è ancora domani diretto dall’esordiente Paola Cortellesi, che parla di donne e dei loro diritti. Anche in questo segno stamani al Quirinale il tradizionale incontro con i candidati ai premi, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. “Grande attenzione va rivolta in particolare all’espressione dei giovani artisti, che devono poter provare, sperimentare, dunque formarsi e crescere. L’ingresso di nuove generazioni produce nuova ricchezza. Esprime libertà, quella libertà da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente”, ha sottolineato Mattarella, che ha poi lanciato un appello sul tema sale: “Molte sale cinematografiche continuano a soffrire anche dopo il Covid e non sono poche le città che non dispongono più di sale accessibili…Le sale sono un luogo di incontro”.

La cerimonia al Colle, trasmessa in diretta su Rai1 e condotta da Teresa Mannino, è stata aperta da Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, che ha ricordato l’introduzione di due nuove categorie, per il miglior casting e per la rivelazione italiana, e ha sottolineato come “per la prima volta un film come C’è ancora domani abbia vinto il premio del pubblico e corra poi anche come miglior film”. E ancora Detassis ha parlato di “un’edizione al femminile”, citando sua le diciannove candidature per il film di Cortellesi sia il David al miglior film internazionale andato alla regista Justine Triet per Anatomia di una caduta, anche se ha aggiunto: “Per noi donne comunque la strada è ancora lunga”.

A intervenire dopo di lei il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: “La settima arte, che per me è diventata la prima perché la più vicina alle giovani generazioni, restituisce visibilità anche alle arti più antiche. Perciò molto semplicemente vi esorto: continuate ad emozionarci, a commuoverci, a farci piangere e a farci ridere, continuate a far conoscere l’Italia le sue bellezze, la sua storia, i suoi drammi e anche le sue storture e la sua mentalità. Il vostro lavoro va oltre le due ore della durata del film. Il germe dell’arte che praticate è altamente contagioso e nessuno di noi desidera vaccinarsi per evitarlo. Io sono qui ad assicurarvi – ha sottolineato Sangiuliano dopo le polemiche delle scorse settimane sui rischi di tagli al tax credit – come ministro della Cultura di questo governo che farò la mia parte fino in fondo”.

“La mia gioia e il mio vero premio è stato quello di vedere accolto il mio film da un pubblico festante dovunque sia andata nel mio lungo tour. Un pubblico, tra l’altro, fatto al 45 per cento di uomini. Una cosa che fa pensare” ha detto a margine dell’incontro al Quirinale la super favorita Paola Cortellesi. Ha scelto i toni dell’ironia soft Teresa Mannino, neo conduttrice al Quirinale al posto di Geppi Cucciari, che ha fatto notare come Cortellesi sia stata ‘costretta’ ad alzarsi continuamente ad ogni lettura dei candidati, come vuole appunto il cerimoniale. Infine, un intenso momento di commozione per il David speciale andato a Vincenzo Mollica che con grande lucidità ha ricordato la sua passione per il cinema e non ha mancato di suggerire ai critici: “Il segreto è quello di essere curiosi e saper ascoltare”.

Per la cerimonia di premiazione, stasera, diretta tv su Rai 1 dal leggendario Studio 5 di Cinecittà con tanto di tappeto rosso. A condurre saranno Carlo Conti e Alessia Marcuzzi. In corsa, quest’anno, 122 film e 24 categorie. Tra le 21 opere italiane con più nomination, in testa C’è ancora domani di Paola Cortellesi con 19 candidature (ha già vinto il David del pubblico). A seguire Io capitano di Matteo Garrone, con 15 nomination, mentre 13 sono andate a La Chimera di Alice Rohrwacher, 11 a Rapito di Marco Bellocchio e 10 a Comandante di Edoardo De Angelis.

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Addio a Maria Rita Viaggi, una delle ‘Signorine buonasera’ Rai

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Addio a una delle ‘Signorine buonasera’ della Rai: è morta oggi a Grosseto Maria Rita Viaggi, una delle annunciatrici che ogni giorno e ogni sera raccontavano agli italiani il palinsesto della Rai. Viaggi non aveva compiuto ancora 70 anni ed è scomparsa, uccisa da un malore, oggi a Grosseto, sua città natale, dove era tornata a vivere dopo tanti anni trascorsi a Roma. Era proprio in casa con il marito quando si è sentita male. Vani i tentavi del 118 di rianimarla. Annunciatrice in emittenti locali, poi negli anni Ottanta, debuttò sulla Rai e fino al 2003 ha condotto il meteo del Tg1. Speaker regionale delle previsioni meteo, è stata anche capo ufficio stampa della Warner Brothers Disco. Esperta di teologia e di storia delle religioni, Viaggi ha avuto l’onore di aprire con una sua canzone, aveva anche la passione della musica, che si intitolava “La pupilla di Dio” la diretta del tradizionale omaggio di Giovanni Paolo II alla statua della Madonna Immacolata di piazza di Spagna, a Roma l’8 dicembre 2022.

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Vaporidis, da attore di successo a oste a Londra: oggi sono più felice di ieri

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Nicolas Vaporidis, nato nel 1981, ci racconta la sua storia dal belvedere del Gianicolo, a Roma, dove è cresciuto. Dopo il successo travolgente di “Notte prima degli esami” nel 2006, la sua vita ha preso una direzione inaspettata. “Nessuno ti insegna a gestire quella popolarità. Avevo 24 anni. La sera prima dell’uscita del film ero un perfetto sconosciuto, il giorno dopo mi fermavano per strada. È stato un giro sulla giostra, ma non era la vita vera.”

Tre anni fa, Vaporidis ha deciso di trasferirsi a Londra per ricominciare da capo. “Ho sempre avuto un legame forte con Londra. Nel 2000 ci sono andato per imparare l’inglese, lavorando in un ristorante. Dopo il successo, la mia vita è cambiata per sempre. Ma gestire quella popolarità è stato difficile, ho perso il senso della realtà. Così ho deciso di fermarmi e ripartire.”

“La pandemia ha accelerato una decisione che forse era già scritta. Già prima del Covid, il mio lavoro era diventato solo un lavoro. Non ero più felice, mancava la gioia che avevo provato all’inizio. Così, dopo tre mesi chiuso nel mio appartamento a Monteverde, ho capito che dovevo mollare. La pandemia ci ha detto: o cambi o muori.”

A Londra, Vaporidis ha aperto il ristorante Taverna Trastevere con il suo migliore amico Alessandro Grappelli. “All’inizio è stata dura, ma ci abbiamo creduto e siamo cresciuti. Ora abbiamo tre ristoranti: uno a Milano e due a Londra, dove vivo. Tra due settimane mi sposo.”

“Il mio primo matrimonio con Giorgia Surina è finito su tutti i giornali. Questa volta preferisco mantenere i dettagli privati. La mia futura moglie si chiama Ali, è metà italiana e metà inglese. Vorrei dei figli, sono pronto.”

“Ho dovuto imparare un mestiere nuovo, anche se avevo già un po’ di esperienza. Quello che mi interessa non è solo dare da mangiare, ma far vivere un’esperienza. Ogni sera è come uno spettacolo. Gli attori sono lo staff, il pubblico i clienti. Mi piace far star bene gli altri.”

“Ho imparato che non bisogna restare chiusi in un’idea e bisogna sapere quando dire basta. Come diceva Giorgio Faletti: l’importante non è la destinazione, ma vivere il viaggio. Prima pensavo già al film successivo, ora vivo il presente e mi metto in discussione.”

“A chi dice che è facile cambiare vita con le mie possibilità, rispondo che è stato comunque difficile. All’inizio facevo il cameriere, prendevo le ordinazioni e portavo i piatti sporchi. Non chiudo mai nessuna porta. Se mi innamorassi di una sceneggiatura, non escludo che farei un altro film. Oggi sono felice, molto più di quando ho fatto ‘Notte prima degli esami’. E sono grato.”

L’accento romano di Vaporidis è ancora forte. “È il mio modo per rimanere legato a questa città, alla mia Roma.”

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Morgan assolto, non diffamò Bugo a Sanremo

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Assolto perché il fatto non sussiste. Ovvero, Marco Castoldi, in arte Morgan, non ha diffamato Cristian Bugatti, in arte Bugo. Si chiude cosi, con la decisione del giudice monocratico del Tribunale di Imperia Marta Bossi, la querelle che ha visto contrapporsi i due artisti per i fatti avvenuti a margine del Festival di Sanremo del 2020 quando Morgan e Bugo avevano partecipato, in coppia, con il brano “Sincero” ma erano poi stati squalificati in quanto l’ex Bluvertigo aveva modificato il testo della canzone nel corso dell’esibizione nella quarta serata della kermesse canora.

“La verità trionfa sempre”, ha commentato Morgan. Bugo aveva poi denunciato Morgan per alcune affermazioni pronunciate da quest’ultimo nei suoi confronti e da lui ritenute diffamatorie. Il pm di Imperia aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi, mentre l’avvocato di parte civile Donatella Cerasi, nella sua arringa, aveva richiesto un risarcimento di 55mila euro e la pubblicazione della sentenza sui quotidiani, in quanto “Bugatti ha ricevuto un danno personale che ha avuto una risonanza enorme”. La notorietà acquisita a seguito di questi fatti – aveva aggiunto – è assolutamente negativa”. Nel mirino dell’accusa erano finite anche alcune interviste rilasciate da Morgan, tra le quali una durante una conferenza stampa e una nel programma televisivo “Non è la D’Urso”. Bugo era stato apostrofato con espressioni tra le quali “dilettante figlio di p…, mentecatto plagiato, uno che non ce la farà mai”. A prevalere è stata dunque la tesi della difesa, sostenuta dall’avvocato Rossella Gallo, secondo cui “il reato di diffamazione non c’è stato, si è trattato di mere critiche in ambito artistico-musicale”.

Per comprendere a pieno i motivi dell’assoluzione bisognerà attendere, però, che il giudice depositi le motivazioni. “Siamo felici – ha dichiarato al termine dell’udienza l’avvocato Gallo – Fin dall’inizio abbiamo dimostrato con la nostra difesa che il reato di diffamazione non sussisteva e ora siamo contenti dell’ottimo risultato. Auspicavamo una riappacificazione fin dall’inizio, perché sapevamo che, con la produzione dei video integrali di quelle che erano le interviste incriminate, c’era margine per l’assoluzione.

Castoldi, infatti, aveva dichiarato la sua intenzione di riappacificarsi aggiungendo però di non essere assolutamente autore di diffamazione come invece aveva voluto far credere Bugatti”. Secondo la difesa si è trattato di un “processo di suggestione anche per confondere il pubblico. Noi lo abbiamo dimostrato e il giudice ha capito che Bugatti in questo non ha subito alcun danno, ma ne ha solo beneficiato, con tutto quello che ha fatto dopo, incluso il monologo a Le Iene e tante altre interviste”. “Oggi non è la mia vittoria ma quella dell’impegno e della serietà – ha detto Morgan dopo l’assoluzione -. Sia perché gli avvocati hanno lavorato con abnegazione e sia perché è stata data fiducia alla verità, e ha trionfato, come Cioran insegna: la verità in ultima istanza trionfa sempre”.

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